Garantire maggiore protezione e più elevati standard di sicurezza per i lavoratori, soprattutto del settore edile, impegnati in attività in quota, al fine di ridurre il rischio di infortuni dovuti a cadute dall’alto.
È questo, in sintesi, l’obiettivo principale della proposta di legge depositata nei giorni scorsi, a firma dei consiglieri Enzo Colonna, Sebastiano Leo e Mimmo Santorsola (da qui, il testo della proposta di legge).
“Si tratta – spiegano i promotori – di una iniziativa che punta ad introdurre, anche nel nostro ordinamento regionale, alcune misure finalizzate a favorire, nell’attività di progettazione, realizzazione e manutenzione di opere edili, l’adozione di specifiche misure e appositi dispositivi in grado di assicurare l’esecuzione in sicurezza dei lavori in quota, in modo da abbattere considerevolmente il rischio di caduta dall’alto che, come noto, costituisce uno dei maggiori fattori di rischio dell’attività lavorativa in ambito edilizio”.
Secondo i dati diffusi nel 2017 dall’INAIL, infatti, le cadute dall’alto rappresentano circa un terzo degli infortuni mortali nei luoghi di lavoro.
Nel quinquennio 2008-2012, il settore di attività maggiormente colpito è stato quello delle costruzioni, con oltre il 56% degli incidenti accaduti. Nel 30,8% dei casi la caduta è avvenuta da tetti o coperture, nel 23% da attrezzature per lavori in quota (ad esempio, scale portatili, trabattelli, ponteggi) e nel 15,9% da parti in quota di edificio (come terrazzi, parapetti, aperture).
“Anche in Puglia – proseguono i consiglieri Colonna, Leo e Santorsola – ogni anno si verifica, purtroppo, un numero considerevole di infortuni sul lavoro, soprattutto in ambito edilizio, per cadute dall’alto le cui conseguenze sono spesso mortali o causano gravissime inabilità permanenti. Per far fronte a questa drammatica piaga che colpisce i lavoratori e le loro famiglie è necessario un approccio orientato soprattutto alla prevenzione attraverso la predisposizione di idonee misure di protezione finalizzate a fronteggiare i rischi di caduta, adottando, ad esempio, sistemi di accesso o di ancoraggio (cosiddette “Linee Vita”) o altri dispositivi di protezione collettiva e individuale contro le cadute dall’alto e per lavorare in condizioni di sicurezza. Altrettanto importanti sono un’adeguata organizzazione del lavoro e una puntuale formazione degli operatori, che passa necessariamente da una maggiore consapevolezza da parte di committenti, datori di lavoro e progettisti”.
La proposta di legge, in particolare:
- interessa gli edifici (nuovi o esistenti) con altezza superiore a due metri, sprovvisti di dispositivi di protezione anticaduta, e si applica agli interventi di nuova costruzione, manutenzione, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, nonché a quelli di installazione o manutenzione di impianti tecnici, telematici e di produzione di energia e/o calore da fonti rinnovabili, eseguiti su coperture e facciate;
- stabilisce che i progetti relativi ai predetti interventi prevedano, per un verso, l’applicazione di misure di prevenzione e protezione volte a evitare i rischi di caduta dall’alto (quali, in particolare, sistemi di ancoraggio permanenti che consentono lo svolgimento di attività in quota sulle coperture oppure il transito e l’accesso in condizioni di sicurezza) e, per l’altro, siano integrati da un elaborato tecnico (necessario per il rilascio del titolo autorizzativo o per l’inizio dei lavori) che contenga indicazioni progettuali, prescrizioni tecniche, certificazioni di conformità e ogni altra informazione necessaria ai fini della prevenzione e protezione dei rischi di caduta;
- impegna, inoltre, la Regione a promuovere attività formative sulla sicurezza rivolte ai lavoratori, nonché ai soggetti incaricati di assicurare, in sede progettuale ed esecutiva, l’adozione delle più idonee misure finalizzate a salvaguardare l’incolumità degli operatori.
“Si tratta – conclude Enzo Colonna, presidente del gruppo consiliare promotore dell’iniziativa legislativa – di una legge che reputo necessaria dal momento che va a colmare un vuoto normativo della nostra regione, puntando a collocare la Puglia tra le realtà più avanzate del Paese sul piano della sicurezza e della tutela della salute e della incolumità dei lavoratori. Mi auguro, pertanto, che in tempi brevi possa essere avviato, nella commissione consiliare competente, l’esame di questa proposta di legge durante il quale saranno ascoltate associazioni di categoria, ordini professionali e operatori del settore affinché possano fornire il loro contributo in modo da migliorare, se necessario, il testo da noi presentato. Auspico, infine, che vista l’importanza e la delicatezza del tema, questa iniziativa legislativa sia condivisa nel modo più ampio possibile dai colleghi consiglieri di ogni parte politica, in modo da migliorare il sistema di prevenzione e difesa dinanzi al grave problema degli infortuni sul lavoro“.