Oggi dibattito in Consiglio regionale sulla cosiddetta “AUTONOMIA DIFFERENZIATA”.
La discussione è stata sollecitata dalla mozione presentata assieme ad altri nove colleghi consiglieri, disponibile qui.
La mozione è stata approvata, come pure un’altra presentata da altri colleghi.
Tra un centralismo esasperato, quello che taglia completamente fuori da processi decisionali importanti regioni e comunità territoriali (ad esempio, quelli sul futuro dell’Ilva) e la richiesta di un’autonomia rafforzata avanzata dalle regioni del nord, con l’emergere di un particolarismo inutile e dannoso, di egoismi territoriali, della sottrazione di importanti risorse dai fondi di perequazione, destinati a compensare le regioni meno ricche e con minor gettito fiscale, ci deve essere un punto di equilibrio.
Un equilibrio necessario a salvare unità e solidarietà della Nazione e nella Nazione.
È questione nazionale, non semplicemente la questione meridionale. È questione culturale, prima che istituzionale, politica, economica.
“È come se ci fossimo dimenticati chi siamo. Esploratori, pionieri, non dei guardiani… Un tempo, per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento. Ora, invece, lo abbassiamo, preoccupati di far parte del mare di fango.”
Questo, il mio intervento in Aula: