LISTE DI ATTESA IN SANITÀ, UNA RISPOSTA NECESSARIA AD UN PROBLEMA LARGAMENTE AVVERTITO.

LISTE DI ATTESA IN SANITÀ, LE FORZE POLITICHE SI CONFRONTINO SUL MERITO PER FORNIRE UNA RISPOSTA NECESSARIA AD UN PROBLEMA LARGAMENTE AVVERTITO.

Il dibattito pubblico che si è aperto in questi giorni sulla proposta di legge avanzata dal collega consigliere Fabiano Amati e da me sottoscritta [da qui il testo e la relativa scheda], finalizzata ad abbattere in Puglia la piaga delle liste di attesa in sanità, dimostra quanto questo tema sia molto sentito e, quindi, che una iniziativa legislativa in materia sia quanto mai opportuna.

Alla luce dei molteplici interventi sulla materia e anche delle diverse opinioni espresse, possiamo certamente dire che l’iniziativa legislativa consiliare abbia già conseguito un primo meritorio e importante risultato, quello cioè di aver avviato una discussione franca e aperta su una problematica odiosa che, forse più di ogni altra, penalizza i cittadini e rende non effettivo il diritto alla salute garantito dall’art. 32 della Costituzione.

È bene ricordare, a questo proposito, che stiamo parlando di una iniziativa coraggiosa che affronta in modo innovativo e assolutamente ineccepibile sul piano giuridico, lungi da ogni deriva populista e demagogica, uno dei temi più delicati che riguardano il sistema sanitario pugliese e cioè le liste di attesa che, in molti casi, rendono difficoltoso per i cittadini poter effettuare, in regime pubblicistico, visite mediche o esami diagnostici in tempi ragionevoli. Tra l’altro si tratta, sovente, delle stesse prestazioni che, privatamente e dietro il pagamento della parcella al medesimo professionista, si possono ottenere nel giro di qualche giorno. Tutto questo rende obiettivamente iniquo il sistema, ingenerando sentimenti di sfiducia e disapprovazione nei cittadini che sono difficilmente biasimabili.

Con questo, ovviamente, non si vuole nè demonizzare la generalità dei medici pugliesi che lavorano con competenza e professionalità, spesso in contesti difficili nell’ambito del servizio sanitario regionale, né addossare loro colpe e responsabilità per l’esistenza di lunghe liste di attesa (che, per la verità, interessano, a macchia di leopardo, solo talune strutture) la cui responsabilità spesso è da ricercare nella mancanza di personale o in deficit di carattere organizzativo, ma si vuole evidentemente introdurre correttivi che possano affrontare una criticità sulla cui esistenza immagino nessuno voglia avanzare dubbi.

Molti passi avanti sono stati compiuti in questi anni per rendere la sanità pugliese migliore e all’altezza delle aspettative dei cittadini, anche compiendo sacrifici dolorosi e difficili allo scopo di recuperare terreno in termini di efficienza, efficacia ed economicità di tutto il sistema sanitario. Ora, accanto alla fase di concreta attuazione del nuovo piano di riordino ospedaliero (che dovrà essere accompagnato da verifiche costanti per migliorarne e integrarne i contenuti) e al potenziamento del personale in corso, è indispensabile fornire una risposta concreta anche al bisogno di tempestività delle prestazioni richieste dai cittadini.

La proposta di legge che sarà discussa in Commissione Salute a partire dalla prossima settimana affronta proprio questo tema, introducendo correttivi (quali ad esempio la sospensione temporanea delle prestazioni in regime intramurario ove sussista un evidente disallineamento tra i tempi di attesa) per assicurare la tempestività delle prestazioni del servizio sanitario pubblico.

Questo tema, tra l’altro, è certamente di competenza regionale dal momento che, come noto, la stessa Corte Costituzionale ha più volte ribadito che la disciplina dell’attività medica intramuraria rientra nell’ambito della materia concorrente della “tutela della salute”, ai sensi dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione. Spetta quindi alle Regioni disciplinare nel dettaglio la materia, nell’ambito dei principi di carattere generale dettati dalle norme statali. A tale riguardo, l’art. 1, comma 4, della legge 3 agosto 2007, n. 120 recante “Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria”, prevede espressamente che le Regioni adottino misure finalizzate (tra le altre cose) a garantire il monitoraggio aziendale dei tempi di attesa delle prestazioni erogate nell’ambito dell’attività istituzionale, al fine di assicurare il rispetto dei tempi medi, attivando ogni misura idonea a ridurre le liste di attesa.

Esattamente in questo quadro e nei limiti fissati dalle norme costituzionali e statali, pertanto, si muove la proposta di legge presentata che ha l’obiettivo di rendere più efficace e tempestivo il servizio sanitario regionale.

Dinanzi a questa sfida che come legislatori siamo chiamati ad affrontare, le argomentazioni addotte da chi sta criticando la proposta di legge di cui trattasi, appaiono in molti casi francamente sorprendenti in quanto, in larga misura, pretestuose e fuorvianti. Ma non volendo assolutamente mettere in discussione la buona fede dei colleghi consiglieri, mi auguro che da parte di tutti venga un contributo fattivo finalizzato a migliorare il testo di legge proposto. L’unica cosa che troverei davvero incomprensibile, sarebbe l’atteggiamento di chi si volesse opporre strenuamente alla iniziativa legislativa intrapresa senza proporre alcuna soluzione alternativa per affrontare il medesimo problema, tradendo in questo modo l’intenzione reale di lasciare evidentemente che nulla cambi.

Sono sicuro che nessuno nutra questo intendimento e che quindi si potrà alacremente lavorare in Commissione, prima, e in Consiglio poi, per dotare la Regione Puglia di una disciplina in grado di risolvere la grave iniquità rappresentata dalle lunghe liste d’attesa in sanità. I cittadini pugliesi questo si aspettano da una classe dirigente responsabile.