Il risultato elettorale mi ha fatto venire in mente una battuta ripresa da “Simple Rules for a Complex World” di Richard A. Epstein, un giurista nordamericano. Non me ne vogliano gli amici avvocati (conosco bene le difficoltà del momento). Un avvocato da solo in città non ha abbastanza da fare. Ma una volta che ce ne sono due, tre, ecc., faranno fortuna tutti. Gli avvocati, è la spiegazione, si guadagnano da vivere attraverso il trasferimento e la perdita di ricchezza provocati dalle cause, ma non producono ricchezza.
Quegli avvocati mi ricordano la gran parte dei partiti e movimenti impegnati in campagna elettorale ed ora nella gestione dei risultati.
Triste e depressiva la battuta, me ne scuso.
Ma quali sono le parole d’ordine, gli argomenti, i comportamenti di questa stagione politica?
Il nemico va annientato, non semplicemente sconfitto. L’orco brutto e sporco, da un episodio all’altro, nel giro di ventiquattro ore, diventa un bel principe consorte o viceversa. Prevale l’impulso primitivo di divorare tutti, tutto e subito.
Invece, per pensare di migliorarci e progredire (per i più pessimisti, salvarci), dobbiamo liberarci di tutta questa robaccia, di una cultura da videogame, da cartoni animati.
La realtà è complessa e dinanzi alla complessità i rischi sono due, speculari, in cui incappiamo o ci rifugiamo sistematicamente: la banalizzazione o la sofisticazione.
Entrambe sono iatture.
Le risposte, invece, devono essere semplici. Non banali, né sofisticate. Sono, a dire il vero, le più complicate da formulare. Implicano impegno, studio, tenacia, metodo, lavoro, responsabilità, generosità. Appunto, Simple Rules for a Complex World!
Sarebbe urgente, come ha scritto qualcuno (che ora non ricordo), elaborare un “pensiero comune pratico”, un vocabolario comune, un “insieme di convinzioni volte all’azione”. E andare oltre il corto orizzonte delle proprie certezze, velleità e delle ambizioni di sigle, simboli e persone.
P.S.: beh, amici e contatti, almeno al Comune, proviamoci. Oltre il corto orizzonte delle ambizioni. Anche le mie (che, in realtà, non ci sono).