Non ci sono eroi, almeno non sono quelli che tali comunemente si profilano. Se, romanticamente, li aspettiamo ancora o crediamo di averli trovati in immagini televisive o propinate dalla rete, beh, credo proprio che siamo fuori strada. Gli eroi sono le persone normali che fanno il loro dovere. Eroismo è il lavoro quotidiano, in tutti i campi, faticoso, il più delle volte sconosciuto. Eroismo è affrontare tutti i giorni difficoltà, fatiche, durezze dell’esistenza. Eroismo è sconfiggere apatia, rassegnazione, inefficienza. Eroismo è contrastare cinismo, pregiudizi e pressappochismo.
Gli eroi sono quelli che, con questo spirito, operano nei luoghi di lavoro, nelle botteghe e nei propri esercizi commerciali, nelle istituzioni, negli uffici e servizi pubblici, nelle proprie aziende e attività professionali, nella ricerca di un’opportunità e nello studio, nel volontariato.
Quelli che, con il lavoro e l’impegno, nei più diversi campi e ruoli, realizzano la propria personalità e rinsaldano la propria comunità.
Pensare che a salvarci possa essere l’eroe che ci raggiunge con il suo “cavallo bianco”, con una puntata nello studio televisivo, con un camper, è una bella favola. Ma favola bella rimane. Ieri e oggi, è destinata ad illudere.
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“Rivoluzione è distinguere il buono
già vivente, sapendolo godere,
sani, senza rimorsi,
amore, riconoscersi con gioia.
Rivoluzione è curare il curabile
profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile.
Rivoluzione
è incontrarsi con sapiente pazienza
assumendo rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini”
(da Rivoluzione di Danilo Dolci)