ZONE ECONOMICHE SPECIALI: LA MURGIA BARESE NON PUÒ RESTARE FUORI

Il vasto e articolato sistema produttivo della Murgia barese merita una specifica considerazione in vista della definizione del perimetro delle Zone Economiche Speciali (ZES) previste in Puglia.

Si tratta, ricordo, di macroaree geografiche, collegate a uno o più aree portuali, per le quali sono previste specifiche misure (benefici fiscali, incentivi, semplificazioni amministrative) finalizzate a creare un contesto orientato alla crescita di imprese autoctone, all’attrazione di investimenti (soprattutto, esteri), all’incremento di scambi commerciali ed export. Tra le altre, è previsto il riconoscimento di un credito d’imposta sino a 50 milioni di euro per ciascun progetto di investimento nella ZES.

Le ZES, anche in ambiti interregionali, saranno istituite dal Governo nazionale su proposta delle regioni, cui spetta il compito di individuarne il perimetro sulla base di valutazioni degli attuali contesti economici e produttivi accompagnate da un puntuale piano di sviluppo strategico.

Per le ZES pugliesi è prevista un’estensione massima di 4.400 ettari. Da alcuni mesi, la Regione Puglia, su impulso dell’Assessore alla Sviluppo Economico Michele Mazzarano, è impegnata a individuare i contesti produttivi da inserire nel perimetro delle ZES e nell’elaborazione del documento strategico di piano, impostato, com’è noto, su due zone: l’Adriatica, legata principalmente ai porti di Manfredonia, Bari e Brindisi, e la Jonica, connessa all’area portuale di Taranto, che dovrebbe ricomprendere anche territori della Basilicata.

Seguo da mesi l’intensa attività del gruppo di lavoro della ZES Adriatica coordinato dal prof. Ugo Patroni Griffi (presidente dell’autorità portuale di Bari-Brindisi). In svariate occasioni, ho evidenziato e insistito su un dato: non è immaginabile che da tale perimetrazione sia escluso il bacino della Murgia barese, un territorio caratterizzato da un vivacissimo tessuto produttivo, vocato all’innovazione tecnologica e dei processi produttivi, alla ricerca, alla commercializzazione su scala nazionale e internazionale, e in cui si sono insediate nell’ultimo cinquantennio numerose realtà industriali e artigianali attive in differenti settori produttivi: agroalimentare (in particolare, lavorazione e trasformazione di cereali e derivati, legumi), manifatturiero (mobile, design, moda), meccanica, impiantistica avanzata.

Tale bacino produttivo (in particolare, le aree artigianali e industriali di tre comuni: Altamura, Gravina in Puglia, Grumo Appula) si è sviluppato lungo il principale asse stradale di questo territorio, la statale 96 (i cui lavori di ammodernamento e raddoppio sono ormai prossimi ad essere terminati), l’unico asse di collegamento tra l’area portuale e retroportuale di Bari, l’entroterra murgiano e la Basilicata.

Il territorio murgiano rappresenta la naturale (e necessaria) cerniera tra le due ZES (Adriatica e Jonica) e tra la Puglia e la Basilicata, con cui condivide contiguità non semplicemente fisiche-territoriali, ma molto più profonde e strutturate nel tempo, di tipo economico-produttivo, storico-culturale e infrastrutturale.

Ad esempio, proprio a cavallo tra il barese e il tarantino e tra le due regioni (nel punto di contatto dei territori di Altamura, Santeramo, Laterza e Matera), è situata la vasta area industriale-artigianale di “Jesce”, destinata, dagli strumenti urbanistici comunali, ad ospitare insediamenti medio-grandi. Attualmente, nella parte lucana di tale zona vi sono numerose e floride attività imprenditoriali (la stragrande maggioranza avviate e condotte con successo da imprenditori della Murgia, altamurani in particolare) che impiegano centinaia di addetti, attivamente sostenute dal Consorzio di Sviluppo Industriale della Provincia di Matera, e, poco distante, sorge il Centro di Geodesia Spaziale di Matera, una delle principali strutture di ricerca e trasferimento tecnologico del Mezzogiorno. impegnato principalmente nella geodesia spaziale e nel telerilevamento, ma anche in altri campi, come la robotica spaziale e le missioni interplanetarie, con collaborazioni di respiro internazionale. Invece, la corrispondente e contigua porzione pugliese, nel territorio di Altamura, è ben poco utilizzata, a causa di limiti progettuali, amministrativi e di visione manifestati dalle amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi decenni.

L’inserimento nella ZES del territorio murgiano, dunque, non costituisce semplicemente un’importante opportunità. È una necessità.

Estromettere questa importante realtà significherebbe penalizzare ingiustamente il tessuto economico e imprenditoriale esistente, particolarmente vivace. Per due ordini di ragioni:

  1. per un verso, infatti, rischia di erodere e compromettere – a favore dei futuri insediamenti nelle aree retroportuali di Bari, Taranto e lucane – il vantaggio competitivo che quel territorio ha faticosamente conquistato nel tempo con investimenti, lungimiranza e duro lavoro delle imprese e dei lavoratori locali;
  2. per altro verso, rischia di alimentare un’ulteriore fuga di imprese pugliesi verso il prossimo territorio lucano, con le immaginabili ricadute negative sull’economia e sull’occupazione pugliesi. Un rischio assolutamente da scongiurare!

È necessario, invece, che le future ZES puntino a potenziare proprio tali contesti, quelli che hanno già dato buona prova di sé, solidi e già presenti nei mercati, capaci di tessere proficue relazioni produttive, commerciali e distributive con partner nazionali e internazionali, valorizzando connessioni e vocazioni economiche del territorio già esistenti e consolidate negli ultimi decenni. Solo in questo modo, ritengo, sia possibile, con le ZES, catalizzare ulteriori investimenti e immaginare una concreta prospettiva di crescita economica e occupazionale.

La previsione della Murgia barese all’interno della ZES, per il quale è stato già messo in campo un intenso lavoro di raccordo tra istituzioni e realtà imprenditoriali che mi ha visto impegnato negli ultimi mesi, rappresenterebbe certamente un importante e giusto riconoscimento per questo territorio.

Mi auguro, così come le Comunità locali si aspettano, che Regione e Città Metropolitana di Bari si facciano carico delle esigenze, del lavoro di decenni, degli oggettivi dati economici e produttivi, delle vocazioni che la realtà murgiana esprime, non eludibili con un tratto di penna sulla mappa delle ZES.

(enzo colonna)