Per questo, stamane, ho scritto al Direttore Generale della ASL Bari [v. nota nell’immagine in basso], chiedendogli di accertare tempestivamente, attraverso una indagine interna, la veridicità delle circostanze riportate nell’articolo. Ho chiesto, inoltre, di conoscere quali procedure e protocolli siano stati messi in campo per far fronte all’emergenza derivante dalla carenza di sangue.
Ritengo, però, profondamente ingiusto che nei commenti e nelle ricostruzioni (temo ispirate, spesso, da figure interne alla stessa amministrazione sanitaria di appartenenza che avrebbero il dovere di rappresentare, difendere e valorizzare) si presenti la situazione come immobile, condannata al declino e all’inefficienza, ignorando deliberatamente il lavoro compiuto in questi mesi da Regione e ASL Bari per fornire piena attuazione al piano di riordino ospedaliero, approvato in via definitiva il 28 febbraio 2017, e soprattutto al modello organizzativo della rete trasfusionale regionale, adottato dalla Giunta regionale lo scorso giugno (deliberazione n. 900 del 7 giugno 2017) con cui è stata sancita, in via definitiva, la previsione del Servizio Trasfusionale presso il “Perinei”, classificato dal piano come ospedale di 1° livello.
Insomma, tutti passi necessari e decisivi, compiuti nel rispetto dei tempi previsti e di doverose procedure e nella direzione della rapida attivazione di questo importante servizio grazie al quale sarà possibile non solo raccogliere, ma anche conservare e disporre in sede del sangue necessario per le trasfusioni.
Ignorare tutto questo complesso lavoro tecnico e amministrativo, fatto da più persone (dei ranghi della politica e dell’amministrazione, di Regione e ASL, tra cui è doveroso menzionare esplicitamente il Direttore del Dipartimento di Medicina Trasfusionale, dott. Michele Scelsi), per il raggiungimento di un obiettivo tanto atteso dai cittadini della Murgia, magari allo scopo di lucrare un po’ di consenso o visibilità in questa fase pre-elettorale, è profondamente scorretto. In tal modo si rischia di generare un inutile clima di tensione e allarmismo, di creare confusione nelle comunità murgiane e di mortificare l’impegno e il lavoro messo in campo in questi mesi da tanti per conseguire questo importante obiettivo territoriale che, mai come questa volta, è davvero a portata di mano.
Possiamo crescere come collettività, determinare avanzamenti in termini di progresso, solo se ci sono due condizioni: che tutti lavorino, ciascuno per il ruolo e le responsabilità che gli competono, e che tutti, parafrasando Calvino, sappiano riconoscere – in mezzo all’apatia, all’inefficienza, alla rassegnazione o pigrizia – questo lavoro (quotidiano, faticoso, spesso invisibile), e sappiano farlo durare, e dargli spazio.
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Di seguito una parzialissima rassegna: