Presto, al mattino, mi soffermo a leggere cosa passa la rete. Stamattina ho letto commenti, articoli e reazioni in merito all’episodio di ieri (credo, a mia memoria, il primo organizzato con una tale intensità e spregiudicatezza… un’incursione criminale da vera e propria guerriglia). La dico con estrema franchezza, quella che uso normalmente (ad eccezione di quando devo rispondere o decido di non rispondere a commenti idioti o immotivatamente offensivi, che mi sembra di non aver letto in calce al post di ieri). A me di “spararla grossa”, con parole o proposte roboanti non interessa proprio. Tra l’altro non sarei in condizione minimamente di mantenerle, non avendo il livello regionale alcuna competenza o potere in materia di sicurezza, a differenza del livello statale e comunale. E a me non piace proprio dire o pontificare su quello che devono fare altri, se non dopo aver fatto o detto quello che devo o posso fare io.
Aggiungo che non mi interessano parate, riunioni o esibizioni su temi così delicati e complessi (vale per la sicurezza, ma anche su altri temi come la salute, sanità).
Tenevo, con la nota diffusa ieri, in prima mattinata, attraverso l’agenzia di stampa del consiglio e poi pubblicata anche qui, a tre cose:
1) a ringraziare pubblicamente, dopo averlo fatto telefonicamente, chi aveva fatto il proprio dovere rischiando la propria incolumità;
2) a rilanciare il tema della condizione di “sofferenza” in cui versa il presidio, soprattutto nella fascia notturna, della sicurezza in città;
3) a riproporre all’attenzione dei rappresentanti dello Stato in Puglia e nel territorio – se si vuole una risposta seria, concreta e la più rapida possibile, senza arrischiarsi in proposte di cui al momento non intravedo la immediata fattibilità – la questione della assoluta inadeguatezza del numero e dei mezzi a disposizione della Compagnia dei Carabinieri di Altamura. Ripeto, non è possibile che il servizio di pronto intervento, il 112 per intenderci, si regga in tutto con 11 unità che devono coprire l’intera giornata e un vasto territorio con cinque comuni e circa 200mila residenti. È una situazione che perdura da tanti anni e che il Comune in primo luogo, chi lo rappresenta (che è anche autorità locale di pubblica sicurezza), dovrebbe porre con estrema decisione.
Se vogliamo essere seri, dobbiamo partire da qui, consapevoli comunque che, per problemi del genere, non esiste la soluzione, ma esistono le soluzioni (da perseguire nel campo della prevenzione, del controllo del territorio, del recupero o della creazione di presidi diffusi di socialità, della cultura, della riqualificazione urbana, del commercio, delle infrastrutture, ecc.).