Capisco bene la protesta contro la brutta legge elettorale votata dal Parlamento. Non capisco, però, come si possa difendere la legge elettorale in vigore sino ad oggi. Perché c’era, sino ad oggi, una legge elettorale, con cui si sarebbe andati a votare se non fosse stata approvata la nuova. Questo dato di realtà e di informazione non è stato fornito, lo si è nascosto o si è fatto finta che non ci fosse. Ed infatti, i più non lo sapevano!
Lottare contro il brutto per difendere il pessimo non è una buona prova e non lo capisco.
P.S. 1: la legge sino ad oggi vigente, con cui si sarebbe andati a votare se non fosse stata approvata la nuova, è quella porcheria dell’Italicum, parzialmente corretto dalla Corte costituzionale. Una legge che ci avrebbe consegnato alla sicura ingovernabilità o alla logica dei “governissimi” perché riconosceva il premio di maggioranza solo al partito (singolo, non in coalizione) che avesse raggiunto almeno il 40% dei consensi. Ipotesi e obiettivo irrealizzabili per tutti i partiti. Questo avrebbe comportato che, in mancanza di un partito che avesse ottenuto da solo il 40% dei voti, il riparto dei seggi sarebbe avvenuto proporzionalmente e quindi, come ho già scritto tempo fa, avremmo assistito alla solita sceneggiata: da una parte, quelli che avrebbero fatto finta di essere costretti alle megacoalizioni (da formare dopo il voto) e, dall’altra, quelli che avrebbero fatto finta di indignarsi e si sarebbero tenuti fuori dalle megacoalizioni. Sempre la legge elettorale in vigore sino ad oggi prevedeva, inoltre, il meccanismo dei capilista bloccati, quindi zero (o poco più) possibilità di scelta dei parlamentari da parte degli elettori.
P.S. 2: la legge elettorale più chiara ed efficace che abbiamo conosciuto in Italia è stata, a mio parere, il Mattarellum: piccoli collegi (150000 abitanti circa), maggioritario (il candidato che prende più voti è eletto), una quota di parlamentari (il 25%) eletti con un sistema proporzionale puro.