UNITÀ E AUTONOMIA NELLA COSTITUZIONE.

Intervento pubblicato dal Corriere martedì 10 ottobre. Per comodità di lettura, riporto qui il testo.
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UNITÀ E AUTONOMIA NELLA COSTITUZIONE.

La “comprensione” del Presidente Emiliano verso le ragioni autonomistiche del Nord ha inevitabilmente generato un dibattito vivace e interessante.
Molto sinteticamente provo a segnalare tre ordini di considerazioni.
1) Le parole del presidente sorprendono poco, sicuramente molto meno di quanto riescano fare certe reazioni. Non è lo stesso Emiliano osannato, sostenuto o sollecitato in tutte le campagne anti-centralistiche in difesa dei territori pugliesi e delle prerogative delle comunità locali? Referendum anti-trivelle e contro la riforma costituzionale, Tap, Ilva, nuova disciplina delle procedure di valutazione di impatto ambientale, ecc. Il tema è sempre lo stesso: il rapporto tra Stato e Regioni o, meglio, le forme e la necessità del coinvolgimento delle comunità nei processi decisionali che incidano irreversibilmente sul futuro di un territorio.
2) Il Mezzogiorno soffre da troppo tempo di un colossale deficit di rappresentanza. Il problema non è il Nord, il problema è ritrovare forza e soprattutto autorevolezza nella rappresentanza del Mezzogiorno, forse soprattutto a livello di Unione Europea. Al di là della semplificazione comunicativa del presidente, ecco, dunque, l’urgenza: dare corpo, in questa fase e in vista di importanti scadenze nella definizione delle prossime politiche nazionali e comunitarie, al Sud. Non si tratta di “isolarsi” o ritrovarsi a coltivare i propri luoghi, ma di capire come si sta con gli altri e di far capire che ci siamo noi, che c’è la Puglia, con il Molise, la Basilicata, la Calabria e così via.
3) L’esperienza della Puglia, pur con limiti e contraddizioni, dimostra come una stagione di governo, inaugurata dal centrosinistra nel 2005 e proseguita con l’attuale amministrazione regionale, possa rendere una regione meridionale pienamente capace di affermare un proprio (altro, non autonomo) modello di sviluppo, almeno in alcuni ambiti.
Penso, ad esempio, alle politiche e iniziative nel settore dei beni culturali e del paesaggio che hanno reso la nostra regione un riferimento sul piano nazionale e che devono essere difese e ulteriormente sviluppate senza cedere alla tentazione, emersa negli ultimi tempi e sempre in agguato, di una visione effimera o puramente ricreativa della cultura: la legge regionale in materia di beni culturali (n. 17/2013), il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, la Carta dei Beni Culturali della Puglia (recentemente si è riavviato il completamento e l’attuazione), l’innovativo programma Smart-In Puglia (restauro e fruizione di beni e luoghi della cultura, ma anche valorizzazione e trasmissione generazionale di quei “beni culturali immateriali” costituiti dalla esperienza e creatività di artigiani e artisti). Tutti strumenti di conoscenza, difesa e fruizione della bellezza rappresentata dal nostro patrimonio paesaggistico, storico, culturale.
Con questo intendo dire che ove una regione dimostri concretamente la sua capacità di governo dei processi, ha non solo l’opportunità di rivendicare maggiori margini di autonomia su specifiche materie (nella cornice definita dalla Costituzione, in particolare dall’art. 116), ma ha il dovere di offrire la sua specificità e la sua ricchezza di esperienza e di buona politica come modello sul piano nazionale ed europeo.
L’Unità nazionale, come qualunque alleanza tra diversi, richiede capacità, autonomia, dedizione, condivisione, tolleranza, infinitamente maggiori rispetto all’alleanza di eguali. La Costituzione non si accontenta di registrare la mera esistenza di una “unità e indivisibilità” della Repubblica (art. 5). Proprio perché si tratta di un’alleanza tra diversi, pretende che sia fondata su un patto ordinato sull’eguaglianza di tutti i cittadini e preordinato ad assicurare eguali diritti civili e sociali, eguali livelli di prestazioni e servizi pubblici. La democrazia non è una società di eguali, ma una società di soggetti che si riconoscono per le differenti qualità e quindi si riconoscono per i doveri, i diritti e le responsabilità.

ENZO COLONNA