[http://www.consiglio.puglia.it/…/Linee-ferroviarie-turistic…]
Recuperare e valorizzare le linee ferroviarie di pregio dismesse presenti nel territorio regionale, riattivandole a fini turistici.
Un obiettivo ora possibile attraverso gli strumenti offerti dalla recente legge statale n. 128 del 2017. Tale legge ha infatti istituito l’elenco delle tratte ferroviarie ad uso turistico mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione caratterizzate da particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, anche con riferimento a stazioni, opere d’arte e pertinenze presenti lungo i tracciati ferroviari.
Entro centottanta giorni (decorrenti dal 7 settembre 2017), tali tratte saranno individuate e classificate dal Ministro delle infrastrutture e trasporti, di concerto con i Ministri dei beni, attività culturali e turismo e dell’economia, previa intesa in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni-Province autonome.
Nell’elenco di linee già individuate dalla legge non figurano tratte presenti nel territorio pugliese (eccezion fatta per alcuni chilometri della linea Avellino – Rocchetta Sant’Antonio), nonostante nella nostra regione vi siano diverse tratte ferroviarie dismesse alcune delle quali in contesti territoriali di particolare interesse culturale, naturalistico e turistico. Potrebbero essere recuperate a tal fine, ad esempio, le linee San Severo – San Nicandro Garganico (via San Marco in Lamis); la Nasisi – Taranto Arsenale (“circummarpiccolo”), il tronco la Gallipoli – Gallipoli porto e la linea Rocchetta Sant’Antonio – Gioia del Colle.
Ove adeguatamente valorizzate, infatti, tali linee ferroviarie possono rappresentare un significativo potenziale di sviluppo nel settore turistico per le comunità e i territori interessati. La presenza di una ferrovia turistica consente infatti di immaginare, attraverso forme di mobilità sostenibile, una varietà di itinerari e/o percorsi esperienziali, incrementando così l’offerta e l’attrattività degli stessi territori e migliorandone il posizionamento strategico.
Penso, in particolare, alle potenzialità della linea Rocchetta Sant’Antonio – Gioia del Colle, una tratta di circa 139 chilometri che percorre la dorsale interna del territorio pugliese e lucano e che attraversa territori di grande interesse paesaggistico, naturalistico, geologico, storico e culturale, peraltro spesso contesto di riprese cinematografiche. La linea si sviluppa, per un lungo tratto, a ridosso del suggestivo “costone” dell’altopiano murgiano, alle porte del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e lambisce siti di assoluta rilevanza culturale e turistica quali: le cave di bauxite (nei pressi di Spinazzola), la rocca del Garagnone (tra Spinazzola e Poggiorsini), Cava Pontrelli ove sono presenti migliaia di orme di dinosauri (tra Altamura e Santeramo), importanti siti archeologici (come Botromagno nei pressi di Gravina e Belmonte nei pressi di Altamura) e insediamenti rupestri (a Gravina, Altamura). A pochissimi chilometri di distanza dalla linea sono inoltre presenti siti di assoluto rilievo tra i quali il Pulo di Altamura e la grotta di Lamalunga ove è conservato il fossile conosciuto come “Uomo di Altamura”.
Peraltro, l’area geografica interessata da questa linea è connessa alla rete autostradale (A16 Napoli-Canosa e la A14 Bologna-Taranto) e presenta collegamenti ferroviari verso Avellino, Potenza, Barletta, Bari, Taranto e Matera, città designata Capitale Europea della Cultura 2019.
La riattivazione del questo tratto ferroviaria è da anni una delle tracce di lavoro nel processo di definizione della strategia di rilancio dell’area interna “Murgia”.
Attraverso una mozione consiliare e una interrogazione diretta agli Assessori ai Trasporti, Antonio Nunziante, e al Turismo e alla Gestione dei beni culturali, Loredana Capone, ho sollecitato il Governo regionale ad adottare ogni iniziativa utile, anche di concerto con altri enti, finalizzata all’inserimento di linee ferroviarie dismesse e di pregio del territorio pugliese nell’elenco nazionale delle tratte a uso turistico.
Auspico che il Consiglio e la Giunta regionali vogliano recepire e fare proprie tali sollecitazioni.
[Foto di Luciano Montemurro, Archivio Centro Studi Torre di Nebbia]