La Giunta regionale si accinge a designare, forse già domani, la seconda area interna pugliese che potrà beneficiare delle risorse statali destinate dalla legge di stabilità per il 2015 (art. 1, comma 674) al rafforzamento della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne. Si tratta complessivamente di 90 milioni di euro per il triennio 2015-2017 che saranno ripartiti – come ha previsto il CIPE (deliberazione n. 43 del 10 agosto 2016) – tra le 23 aree-progetto candidate dalle regioni (poco meno di 4 milioni per ciascuna area).
Si tratta di un tema importante e delicato che non merita, come ho già sottolineato, di essere consegnato a dispute meramente campanilistiche o strumentali. È necessario invece concentrarsi sul merito della questione, vale a dire la strategia da mettere in campo che deve rispondere all’esigenza di contrastare lo spopolamento e la marginalizzazione di territori, facendo leva su due importanti assi di politica economica, come il miglioramento dei servizi alla persona e l’innesco di processi locali di sviluppo.”
I territori rurali e interni dell’Italia già storicamente caratterizzati da una scarsità di servizi essenziali per il pieno godimento del diritto di cittadinanza (quali istruzione, mobilità, welfare e sanità) hanno conosciuto negli ultimi anni un ulteriore abbandono a favore delle aree urbane più popolate diventate sempre più attrattive. A questi fattori si aggiungono dissesto idrogeologico, degrado e consumo del suolo, oltre che invecchiamento della popolazione. La strategia nazionale di coesione si propone di intervenire per porre un freno a questi fenomeni, tutelando, recuperando e rivitalizzando le aree interne.
Le variabili di contesto, dunque, da tenere in considerazione sono: persistenza di fenomeni di spopolamento negli ultimi decenni; fenomeni negativi nell’uso del suolo; episodi di crisi del tessuto produttivo esistente, anche in territori fortemente legati in maniera funzionale alle aree interne.
È solo sulla base di criteri oggettivi di questo tipo, non di altri surrettiziamente individuati, che la Giunta regionale è chiamata a individuare la seconda area interna pugliese che potrà beneficiare delle risorse statali a disposizione.
In particolare, si dovrà tener conto ed entrare nel merito della strategia definita da ciascuna delle tre aree candidabili che, ricordo, con una deliberazione di Giunta regionale del 29 dicembre scorso furono individuate nel Sud Salento, Murgia e Gargano e che si andavano ad aggiungere a quella dei Monti Dauni, prima area designata alla Strategia nazionale nel 2015 (D.G.R. n. 870). Non a caso, la delibera di dicembre scorso rinviava opportunamente ad una valutazione successiva, condotta sulla base dei documenti e piani strategici definiti da ciascuna delle tre aree, l’individuazione della seconda area interna da candidare alle risorse statali destinate alla Strategia nazionale delle Aree Interne.
Ricordo, altresì, che ad esito di un dibattito che mi vide attivamente partecipe, svoltosi in occasione della discussione consiliare sulla manovra finanziaria 2017, il Governo regionale assunse formalmente l’impegno di riservare comunque specifiche risorse della programmazione regionale anche alle aree che non avrebbero potuto beneficiare delle risorse statali.
Tra i territori potenzialmente interessati, c’è la Murgia che comprende in via diretta i Comuni di Poggiorsini, Spinazzola e Minervino Murge, ma che coinvolge, per le connessioni e le relazioni esistenti, altri comuni di quel territorio. Un’area che presenta valori di criticità negli indicatori demografici, economici, sociali, che richiedono una adeguata concentrazione territoriale degli interventi, in particolare sotto il profilo dei servizi destinati alla tutela della salute delle popolazioni locali e sotto il profilo dell’accessibilità per la mancanza di collegamenti interni tra i piccoli centri, per l’inadeguatezza del trasporto pubblico locale (soprattutto a servizio dell’utenza scolastica) e per la fragilità del tessuto viario.
Confido, pertanto, che le determinazioni della Giunta confermino coerenza delle valutazioni e impegni assunti.
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