Nelle ultime settimane ho seguito direttamente queste procedure con il supporto delle strutture regionali. Sì è riusciti negli ultimi giorni a colmare il ritardo nell’erogazione delle indennità di maggio e giugno da parte dell’Inps. Speriamo che ora si possa andare a regime con l’accredito nel secondo mese successo al bimestre maturato (per intendersi, ad ottobre quello relativo ai mesi di luglio e agosto e così via).
Enorme è lo sforzo – in termini organizzativi, gestionali ed economici (svariate decine di milioni di euro destinati a questa misura; recentemente, anche risorse destinate a potenziare significativamente la dotazione di personale degli uffici di ambito) – che la Regione sta compiendo per questa misura (la prima del genere ideata e avviata a livello nazionale).
Uno sforzo che rischia di non essere apprezzato per i limiti organizzativi manifestati in questi mesi dell’Inps.
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Sono numerosi beneficiari del ReD, Reddito di Dignità, Pur avendo sottoscritto da mesi il “patto di inclusione” con i rispettivi Ambiti territoriali, non hanno ancora ricevuto le indennità spettanti senza una reale ragione.
A denunciare i ritardi regionali è il consigliere Enzo Colonna che dopo aver chiesto informazione agli uffici deputati ha riscontrato particolari difficoltà nelle procedure di accreditamento da parte dell’Inps.
“Il Reddito di Dignità della Regione Puglia è uno strumento di politica attiva di inclusione sociale, che prevede l’obbligatorietà di accompagnare il beneficio economico ad un percorso di attivazione (con esperienze formative e tirocini) del beneficiario e del suo nucleo familiare – ricorda Colonna che aggiunge – In numerosi casi, però, i beneficiari, pur avendo avviato da mesi i propri tirocini, non riescono a percepire, in tempi ragionevoli, l’indennità loro riconosciuta”.
Il consigliere dopo le opportune verifiche ha interpellato gli uffici preposti e il governo regionale chiedendo di semplificare le procedure.
“Nell’immediato – spiega Colonna – è necessario rivedere in particolare i meccanismi di accreditamento, o eliminando del tutto il coinvolgimento dell’Inps, che sta rivelando gravi limiti in termini di organizzazione ed efficienza, o, se questo non è possibile, sollecitando l’Istituto previdenziale nazionale a dotarsi di un assetto organizzativo che consenta di superare incertezze e confusioni generate dalla sovrapposizione di ReD e SIA e, soprattutto, di assicurare tempestività nell’erogazione delle indennità”.
“Dispiace rilevare come l’enorme sforzo che la Regione sta compiendo per questa misura rischi di essere vanificato o ben poco percepito dai diretti beneficiari in condizione di bisogno o di grave fragilità personale e familiare”.