I prossimi due mesi saranno decisivi per molti comuni pugliesi in ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalla normativa nazionale e regionale e che, per questo, sono tenuti al versamento in misura elevata del tributo speciale per il deposito in discarica (c.d. ‘ecotassa’), il cui peso grava inevitabilmente su cittadini e imprese.
Ricordo infatti che – grazie alla legge numero 5 del 2 maggio 2017 che abbiamo approvato in Consiglio regionale, con larga maggioranza, lo scorso aprile – la Regione ha confermato la precedente misura dell’ecotassa a favore dei comuni che, nei mesi di settembre e ottobre 2017, riescano a conseguire un incremento medio di almeno il 5% del livello di raccolta differenziata rispetto a quello raggiunto nel periodo 01.09.2015-31.08.2016.
Concretamente, con l’intervento legislativo rimarrebbe inalterata, per tali comuni, l’aliquota massima di 15 euro per ogni tonnellata di rifiuti conferiti in discarica e non troverebbe applicazione, invece, quella di 25,82 euro per tonnellata prevista dalla legge regionale n. 38/2011.
A tal fine, i Comuni, oltre ad aver già comunicato la previsione del conseguimento dell’obiettivo al gestore dell’impianto di smaltimento e alla sezione regionale competente, dovranno trasmettere entro il 15 novembre 2017 la documentazione necessaria per la verifica del risultato fissato, versando, in mancanza, l’eventuale conguaglio.
La quota di contributo non versato dovrà essere destinata esclusivamente a concorrere alle spese di gestione del servizio dei rifiuti urbani.
La norma intende quindi sostenere i Comuni che dimostrino di voler invertire la rotta attuando in tempi rapidi misure idonee all’incremento delle percentuali di differenziata, nell’ottica di un contenimento dei costi e di una migliore gestione complessiva del ciclo dei rifiuti.
Si tratta di una importante ed eccezionale misura dettata per i comuni in ritardo nel raggiungimento dei livelli fissati dalla normativa, che difficilmente sarà ripetibile in futuro: la legge statale n. 221/2015, infatti, rende inderogabili, a partire dal 2018, i livelli minimi di raccolta differenziata per tutto il territorio nazionale e impone l’applicazione di una addizionale del 20% a carico dei comuni che non li raggiungano. Pertanto, dal prossimo anno non sarà più possibile intervenire, da parte delle regioni, con meccanismi di mitigazione del tributo o di sostegno in favore dei comuni non virtuosi.
Per fare un riferimento specifico ad una situazione concreta, si pensi all’ex ambito di raccolta ottimale della Murgia Ba/4: sono diversi i comuni nei quali la raccolta differenziata è ferma a livelli notevolmente bassi (Altamura 18%, Santeramo 16,5%, Gravina (6,8%) e dunque potenzialmente interessati dal provvedimento.
Torno dunque, ancora una volta, a fare appello ai vertici amministrativi di questi comuni (benché ad Altamura le funzioni di sindaco e giunta siano state affidate ad un commissario prefettizio) e, in generale, di tutti i comuni pugliesi con bassa raccolta differenziata affinché colgano questa ulteriore e ultima opportunità offerta dalla legge regionale, mettendo in campo ogni iniziativa utile a incrementare, in tempi brevissimi, i propri livelli di differenziata, migliorando così l’efficienza dei servizi di raccolta in termini ambientali e riducendo i costi che inevitabilmente incidono sulla tassazione a carico dei cittadini.
http://www.consiglio.puglia.it/…/Ecotassa–Colonna—Mesi-d…
[P.S.: nel caso di Altamura, si tratterebbe di un risparmio di ben 300.000 euro circa. In questi mesi, è appena il caso di sottolinearlo, nulla è stato impostato o avviato per determinare l’incremento del 5% della raccolta differenziata (sarebbe necessario raggiungere 23-24% nei mesi di settembre-ottobre. Eppure, anche In questo caso, a tempo debito, avevo comunicato, chiesto, sollecitato.]