Grillo, Berlusconi, Renzi: ecco cosa vuole il partito dell’Accordone (e cosa rischiamo)

Quello che hanno tirato fuori c’entra pochissimo o nulla con la legge elettorale tedesca. Di tedesca, forse c’era solo la birra consumata assieme.

http://m.espresso.repubblica.it/palazzo/2017/06/02/news/grillo-berlusconi-renzi-il-partito-dell-accordone-e-la-campagna-elettorale-d-estate-1.303102

Grillo, Berlusconi, Renzi: ecco cosa vuole il partito dell’Accordone (e cosa rischiamo)

Dobbiamo prepararci a una campagna elettorale estiva, per andare alle urne a settembre. Ma l’obiettivo di un governo durevole è quasi irrealizzabile, e la prospettiva è quella di elezioni a ripetizione. L’analisi completa sull’Espresso in edicola da domenica 4 giugno

DI MARCO DAMILANO

È la fine di un tempo lungo – il sistema maggioritario nato nel 1993 – con un blitz parlamentare che nelle intenzioni dovrebbe avere cadenze brevissime: appena un mese, dal 5 giugno al 7 luglio, per approvare il sistema che si ispira al modello tedesco, ma che tedesco è fino a un certo punto.

In realtà è italiano, italianissimo, e produrrà gli effetti tipici del Parlamento di Roma più che del Bundestag di Berlino. A partire dalleelezioni anticipate immediate, con scioglimento delle Camere a luglio, raccolta di firme e presentazione delle candidature ad agosto, par condicio televisiva che scatta intorno all’Assunta, talk show presi in contropiede mentre il grosso dell’audience televisiva (e dell’elettorato) è ancora in vacanza, voto a settembre (il 24, quando si vota anche in Germania) o al più tardi a ottobre.

Nella Prima Repubblica si facevano i governi balneari, per far passare l’estate in attesa di equilibri politici più maturi, nella rinata Repubblica del proporzionale si progettano le campagne elettorali sul bagnasciuga. E poi, è già pronto il prossimo giro: perché il fronte favorevole al voto subito è consapevole che quello del 2017 potrebbe essere soltanto il primo tempo della partita, non risolutivo, il secondo tempo arriverà soltanto nel 2018 con nuove elezioni anticipate, quelle dove si farà sul serio.

L’improvvisazione con cui si stanno portando gli italiani a votare tradisce questo disegno, coltivato dal Movimento 5 Stelle, da Silvio Berlusconi e da Matteo Renzi, l’incredibile alleanza delle urne istantanee che stando vita a un nuovo acronimo della politica italiana, il più sorprendente: il Gbr. Sta per Grillo-Berlusconi-Renzi: è il partito dell’Accordone che si è composto per approvare rapidamente la nuova legge elettorale e tornare al voto, per poi sciogliersi in una campagna elettorale che si annuncia durissima.

E ora il Gbr che tira giù il sipario, con una legge elettorale che non dà nessuna risposta ai temi su cui partiti e osservatori si sono arrovellati per anni: il potere dei cittadini di scegliere deputati e senatori (nel nuovo sistema, nonostante l’apparente collegio uninominale, i candidati saranno tutti blindati dalle scelte dei partiti) e soprattutto l’esigenza di un governo stabile e durevole.

Un obiettivo che appare quasi irrealizzabile, nello spazio di un campagna elettorale ferragostana. E che potrebbe portare a nuove elezioni anticipate nel giro di pochi mesi, come avvenuto in Grecia nel 2012 e in Spagna nel 2015-2016. Sempre che il Gbr non si divida subito, e si sciolga come neve sotto il solleone