La Giunta regionale ha approvato la delibera con cui si chiede al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di estendere la copertura degli indennizi per i danni subiti alle colture, a seguito della gelata della prima decade di gennaio scorso, anche a favore dei territori delle province di Bari e BAT.
È davvero una buona notizia. Un risultato che vede confermati gli impegni presi dall’Assessore all’Agricoltura Di Gioia e premiato l’impegno, in termini di collaborazione e impulso, di associazioni di categoria del mondo agricolo e dei consiglieri regionali, io tra questi, che avevano sollecitato un esito di questo tipo.
Ricordo che un’importante occasione per fare il punto della situazione è stata l’audizione del 3 aprile scorso – in IV commissione, sollecitata dal collega Damascelli – di dirigenti del dipartimento regionale agricoltura, rappresentanti regionali di alcune associazioni rappresentative degli agricoltori (COLDIRETTI, CIA, CONFAGRI, COPAGRI) e dell’Ordine degli Agronomi in ordine ai danni subiti dalle aziende agricole e zootecniche a seguito delle abbondanti nevicate e soprattutto delle gelate dei primi giorni dell’anno. Eventi che indussero la Giunta regionale a procedere alla declaratoria di stato di calamità naturale, con la delibera n. 295 del 7 marzo scorso.
In quella seduta di commissione, si affrontò in particolare il tema delle iniziative utili a ricomprendere le aziende operanti nei territori delle province di Bari e BAT nel novero dei beneficiari degli interventi previsti dal decreto legislativo n. 102 del 2004 nell’ambito del Fondo di Solidarietà Nazionale istituito presso il Ministero.
È bene ricordare che la Regione aveva proceduto tempestivamente a dichiarare lo stato di crisi e a effettuare, attraverso i propri uffici, le prime stime dei danni. Dai sopralluoghi effettuati nelle 6 Province i danni sono ammontati ad oltre 180 milioni di euro.
Si era riscontrato tuttavia che quelli rilevabili nei territori delle province di Bari e BAT non superavano il 30 per cento della produzione lorda vendibile (PLV), condizione minima per poter accedere alle misure del Fondo di Solidarietà Nazionale.
Diverse volte ho sottolineato la necessità di mettere in campo ogni iniziativa utile a consentire anche alle aziende agricole e zootecniche di tali territori di accedere agli interventi di natura compensativa previsti dal d.lgs. 102/2004, anche perché molti danni subiti dalle colture (ad esempio uliveti, mandorleti, ecc.) non potevano essere riscontrati nell’immediatezza degli eventi atmosferici calamitosi (avvenuti in pieno inverno) ma solo in un momento successivo, alla ripresa dello stato vegetativo, quindi da due mesi a questa parte.
Durante l’audizione del 3 aprile, i dirigenti regionali confermarono che si stava procedendo a nuovi sopralluoghi e ad una nuova valutazione dei danni, anche in virtù della richiesta del Ministero di spacchettare i dati relativi alle due province, prima inviati dalla Regione in modo congiunto. La necessità di rispondere alla richiesta del Ministero metteva in condizione la Regione di operare nuove verifiche e aggiornare le valutazioni alla luce delle ulteriori verifiche e stime dei danni.
Dall’audizione emerse un’altra indicazione positiva: si sarebbe proceduto a delimitare gli ambiti territoriali colpiti spingendosi a individuare singole particelle, non limitandosi ai dati aggregati su base provinciale o comunale (come si era operato nella prima fase). Tanto avrebbe reso possibile isolare le singole situazioni di danno, quindi quelle in cui era possibile riscontrare il requisito minimo utile per l’accesso al fondo, vale a dire la sussistenza di danni superiori al 30 per cento della produzione lorda vendibile (art. 5 del d.lgs. 102/2004).
Il supplemento di istruttoria e l’ulteriore ricognizione operata negli ultimi due mesi ha dato ora evidenza del fatto che, con la ripresa vegetativa delle piante colpite e l’aumento delle temperature, i danni alle colture, in particolare agli uliveti, sono superiori al 30%.
Da qui, l’ultima deliberazione di Giunta. Ringrazio l’Assessore all’Agricotura, le strutture regionali per lo sforzo compiuto in questi mesi, le organizzazioni di categoria per l’importante contributo fornito alla regione e i colleghi consiglieri che, assieme a me, hanno tenuto alta l’attenzione sul tema (in particolare, il collega Damascelli).
Ricordo, comunque, che:
– il supplemento di istruttoria è stato possibile ed ora ha consentito alla Giunta regionale di chiedere l’estensione della copertura del Fondo ai territori interessati anche nel barese e nella BAT solo in quanto la Giunta regionale è riuscita a completare la procedura di delimitazione dei territori colpiti e di accertamento dei danni conseguenti e quindi a deliberare (n. 295 del 7 marzo), entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla cessazione dell’evento dannoso, la proposta di declaratoria della eccezionalità dell’evento, come prevede l’art. 6 del d.lgs. 102/2004.
– Come ha già chiesto la Giunta regionale è necessario, considerata l’assoluta eccezionalità degli eventi, che il Governo nazionale conceda una deroga a quanto previsto dal fondo di solidarietà nazionale, così da garantire risarcimenti anche per i danni alle produzioni assicurabili come da Piano Assicurativo Nazionale (esclusi dalle agevolazioni previste dal d.lgs. n. 102/2004) e per tutelare, quindi, le aziende non assicurate. Opportuna, in tal senso, è l’interlocuzione avviata a gennaio tra il governo regionale e il governo centrale che mi auguro sortisca risultati.
– La deroga è importante perché le agevolazioni previste non consistono solo in contributi e indennizzi a fronte dei danni subiti, ma anche in agevolazioni previdenziali (l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l’evento) e proroghe delle scadenze delle rate di operazioni di credito agrario effettuate dalle imprese agricole.
In questi mesi sono emersi, a fronte di eventi meteorologici che, in varie forme, si presentano non più con i caratteri dell’eccezionalità, i forti limiti della legislazione nazionale e della relativa disponibilità di risorse finanziarie. Come pure è emersa l’esigenza di aggiornare e rendere più incisive e tempestive le procedure definite dalla normativa regionale. In particolare, ho già rilevato i limiti e i ritardi che, anche in questa occasione, si sono manifestati nella fase di ricognizione dei danni e delle conseguenze di avversità atmosferiche di carattere eccezionale; una fase che, in base alla legge regionale n. 24/1990, dovrebbe vedere i Comuni protagonisti attivi e tempestivi, in quanto tenuti alla ricezione delle domande di concessione delle provvidenze e a provvedere a fornire all’assessorato regionale all’agricoltura informazioni e dati.