Venerdì approvata legge regionale contro sprechi alimentari e di farmaci. Recupero alimenti destinato all’alimentazione umana, animale e all’autocompostaggio domestico. I Comuni, come già prevede la legge nazionale e scrissi alcuni mesi fa, possono prevedere riduzioni tassa rifiuti a favore di chi recupera.
È stata approvata venerdì dal Consiglio regionale la proposta di legge su recupero e riutilizzo delle eccedenze e sprechi alimentari e dei prodotti farmaceutici, che ha come primo firmatario il consigliere Ruggiero Mennea e che ho sostenuto, sottoscrivendola, sin dall’inizio del suo iter consiliare.
Con questa legge la Regione Puglia fornisce uno strumento concreto per il contrasto alla povertà e agli sprechi. Mira ad ottenere un duplice effetto: da un lato, contribuire a diminuire lo spreco di risorse vitali e ambientali e, dall’altro, tentare di alleviare il disagio economico di fasce sociali sempre più vaste della popolazione.
A favore di queste ultime, la legge promuove iniziative dirette a rendere disponibili generi alimentari e farmaci non più idonei alla commercializzazione, anche a causa di alcune inaccettabili distorsioni della filiera della distribuzione. Si pensi, ad esempio, a quei prodotti ancora validi dal punto di vista alimentare, ma che presentano piccoli difetti di confezionamento, a quelli vicini alla data di scadenza oppure alle partite invendute e ai prodotti agricoli non raccolti per difficoltà di mercato e, quindi, destinati a marcire nei campi.
Nel testo finale della legge sono stati recepiti alcuni miei emendamenti e in particolare:
– l’estensione delle attività di recupero e riutilizzo delle eccedenze anche degli alimenti non più commestibili dall’uomo, ma utilmente destinabili all’alimentazione animale (ad esempio a beneficio di quelli ospitati in canili o curati da associazioni attive nel campo della protezione degli animali) oppure utilizzabili per l’autocompostaggio o per il compostaggio di comunità con metodo aerobico;
– la previsione, negli appalti pubblici per l’affidamento di servizi di ristorazione collettiva gestiti dalla Regione e da altri Enti pubblici, di criteri preferenziali a favore delle imprese che garantiscano il minor volume di sprechi alimentari e/o il loro recupero.
Inoltre, sempre su mia proposta, la Regione sarà impegnata ad agevolare le attività di recupero e redistribuzione di eccedenze e sprechi alimentari attraverso lo sviluppo di sistemi informatici, applicazioni e/o piattaforme web e a promuovere accordi di collaborazione per la cessione di generi alimentari tra le aziende del settore alimentare della grande distribuzione organizzata, della ristorazione collettiva e dei soggetti attuatori della legge (enti pubblici, imprese produttrici e distributrici di generi alimentari, imprenditori agricoli, realtà associative che operano nel campo del contrasto alla povertà e al disagio sociale).
Come ho avuto modo di sottolineare più volte, la norma risulterà efficace se si riuscirà coinvolgere, dal basso, volontari e associazioni, parrocchie, mondo agricolo e produttivo in generale, anche attraverso una irrinunciabile opera di divulgazione, informazione e sensibilizzazione, soprattutto nelle scuole. In questo senso sarà fondamentale il ruolo dei Comuni, in particolare degli ambiti territoriali sociali che, operando nel settore del disagio sociale, possono meglio coordinare e finalizzare gli interventi di solidarietà delle organizzazioni di base.