In ricordo di Fabio.

“Ti ricordi trent’anni fa cos’era un partito? La Dc o il Pci? Se io e te eravamo iscritti al partito, o solo simpatizzanti o anche semplici elettori, avevamo punti di vista comuni. E il nostro punto di vista era in qualche modo simile a quello del segretario del partito. Era una comunanza di sguardo: guardavamo lo stesso orizzonte. Ed eravamo felici di esserlo”. Era la comunione. “Il mio destino è il tuo, la mia pena la tua, la mia felicità simile a quella che provi tu. La mia vita è un po’ la tua”. Oggi è l’opposto. “Oggi godo tanto di più quanto più inveisco contro di te, mi sento distante da te e ti maledico. Altro che leader, sei lontano, devi sparire, mi porti solo guai. Sei un incompetente, un truffatore. È il minimo che ti dico”. –
(Ascanio Celestini)
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Ogni anno lo ricordo così, con una bellissima copertina realizzata da Antonio Ant Cornacchia per il nostro Carta Libera in occasione di un’amarissima sconfitta nelle elezioni del 1996 (Fabio non fu confermato onorevole del collegio per una quarantina di voti).
Le persone si onorano e si rispettano da vivi. L’affetto lo si deve riservare ai vivi. Sentimenti che poi, con la morte, diventano ricordi, belli, intensi.