SU TEMI SERI COME ACQUA BENE COMUNE E SERVIZIO IDRICO NON SERVONO SLOGAN E IMPROVVISAZIONE

Su temi quali la difesa dell’acqua come diritto universale e inalienabile di ogni essere vivente, la definizione delle garanzie di accesso al minimo vitale, sono necessari serietà, studio e responsabilità. Analogamente per la questione della scadenza, fissata al 31 dicembre del 2018, della gestione del servizio idrico integrato affidata all’Acquedotto Pugliese spa, le cui quote sono interamente detenute dalla Regione Puglia.
Argomenti sicuramente attuali ma che non possono implicare uno stravolgimento delle minime regole della democrazia e del confronto, che impongono di “conoscere prima di deliberare” e di tutelare le opinioni di tutti, anche quelle più distanti dalle proprie.
Sul tema dell’acqua quale “bene comune” sono impegnato da lungo tempo. Ricordo il referendum del 2011 e, prima ancora, le tante battaglie condotte a livello locale. Nel 2010, ad esempio, da consigliere comunale ho proposto e ottenuto che il Comune di Altamura, primo in Italia, riconoscesse nel suo Statuto il principio generale che “l’acqua è un bene comune, diritto inalienabile di ogni essere vivente” e che il servizio idrico “non può che essere privo di rilevanza economica e deve essere esercitato salvaguardando l’accesso di tutti all’acqua”.
Conosco, dunque, la crucialità dell’argomento.
Nella conferenza dei capigruppo di questa mattina abbiamo scelto di discutere del tema come primo punto della prossima seduta del Consiglio, fissata per il 21 febbraio, così da avere tutti la possibilità di contribuire a definire compiti, finalità e composizione del ‘tavolo tecnico’ e a costruire, attivamente, percorsi e soluzioni che consentano alla Regione di arrivare pronta alla scadenza del 2018.
Sconcerta, invece, che su argomenti così seri e complessi si possa discutere sulla base di documenti presentati all’ultimo momento e non inseriti all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio, come pretendevano di fare stamane i colleghi del Movimento 5 Stelle, agitando slogan e invettive e paventando pericoli del tutto inesistenti, come quello della privatizzazione dell’acqua, o al momento inconsistenti, come quello della privatizzazione dell’Acquedotto Pugliese. In questo modo, mancando un pur minimo passo tangibile della Regione in questa direzione, si vuole solo sollevare un inutile polverone, senza avere la pazienza e la disponibilità a ragionare nel merito dei problemi e dei provvedimenti.
Non si fa un buon servizio ai cittadini individuando un nemico o un pericolo, che non ci sono, al solo fine di costruire un caso, una battaglia, una polemica e una presa di posizione.