Sto misurando il grado di incoscienza e irresponsabilità nei confronti del Paese reale (quello che fortunatamente continua a lavorare; quello che si affanna per dare una prospettiva a sé, alla propria famiglia, alla propria azienda; quello che, anche nelle istituzioni, continua silenziosamente a impegnarsi per risolvere problemi; soprattutto quella parte del Paese al momento senza lavoro e prospettiva) dalla frenesia di andare al voto subito. C’è una bella compagnia di politici, apparentemente distanti tra loro, particolarmente impegnata su questo fronte (da Renzi a Grillo, passando per Salvini).
Il voto ora, senza una nuova e decente legge elettorale, significa affidare il Paese per i prossimi cinque anni ad un parlamento senza una maggioranza espressa dal voto, quindi agli ennesimi accordi di Palazzo per formare un governo (Pd+Forza Italia, M5S+Lega o Pd+M5S), a parlamentari in grandissima parte nominati dai capi o segretari di partiti e movimenti, scollegati dalle scelte degli elettori e dai territori.
Questa, sì, è palude o il suo perpetuarsi senza limite.