Ho espresso la mia contrarietà alle modifiche alla Costituzione in diverse occasioni, in tempi non sospetti, seguendo il loro percorso parlamentare sino all’approvazione definitiva. Per le forme, le modalità e i contenuti. E soprattutto per i perversi effetti distorsivi sul sistema rappresentativo democratico che esse determinano in combinazione con l’oscena nuova legge elettorale.
Indecente è la tecnica referendaria: prendere o lasciare il “pacco” completo, senza avere la possibilità di esprimersi sui specifici contenuti con distinti quesiti: il finto e pasticciato superamento del bicameralismo; la bizzarra composizione del nuovo Senato e le indefinite modalità di elezione o designazione dei suoi componenti; il nuovo e incomprensibile riparto di competenze tra Stato centrale e Regioni; l’assurda costituzionalizzazione dei “costi standard” (gli “indicatori di riferimento di costo”), omogenei su tutto il territorio nazionale, che rischia di penalizzare soprattutto le Regioni meridionali rendendo ancor più difficile garantire ai cittadini servizi adeguati; la (invece) doverosa limitazione alle indennità dei rappresentanti istituzionali regionali; la opportuna eliminazione di province, della figura dei senatori a vita e del Cnel. Indecente è anche la campagna referendaria in corso: le posizioni si stanno attestando non sul merito, ma sul grado di simpatia o antipatia nei confronti di Renzi o, strumentalmente, sulla considerazione di vantaggi o convenienze singolari (riferibili a persone, gruppi, movimenti o partiti).
Si resta poi costernati dinanzi:
– alla onnipresenza del presidente del consiglio e ai suoi giochi di illusionismo (sembra che non stia governando da quasi tre anni e che tutta la sua azione di governo la stia facendo in questi pochi giorni);
– a certi argomenti del fronte del “no”. Molti avrebbero fatto miglior figura e miglior servizio alla causa del “no”, tacendo. Non ci si può presentare come difensori della Costituzione e dei suoi valori di fondo, se taluni in anni di attività politica e istituzionale non li hanno rispettati o se poi nei fatti li si tradisce, come fanno altri, riservando a chi la pensa diversamente parole d’odio, rancore, accuse di tradimento o complicità con il “nemico”. I principi, scriveva un filosofo, sono alibi, se cessano di animare il mondo esterno e la vita quotidiana.
Per evitare incomprensioni, sia chiaro che, alle condizioni date (con questa legge elettorale), confermo la mia contrarietà, quindi il mio NO, alle proposte modifiche della Costituzione.