Interrogazione sulla gestione allarmi radiometrici in impianti rifiuti.
Nei giorni scorsi due automezzi semiarticolati della ditta concessionaria del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti per il Comune di Altamura, utilizzati per il trasporto dei rifiuti, sono stati bloccati all’ingresso dell’impianto di biostabilizzazione dell’Amiu di Modugno: il portale radiometrico posto all’ingresso ha rilevato, infatti, una radioattività anomala, vale a dire superiore a quella dovuta al fondo naturale.
A quanto consta allo scrivente, è il terzo episodio, nel giro di pochi mesi, che coinvolge mezzi al servizio della Città di Altamura.
Non sono peraltro gli unici in Puglia. I sistemi di controllo non di rado rilevano la presenza di rifiuti contenenti radionuclidi, molto spesso presidi medici di cittadini (ad esempio, reflui organici prodotti da persone che hanno fatto ricorso, in tempi recenti, a strumenti diagnostici o dispositivi terapeutici basati sull’uso di radionuclidi o sottoposti a radioterapia). I radionuclidi di impiego sanitario si considerano radionuclidi a bassa pericolosità, perché “a tempo di dimezzamento breve”. In altri termini, questi elementi o sostanze perdono o riducono la carica radioattiva in tempi brevi (dell’ordine di alcuni giorni o al massimo qualche settimana).
Come si legge nella Circolare adottata dalla Regione sulla “Gestione allarmi radiometrici in impianti di trattamento/smaltimento RSU” (Deliberazione della Giunta regionale n. 1096 del 2012), «nel 99% dei casi la rilevazione di radioattività nei rifiuti solidi urbani (RSU) si è rilevata essere di origine sanitaria e i radionuclidi in causa (quasi esclusivamente Iodio 131) hanno tempi di dimezzamento inferiori ai 75 giorni. Solo occasionalmente è stata rilevata la presenza di Torio 232, proveniente da reticelle per lampade a gas smaltite in cassonetto, radionuclide che ha tempi di dimezzamento notevolmente superiori».
La Circolare fu appunto adottata per definire quali fossero i mezzi e il personale necessari di cui dovevano dotarsi gli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e quali dovessero essere le procedure da seguire in caso di superamento del livello naturale di radioattività.
La medesima circolare sottolineava come fosse imprescindibile «installare i portali radiometrici su tutti gli impianti di trattamento/smaltimento RSU, con la relativa disponibilità di componenti strutturali, come aree di sosta per i mezzi, aree per lo spargimento dell’RSU finalizzato alla ricerca della sorgente radioattiva, appositi locali in cui effettuare il confinamento del materiale radioattivo in attesa dell’esaurimento dei tempi di dimezzamento».
Tornando all’ultimo episodio, a seguito della rilevazione della radioattività all’ingresso dell’impianto di Modugno, i due automezzi altamurani sono stati bloccati e messi “in quarantena”. Analogamente, hanno riferito esponenti dell’amministrazione comunale, è avvenuto nelle precedenti occasioni.
Non so quanto questa procedura sia davvero funzionale alla individuazione della sorgente radioattiva. È certo, però, che genera gravi disservizi e pesanti conseguenze in termini di igiene e decoro pubblici: i cassonetti restano a lungo stracolmi di rifiuti perché non vengono svuotati ogni giorno, in quanto il blocco dei due semiarticolati rallenta pesantemente la sequenza di raccolta e trasporto, che viene operato attraverso i camion compattatori di capacità notevolmente inferiore.
In assenza di elementi di chiarezza da parte degli amministratori locali, il ripetersi di siffatti episodi ha inevitabilmente ingenerato nella popolazione locale la preoccupazione che possano essere riconducibili a smaltimenti illegali di materiali di origine industriale o di laboratori sanitari.
A tal fine ho ritenuto necessario coinvolgere le strutture regionali con un’interrogazione urgente (Assessorato all’ambiente, Arpa) chiedendo di verificare quale sia la sorgente radioattiva, quindi la causa di questo fenomeno. Una verifica necessaria sia per scongiurare falsi allarmi e, soprattutto, ogni rischio per la salute delle persone, sia al fine di attivare iniziative di controllo, contrasto e prevenzione rispetto a futuri episodi.
In via generale, è necessario conoscere lo stato di attuazione della Circolare regionale del 2012, in particolare se presso gli impianti pugliesi di trattamento/smaltimento di RSU siano seguite le procedure previste in questi casi (i mezzi di trasporto devono essere scaricati e i rifiuti sistemati in un apposito spazio per procedere alla ricerca della sorgente radioattiva), anche al fine di evitare, come precisa la Circolare, «rallentamenti nelle normali operazioni di raccolta e smaltimento dei RSU a seguito, ad esempio, del blocco operativo di auto compattatori messi in “quarantena”, fatto quest’ultimo, che deve rimanere ipotesi residuale».