Leggete cosa si ha l’ardire di non fare e di scrivere al Palazzo.
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LABORATORIO PORT’ALBA ANCORA CHIUSO: ASSOCIAZIONI E GIOVANI PRESI IN GIRO, PROMESSE NON MANTENUTE
Dopo i numerosi proclami e le promesse fatte dal Sindaco in campagna elettorale e continuate fino allo sfinimento anche in questo primo anno di amministrazione, nulla si muove per lo sventurato Laboratorio Giovanile “Port’Alba” (ex mattatoio in zona Sant’Agostino), che l’amministrazione si era impegnato, con delibera di giunta, a riavviare entro l’aprile scorso.
Ricapitoliamo la questione:
- Nel dicembre 2015, la nuova amministrazione indice un bando per la gestione del bene.
- Il termine del bando scade il 9 febbraio scorso. Risultano pervenute in Comune 5 candidature con progetti di gestione presentate da associazioni e organizzazioni senza scopo di lucro. L’amministrazione avrebbe dovuto quindi procedere alla nomina di una commissione per la valutazione delle cinque offerte.
- Poco prima dell’apertura delle buste contenenti le proposte di gestione, politici e dirigenti comunali si ricordano che forse conviene dare un’occhiata alla struttura; circostanza di per sé curiosa, se si considera che nel bando gli stessi politici e dirigenti comunali avevano previsto per gli eventuali partecipanti lo specifico obbligo di effettuare un sopralluogo e così prendere visione delle condizioni del Laboratorio (pena l’esclusione della candidatura).
- Effettuano dunque un sopralluogo e si rendono conto che la struttura necessita di lavori di manutenzione, secondo il sindaco Forte addirittura per un ammontare pari a circa 200mila euro (così in un’intervista video del 15 aprile 2016).
Alcune domande le avevamo già poste al Primo Cittadino il 21 aprile scorso [leggi qui], ma a distanza di circa 3 mesi sono rimaste senza risposta.
Il Sindaco si era impegnato a “chiamare i responsabili a dare delle risposte” e aveva annunciato l’intenzione di chiedere la “restituzione” dei soldi impiegati per il recupero della struttura.
Ci chiediamo: lo ha fatto? A noi non risulta.
Il sindaco Forte aveva promesso anche che avrebbe messo in cantiere i lavori necessari e che avrebbe fornito spiegazioni e chiarimenti, in ordine al ritardo nella procedura di affidamento della gestione, alle associazioni e a gruppi che, con grande sforzo progettuale e sacrificando le loro ordinarie attività e risorse economiche, avevano partecipato al bando.
A noi risulta che non lo abbia fatto. Né lui, né gli assessori della sua giunta, ad esempio quello alla cultura Saverio Mascolo, che pure con grande enfasi dichiarava che la riapertura del Laboratorio avrebbe rimesso “in gioco i giovani, la loro capacità di innovare, le loro idee e competenze”.
In questi ultimi giorni ci giunge notizia che l’amministrazione comunale ha candidato Altamura per la designazione della Capitale Italiana della Cultura 2018. Bene! Come sempre siamo pronti, se ce ne viene data l’occasione, a dare il nostro contributo in termini di idee, proposte e soluzioni.
Ma ci chiediamo: come possono, il sindaco e i suoi assessori, darsi un traguardo così ambizioso se, tra i numerosi obiettivi ancora da raggiungere, non sono capaci di riavviare, dopo anni, un Centro Giovanile per la Cultura come Port’Alba? Una struttura già dotata di molte attrezzature e pronta, quindi, ad essere utilizzata da ragazzi e associazioni che, in mancanza di spazi, molto spesso sono costretti a rinunciare alle loro idee o a realizzarle con grande sacrificio.
A dire il vero, si resta sgomenti a leggere alcuni passi del Dossier con cui l’amministrazione comunale ha presentato la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2018:
«Il complesso polifunzionale denominato “ex mattatoio”, beneficiario di fondi regionali, “bollenti spiriti” e destinato a laboratorio urbano, è motivo di esempio di perfetta integrazione tra proprietà pubblica e gestione privata. Il bando rivolto alle sole associazioni ha garantito l’equità e la corretta gestione dell’intero laboratorio urbano, attivando una vera leva culturale, fucina di creatività ed innovazione. I progetti così realizzati hanno generato una forte coesione sociale» [p. 23 del Dossier].
Oltre che palesemente falsa, un’affermazione del genere offende l’intelligenza e la fiducia nelle istituzioni dei cittadini altamurani.
Se dal Palazzo di Città continuano a giungerci solo silenzi, inerzie o parole vuote, sentiamo l’obbligo ancora una volta di tornare a chiedere: quando la Città, in particolare i giovani, le associazioni e i gruppi impegnati nel territorio, potranno vedere di nuovo aperto e in attività il Laboratorio Giovanile Port’Alba costato sinora alla collettività un milione e mezzo di euro?
Altamura, 14 luglio 2016