ANCORA A PROPOSITO DI CAVA DEI DINOSAURI. GLI ULTIMI CHIARIMENTI SULLA PROCEDURA DEL FINTO ESPROPRIO… POI BASTA!

A proposito del finto esproprio, in realtà un acquisto al prezzo esorbitante fissato dal proprietario, della Cava dei Dinosauri, negli ultimi dieci giorni, il sindaco Forte e alcuni suoi consiglieri plenipotenziari hanno cercato di confondere le idee, spargendo fumo e dubbi, leggendo ed evidenziando solo quello che a loro piaceva. Un fallimentare tentativo di scaricare, come sempre, la responsabilità di propri atti sugli altri.

Anche le falsità, però, hanno una misura ed è data dalla decenza.

Assieme ad altri argomenti, ne ho avuto modo di parlare nella conversazione con Arturo Castoro (Canale 2 c’è dopo il Tg) registrata questa mattina e che andrà in onda domani su Canale 2, verso le 14.20 e verso le 22.30, e ne parlerò stasera, a partire dalle 19, con Michele Lospalluto nel suo programma in onda su Radio Regio.

Ne passo in rassegna alcune, per punti:

– Perché non dicono che la procedura deliberata nel luglio del 2014 era un’altra, completamente diversa da quella che Forte e i suoi hanno deliberato nel novembre 2015? Il sindaco Stacca portò in consiglio una proposta deliberativa che prevedeva unicamente la manifestazione di interesse «alla acquisizione del sito archeologico denominato “Cava dei dinosauri” sito in Cava Pontrelli, mediante procedura espropriativa in capo al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, titolare del procedimento, che avrà cura di garantire l’accessibilità allo stesso sito da pubblica via, ai sensi degli artt. 95 e seguenti del D. Lgs. 42/2004» (così nella delibera).

– Perché Forte e i suoi non ricordano ai cittadini che fummo proprio noi, dai banchi della minoranza, a proporre un’altra procedura, prevista sempre dal Codice dei Beni culturali? Presentammo un’altra deliberazione che, però, fu bocciata dall’allora maggioranza. Nella nostra proposta si prevedeva che fosse il Comune ad espropriare, quindi si prevedeva la richiesta al Ministero di autorizzare il Comune a procedere con l’esproprio, assumendosi l’onere e la responsabilità di tutta la procedura espropriativa, a partire dalla puntuale stima dei terreni da espropriare.

– Perché non ricordano ai cittadini che, solo a seguito di quella richiesta del Comune, il Ministero avrebbe dovuto: 1) predisporre un apposito progetto; 2) dichiarare di pubblico interesse la superficie da espropriare; 3) fare la stima definitiva e, in ultimo, procedere ad adottare il decreto di esproprio [si legge negli atti allegati alla deliberazione del consiglio, «il dott. Larocca, nella qualità di Soprintendente, ha illustrato l’iter da seguire, ribadendo la previa attestazione della disponibilità finanziaria da parte del Comune di Altamura, della somma di €. 535.000, idonea a formulare richiesta al Ministero per i Beni culturali, il quale si accredita quale unica autorità espropriante, e previa predisposizione di apposito progetto, essa procederà successivamente alla dichiarazione di pubblico interesse, alla emanazione del decreto di esproprio ed allo svolgimento nell’intero iter espropriativo»].

– Perché Forte e i suoi non ricordano ai cittadini che ogni eventuale utilizzo o erogazione della somma individuata in bilancio, la cui misura fu definita sulla base di una prima e provvisoria stima fatta non a caso dalla Soprintendenza, erano dunque condizionati a questi successivi, necessari passaggi?

– Perché non ricordano ai cittadini che le somme concretamente da sborsare erano tutte ancora da definire da parte del Ministero, solo se e quando avesse accolto la richiesta del Comune?

– Perché non ricordano ai cittadini che la deliberazione del luglio 2014 si limitava a individuare in bilancio, quindi a disposizione del Ministero, le somme che si fossero rese necessarie nel limite massimo di 535mila euro e, non a caso, precisava che «le eventuali spese eccedenti la predetta somma resteranno a carico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, mentre eventuali risparmi di spesa saranno ritenute economie per l’Ente»?

– Perché Forte e i suoi non ricordano ai cittadini che quella deliberazione del 2014 è, da oltre un anno, carta straccia, tanto che il Sindaco si è sentito in “dovere” prima di avviare una trattativa, rapida e diretta, con il proprietario l’estate scorsa che si chiudeva con un accordo per 700mila euro e lo annunciava alla stampa e alla Città, con tanto di foto e promesse di ingresso nella cava nell’agosto 2015? La disponibilità della somma individuata in bilancio con la deliberazione del luglio 2014 era infatti “a tempo definito”. Lo sanno bene, ma non lo riferiscono ai cittadini. La deliberazione del 2014 prevedeva che la disponibilità di massimo 535mila euro avrebbe avuto «validità di 6 (sei) mesi, decorrenti dalla notifica dell’atto allo stesso ministero». Il termine è scaduto nel marzo 2015 e, quindi, quella deliberazione è caduta nel vuoto, carta straccia.

– Perché Forte e i suoi non spiegano ai cittadini quello che non hanno fatto loro, invece? Il Sindaco lo ha candidamente confessato: non ho fatto nulla, non ho fatto alcuna valutazione delle aree! Appunto, sei pronto solo pagare con i soldi dei cittadini. Sindaco, dovresti invece sapere e spiegare perché hai votato e fatto votare dalla tua maggioranza una delibera, il 30 novembre 2015, che cambia completamente la procedura rispetto al 2014. Con la tua deliberazione di novembre, contraddicendo anche il parere del Collegio dei Revisori dei conti, il Consiglio ha richiesto «formalmente al Ministero per i Beni e le Attività Culturali ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 95, co. 2 e ss., d.lgs. 22/01/2004, n. 42, l’autorizzazione, con dichiarazione di pubblica utilità, ad effettuare l’espropriazione (o acquisire con cessione volontaria) del sito … con delega all’Ente Cittadino per la prosecuzione del procedimento espropriativo all’esito della dichiarazione di pubblica utilità da parte dello stesso Ministero» e affidava «agli organi e agli uffici competenti (comunali), dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal MIBAC, tutti i successivi adempimenti per il prosieguo del procedimento amministrativo finalizzato all’espropriazione». Ecco, perché non hai fatto o fatto fare quello che il procedimento espropriativo richiede, in primo luogo una puntuale stima del bene che il Comune intendeva espropriare e un progetto di tutela e valorizzazione in presenza del quale è giustificato un esproprio?

– Ecco, prima di dimenarvi a insinuare sospetti sugli “altri”, che comunque in questi anni hanno avuto un ruolo solo di minoranza, perché non spiegate ai cittadini le vostre condotte, quello che avete fatto e non avete fatto?

Gli “altri”, pur dalla minoranza, con tutti i loro limiti, il loro dovere di controllo degli atti, di proposta e sollecitazione, di tutela dell’interesse dei Cittadini altamurani, lo hanno fatto e continuano a farlo.
È possibile affermare la stessa cosa di voi, sindaco?