SE PERMETTETE, TUTTI UGUALI UN CAZZO!

SIAMO TUTTI UGUALI QUANDO SI SPENGONO LE LUCI. ABBIAMO BISOGNO DI ACCENDERE LA LUCE NELLA CASA IN CUI ABITIAMO AL BUIO DA ANNI.

La “storia sulla mafia del Brenta” raccontata da Giacinto Forte in queste ultime ore deve essere approfondita. Non può essere consegnata al capitolo “scaramucce” da campagna elettorale (perché una campagna elettorale non si fa con "roba" del genere, si fa con i contenuti, le idee, la passione, le proposte, come ci siamo sforzati di fare per settimane). Su questa “storia” e di questa “storia”. Qualcuno deve rispondere. Mi pare ovvio, doverosamente, in tutte le sedi.

Questa volta, però, sono grato per quest’ulteriore pagina di malapolitica. Rivela esattamente cosa dobbiamo evitare, cosa dobbiamo scongiurare con il voto e ci dà ragione su una serie di richieste e proposte che abbiamo avanzato in queste settimane.

1) La deliberazione di giunta sotto accusa e che avrebbe dato il via libera ad un progetto di una tale società Anyacquae risale al febbraio 2012 (n. 13 del 21.2.2012, la recuperate nell’albo pretorio online), un’epoca in cui al potere c'erano molti degli attuali amici di Giacinto Forte, allora amici stretti e fidati di Mario Felice Stacca. Era l'epoca in cui il signore che viene messo sotto accusa, Lillino Colonna, era ancora l'acerrimo nemico di Stacca. A parte questa difficoltosa e improba ricostruzione dei “percorsi” accidentati di tutti questi signori, di una cosa sono certo. È sconcio e spudorato far credere che il problema sia solo Lillino e tenere nascosto che i tre quarti del blocco di potere che ha spadroneggiato in Comune e devastato amministrativamente e politicamente la Città sono allineati dietro Giacinto Forte, costituiscono l’asse portante della sua coalizione. L’affermazione di Forte sancirebbe il proseguimento, in sostanziale continuità, di quest’ultimo scandaloso decennio stacchiano. Tutto questo, con il voto di domani (domenica 14 giugno), può essere evitato. Il voto ad Antonello Stigliano, pur con alcune singole e contraddittorie presenze che non siamo riusciti ad evitare, è un voto a forze e persone come quelle riunite in ABC che, con la loro storia e credibilità, si propongono per segnare una netta discontinuità con questo passato. Persone che, se discontinuità non dovesse essere, sapranno uscire alla scoperto, in maniera trasparente, come hanno sempre fatto.

2) Questa vicenda rafforza la tesi di ABC e di quanti, nel centrosinistra, hanno chiesto e chiedono che nel prossimo governo della Città, accanto ad Antonello, non ci siano persone che hanno avuto ruoli di governo in precedenti amministrazioni o con conflitti di interessi. Lo abbiamo scritto nel nostro programma, nei nostri volantoni. Di questo è persuaso anche il nostro candidato sindaco Antonello Stigliano. Dobbiamo cambiare il governo cittadino, nei contenuti, nei metodi, nelle persone.

3) C’è poi una domanda che dobbiamo porci: Giacinto e i suoi attuali amici (sino a poche settimane fa e per dieci anni amici di Stacca) se avevano queste “rivelazioni”, perché non le hanno fatte negli anni scorsi, nei mesi scorsi, nelle settimane scorse, quando erano tutti assieme e appassionatamente al potere, e si sono giocati questa “carta” (quella della disperazione) solo alla vigilia di un turno di ballottaggio che li vede in grande difficoltà? Si tratta del solito e indecente gioco dei segreti, veleni e ricatti che coinvolge ampi ambienti della politica altamurana, quelli che hanno spadroneggiato nell’ultimo decennio e che solo in pochi, in pochissimi, abbiamo contrastato con tutte le nostre forze, andando incontro ad isolamento e ad ogni genere di conseguenza? Dov’erano tutti gli scandalizzati dell’ultima ora, quelli che ora dicono “fanno tutti schifo”? Sì, dove eravate quando ci hanno querelato per denunce che facevamo, citato per danni per i tabelloni che scrivevamo, quando isolavano noi e le persone a noi vicine, quando “visitavano” la nostra vita privata, quando ci aggredivano con violenze verbali inaudite, quando facevano terra bruciata attorno a noi? Ecco, dove eravate, indignati dell’ultima ora? In ogni caso, ecco tutto questo dobbiamo cancellarlo con il voto di domani, con il voto ad Antonello, che significa il voto alle persone, ora in ABC, che in questi anni il proprio dovere, con grandi sacrifici e difficoltà, l’hanno svolto.

4) Ecco, voglio chiudere con un concetto su cui sono tornato più volte in questi anni. Leggo e ascolto, da parte di tanti, frasi del tipo: “sono tutti uguali”, “non vado a votare perché fanno tutti schifo”, “hanno detto e fatto tutti le stesse cose”… beh, non è politicamente corretto, ma avrei voglia di mandare tutti costoro amabilmente in quel posto. Nulla di personale, sia chiaro, ma questi ragionamenti ti fanno cadere le braccia. Come ho spesso detto e scritto, è troppo comodo cavarsela così, troppo comodo. La vita è scelta. Aut Aut, mi ha insegnato una vecchia lettura. E’ l’etica della scelta. Il dovere e la fatica della scelta. Scegliere di non scegliere sembra una scelta originale e brillante, magari da notificare al “mondo” via Fb, in realtà è la rinuncia all’impegno, alla fatica delle decisioni, alla propria identità esistenziale perché noi siamo le nostre scelte. Ancor più, quando sono difficili, faticose. Scegliere di non scegliere genera in realtà altra disperazione, aggiunge amarezza ad amarezza, rimpianti a delusioni. Scegliere significa assumere la responsabilità della propria libertà. Aggiungo un altro argomento, già approfondito in passato. Questo sguardo indifferenziato alla realtà (“sono tutti uguali”) è il retroterra della cultura mafiosa. Questa, sì, mafiosa. Se non si è capaci di scorgere il buono che c’è nella politica, come nella vita, se non separiamo il marcio dal buono, tutto è destinato, in una triste dissolvenza, ad annullarsi. E’ nell’indistinto, nell’indifferenziato, nel “tutti sono uguali”, che si mortificano le energie migliori e si alimentano malaffare, malapolitica, malessere. Se permettete, non siamo tutti uguali e, nel vostro intimo, lo sapete. È inutile fare i duri, pagheremo tutti le non-scelte o scelte sbagliate con l’amarezza dei rimpianti, delle occasioni perdute.

Siamo tutti ombre, tutti uguali, quando si spengono le luci… e invece, cari amici e contatti, abbiamo bisogno di luce. Abbiamo bisogno di accendere la luce nella casa in cui abitiamo al buio da anni. Questo significa aprire gli occhi, riscoprire la nostra identità.

Se facciamo questo sforzo, non siamo perduti.

Domani, buon voto a voi. Io voto Antonello Stigliano.

Altamura, 13 giugno 2015

enzo colonna
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"Rivoluzione è distinguere il buono
già vivente, sapendolo godere,
sani, senza rimorsi,
amore, riconoscersi con gioia.
Rivoluzione è curare il curabile
profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile.
Rivoluzione
è incontrarsi con sapiente pazienza
assumendo rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini: ostie sì,
quando necessita, sfruttati no,
i dispersi atomi umani divengano
nuovi organismi e lottino nettando
via ogni marcio, ogni mafia
."
[Danilo Dolci]