Nel mondo "alla rovescia", dove chi lavora diventa
"incompatibile" con l’ambiente, Desirèe Digeronimo, infine, lascia la
procura e la direzione distrettuale antimafia di Bari, destinata a svolgere le
funzioni di sostituto procuratore presso la procura di Roma [da qui, la sua lettera aperta]. Il trasferimento
si consuma dopo anni di lavoro per smantellare clan malavitosi e affaristici,
dopo aver conseguito risultati straordinari (qualcuno stima che siano almeno
600 gli esponenti mafiosi condannati a seguito delle indagini da lei
coordinate).
Questi sono dati oggettivi, che – assieme alle modalità del
trasferimento e all’inversione logica delle cause e degli effetti che ne sono
al fondamento – mi portano ad affermare che il suo trasferimento costituisce
una sconfitta per la Giustizia che ne esce ancor più indebolita e vilipesa.
Poi, che dai Palazzi del Potere, a vari livelli istituzionali e su
opposti fronti politici, si possa provare gioia e sollievo, mi pare pure
comprensibile, direi scontato. Il Potere non si preoccupa degli avversari, il
più delle volte, partecipi della medesima rappresentazione. Il suo terrore sono
i non allineati, i non etichettabili, i coscienziosi, i laboriosi, i rigorosi,
quelli che sbagliano pure, ovviamente, ma non a comando, ma perché ci hanno
provato. (enzo colonna, 27 luglio 2013)