IL VIDEO INTEGRALE DELL’INCONTRO, DISPONIBILE IN STREAMING,
AL SEGUENTE LINK DEL BLOG DEL GRILLAIO ALTAMURA:
http://ilgrillaio.blogspot.it/2012/05/fuori-di-soldi-video-streaming.html
TUTTO SFUSO, il primo punto vendita del territorio senza
imballaggi, insieme al Circolo delle Formiche in collaborazione con il Grillaio
e grazie alla disponibilità della Curia Diocesana ha organizzato, martedì 15
maggio presso la sala della Curia diocesana, un incontro per il ciclo di
seminari “Alla ricerca del Bene Comune” per discutere di accesso al credito,
finanza etica, microcredito in tempi di crisi.
L’iniziativa è stata realizzata con il contributo della
Regione Puglia riguardante il “Piano Educazione Sostenibilità 2011 – 2012” ed è inserita nel ciclo
di seminari “Alla ricerca del Bene comune” promossi per il terzo anno
consecutivo dal Circolo delle Formiche.
L’incontro – come ha spiegato il coordinatore Michele
Loporcaro (il Grillaio) – voleva rispondere ad una domanda che ci poniamo ogni
giorno, preoccupati dalla crisi raccontata attraverso lo spread e il credit
crunch da tutti i telegiornali nazionali: che fine fanno i nostri soldi che
affidiamo alle banche o alla posta? Oggi più che mai è utile che i soggetti
finanziari tornino a dare credito e che si sperimentino nuove forme di
garanzie. È necessario che le risorse siano dirottate verso le persone,
verso il lavoro, verso la vita e non verso la speculazione finanziaria. In
tutto questo ognuno di noi ha la propria piccola (ma non meno importante) quota
di responsabilità.
Ha aperto l’incontro Vito Sette, direttore della Banca di
Credito Cooperativo dell’Alta Murgia, che ha evidenziato la peculiarità del suo
istituto di credito: una banca “differente” perché raccoglie i risparmi locali
per reinvestirli sul territorio. Il direttore Sette ha invitato ad imparare a
conoscere i meccanismi della finanza per non subire i giochi degli speculatori.
Il risparmiatore deve essere consapevole del fatto che quando si ottengono
interessi molto elevati sui propri depositi vuol dire che la banca sta facendo
investimenti rischiosi e speculativi. “Bisogna tornare a voler far soldi con
l’economia reale”, perché i guadagni facili sono solo un’illusione. “Il nostro
denaro è fondamentale per rilanciare l’economia. Come? Affidandolo a banche che
investono nel territorio, come le banche cooperative”. Ha, poi, annunciato la
disponibilità di 5 milioni di euro da investire nel nostro territorio
attraverso l’erogazione di piccoli crediti (da 10mila a 50mila euro) destinati
a famiglie e piccole imprese del territorio.
Altra esperienza di una banca “differente” è quella di Banca
Etica, testimoniata da Teresa Masciopinto, responsabile culturale area sud di
Banca Etica, che è partita da un dato preoccupante: 30 anni fa il PIL era
identico alle attività finanziare, oggi la finanza muove un giro d’affari di 12
volte superiore al PIL. Questo significa che qualcuno, nel sistema, ci sta rimettendo.
Masciopinto ha sottolineato che Banca Etica – una banca cooperativa ad
azionariato diffuso – ha come obiettivo innescare un “meccanismo di riflessione
ridando luce e trasparenza al sistema”, rendendo il risparmiatore consapevole
di cosa fa la propria banca con i risparmi depositati, attraverso la
pubblicazione on line di tutte le persone giuridiche finanziate. Altra
particolarità è l’istruttoria etico ambientale che consente di valutare chi
richiede un prestito anche sotto il profilo delle garanzie umane e sociali
oltre che economiche. «Se tutti decidessimo di spostare i nostri soldi questo
porterebbe a far cambiare atteggiamento a chi investe».
L’incontro è proseguito passando da due banche “differenti”
a due esperienze concrete “differenti” per comprendere come sostenere famiglie,
imprese e tessuto sociale in un periodo di difficoltà economica attraverso
forme innovative di credito e solidarietà diffusa.
Peppino Dambrosio, presidente del Circolo delle Formiche, ha
poi introdotto un’esperienza concreta di economia alternativa: Tutto Sfuso,
negozio di prodotti a rifiuti zero perché senza imballaggi, la cui nascita è
stata possibile non solo grazie ad una straordinaria operazione di azionariato
diffuso e con il sostegno di una banca cooperativa.
Significativa, infine, è stata la testimonianza di Don Mimmo
Francavilla, direttore della Caritas di Andria, che ha realizzato il progetto Barnaba:
superando il concetto di assistenza si è sperimentato il microcredito, rivolto
ai soggetti “non bancabili” che se inizialmente erano soggetti ai margini, come
gli ex detenuti, oggi sono anche giovani laureati disoccupati. I destinatari
del fondo, realizzato nel 2004, sono giovani dai 18 ai 35 anni residenti nel
territorio della diocesi e, fino ad oggi, il progetto ha consentito di erogare
24 finanziamenti con una bassissima percentuale di “scoperti”. Come recita il
sottotitolo del progetto si è trattato davvero di “dare credito alla speranza”
dando fiducia ai giovani responsabilizzandoli nel contempo, evitando finanziamenti
a “fondo perduto”.
Un esempio positivo che è stato seguito da molte altre
diocesi in tutta Italia.
[Sintesi a cura di Loretta Moramarco]