RETE SCOLASTICA: SI REVOCHI IL PIANO ADOTTATO A NOVEMBRE E SI PROCEDA CON GRADUALITA’ E BUONSENSO

Apprendiamo
con soddisfazione dell’intenzione dell’amministrazione comunale di tornare sui
suoi passi in merito al piano di riordino della rete scolastica altamurana
deliberato dalla giunta nel novembre scorso. Dopo l’incontro dei vertici
amministrativi locali con l’Assessore regionale per il diritto allo studio Alba
Sasso e soprattutto dopo le motivate contestazioni di quasi tutta la comunità
scolastica cittadina (genitori, personale docente e non docente, ecc., molti
dei quali hanno pure dato vita al comitato "Scuola Bene Comune"), la
revoca di tale deliberazione si rivela un atto necessario e inevitabile [
leggi qui il testo integrale della delibera].


È certamente
una buona notizia che ora l’amministrazione si sia decisa a compiere tale passo
al fine di procedere poi alla definizione di un nuovo piano che tiene conto, in
buona parte, delle proposte e indicazioni che avevamo avanzato sia in consiglio
comunale che in numerose occasioni pubbliche (attraverso i mezzi di
informazione locale e durante l’assemblea cittadina organizzata dal comitato "Scuola
Bene Comune":
leggi qui ad esempio).


Ricordiamo
infatti che il piano adottato dalla giunta comunale il 22 novembre, modificando
peraltro una sua precedente deliberazione del 15 novembre, non è l’esito
di  un percorso chiaro e condiviso di
razionalizzazione e qualificazione dell’intero sistema istruzione sul
territorio comunale, vale a dire un assetto della rete scolastica definito
attraverso processi partecipati, con il coinvolgimento dei protagonisti della
comunità scolastica e quindi di tutti coloro che direttamente e indirettamente
sono toccati da una simile radicale riorganizzazione: soprattutto alunni e
genitori, docenti, il personale tecnico e amministrativo, i dirigenti
scolastici.


Ricordiamo
che il piano adottato dalla giunta, tuttora l’unico ufficialmente trasmesso
alla Provincia e Regione per le successive determinazioni di tali enti, prevede
– senza logica, senza criterio e senza il minimo rispetto delle direttive
impartite dalla regione – lo smembramento e l’accorpamento di scuole e istituti
storici, con inevitabili sconquassi amministrativi e soprattutto compromettendo
per moltissimi alunni il regolare processo formativo in continuità con gli anni
pregressi. Tra le più macroscopiche storture deliberate dagli amministratori in
carica, ricordiamo la suddivisione “fisica” di almeno tre istituti di scuola
secondaria di primo grado (le scuole medie Padre Pio, Saverio Mercadante e
Ottavio Serena) e l’accorpamento di istituti distanti senza alcuna contiguità
fisica e territoriale (ad esempio, la scuola elementare Garibaldi con la media
Pacelli).


Prendiamo
ora atto che l’amministrazione comunale tenga a precisare, in un suo recente
comunicato, che "nell’ampia discussione che si è sviluppata ad Altamura si
è compreso finalmente che è alquanto complesso trovare un equilibrio tra
l’esigenza della continuità e della territorialità” [leggi qui]. Ecco,
ciò che era chiaro nella sua limpidezza a tutti, per essere “compreso
finalmente” dagli amministratori comunali al potere ha impiegato ben due mesi. Non
proprio una prova di intelligenza da parte di chi è preposto ad analizzare e risolvere
le questioni.


Eppure
sin dai primissimi giorni successivi all’adozione della deliberazione di giunta
comunale n. 137 del 22 novembre 2011, assieme agli altri colleghi consiglieri delle forze
di minoranza e al consigliere regionale Michele Ventricelli
(che si è
adoperato presso l’assessorato regionale)
, avevamo messo in evidenza i limiti, le conseguenze devastanti e
le illogicità di tale piano, ritenendo le scelte operate dagli amministratori frutto
di un’operazione ragionieristica, per nulla conformi allo spirito della legge e
in evidente contrasto con i criteri e gli indirizzi impartiti dalla Regione.


Abbiamo
chiesto la revoca di tale deliberazione di giunta per procedere – con il
massimo coinvolgimento dei vari soggetti che compongono la comunità scolastica
cittadina – ad un riordino graduale e sensato, che tenga conto dell’edilizia
scolastica comunale, della prossimità degli edifici scolastici ai luoghi di
residenza degli alunni, della gradualità della messa a regime (2-3 anni) e
della salvaguardia della continuità didattica dei cicli in corso.


Abbiamo,
inoltre, condiviso l’approccio e i contenuti espressi nella lettera del
Comitato altamurano "Scuola Bene Comune" [leggi qui] indirizzata ai
rappresentanti di Regione, Provincia e Comune di Altamura, riaffermando che si
possono già dal prossimo anno avviare due istituti comprensivi: 1) Scuola Media
T. Fiore + 4° Circolo Didattico "S.G. Bosco"; 2) Scuola Media Pacelli
+ 5° Circolo Didattico "S. F. D’Assisi". Più avanti, negli anni
successivi, si può passare a mettere a regime i restanti istituti che
potrebbero essere in tutto sette, abbinando agli attuali sei circoli didattici
una scuola media e avviando con gradualità la costituzione di un nuovo plesso
di scuola media.


Questo
approccio, cauto e gradualista, che punta a risolvere la situazione degli
istituti altamurani sottodimensionati (quelli con meno di 600 alunni), ci
sembra sia stato condiviso anche dall’assessore regionale Alba Sasso che,
stando ai resoconti della stampa, nell’incontro della settimana scorsa con
vertici comunali e dirigenti scolastici aveva proposto “in un primo momento di
iniziare con due comprensivi” [leggi
qui
]. Un approccio molto realistico anche perché per la primavera prossima
si attende l’esito del giudizio pendente dinanzi alla Corte costituzionale a
seguito dell’impugnazione da parte di alcune regioni italiane (tra cui la
Puglia) della legge statale che ha imposto tali riordini; infatti se nel
frattempo, come ci auguriamo, la Corte costituzionale dovesse dichiarare la
illegittimità di tale normativa (in quanto il legislatore nazionale ha dettato
disposizioni di dettaglio in una materia, l’istruzione, appartenente, secondo
la Costituzione, alla competenza delle regioni), ogni processo di
riorganizzazione della rete scolastica si rivelerebbe inutilmente dannoso e
sarebbe nuovamente messo in discussione dalle successive determinazioni della
regione.


Sempre
dai resoconti forniti sull’incontro in regione, sembra che tale proposta,
autorevolmente avanzata, non sia stata “accettata né dall’amministrazione né
dai dirigenti".


Non
comprendiamo le motivazioni, se ve ne sono di ragionevoli e comprensibili, di
tale “rifiuto”. In ogni caso, invitiamo sindaco e amministrazione tutta a
valutare meglio vantaggi e opportunità di tale soluzione che riteniamo,
nell’immediato, la più efficace.


Ove
non si dovesse ritenere accoglibile il suggerimento dell’assessore regionale
(come anche chiesto dal comitato “Scuola Bene Comune” durante un’assemblea
cittadina molto partecipata), torniamo a chiedere che la revoca del piano
deliberato il 22 novembre dalla giunta comunale sia accompagnato dall’adozione
di una soluzione che salvaguardi gli interessi della comunità scolastica
cittadina (alunni e genitori, docenti, personale) e rispetti i criteri indicati
dalla regione.


Torniamo
a sottoporre all’attenzione di amministrazione e comunità scolastica alcune
proposte di riordino già descritte in vari contesti e occasioni, che tengono
conto essenzialmente della prossimità territoriale, dell’edilizia scolastica
esistente, della salvaguardia della continuità didattica che altrimenti
verrebbe compromessa.


Rinviamo
alle 
schede da noi predisposte che alleghiamo al presente comunicato (clicca qui).


Altamura,
2 gennaio 2011

ENZO
COLONNA (consigliere
comunale – Movimento cittadino Aria Fresca)
ROSA
MELODIA (consigliere
comunale – Lista “Altamura con Piglionica)