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PERCHÉ NON ABBIAMO VOTATO A FAVORE DI UN FINTO PIRP
Il consiglio comunale, nella seduta di giovedì 29 luglio, ha dato il via libera definitivo al PIRP (Piano di Intervento di Riqualificazione delle Periferie: v. l’allegata planimetria da noi rielaborata) che coinvolge la maglia urbana che va dalla zona del cimitero al quartiere San Pasquale, fino a lambire l’area di Trentacapilli. Più precisamente, il consiglio ha ratificato la consistente variante urbanistica al piano regolatore generale che il PIRP prevedeva e che è stata approvata con la procedura semplificata dell’accordo di programma sottoscritto un mese fa dalla Regione e dal Sindaco di Altamura.
L’approvazione è avvenuta con il voto unanime del consiglio comunale (avranno tutti letto le voluminose documentazioni ufficiali a corredo che il messo comunale ha recapitato appena 20 ore prima della seduta di consiglio?).
Gli unici a rompere questo fronte di singolare unità siamo stati noi del Movimento Aria Fresca. Enzo Colonna, il nostro rappresentante in consiglio comunale, dopo aver messo a verbale le numerosi ragioni che ci facevano e continuano a farci dubitare della bontà ed efficacia del Piano e che ci fanno temere in merito all’effettiva esistenza di un vantaggio per i cittadini di Altamura (in particolare per quelli dei quartieri Via Selva, San Pasquale e Trentacapilli), si è astenuto al momento del voto finale in aula, non intendendo annullare tali ragioni e timori in un generico e indistinto voto favorevole, in una votazione dagli esiti scontati e che ha sancito la svendita di altri pezzi di città, in altre parole, l’ennesimo regalo a beneficio di pochi.
Sì, perché questo PIRP è lontano dall’essere un intervento di riqualificazione delle periferie che chissà quanto bisogno ne avrebbero. Siamo di fronte all’ennesima operazione immobiliare edilizia ed economica a vantaggio di pochissimi soggetti imprenditoriali mascherata da buone intenzioni, giusto per renderla più digeribile.
Ricordiamo che tale piano il 12 marzo 2009 era stato già bocciato dalla Regione a causa delle sue gravi manchevolezze che, nel giudizio della commissione regionale, lo rendevano un Piano di riqualificazione assolutamente “non valutabile” (ad anche allora fummo i soli a denunciare, con largo anticipo, i limiti dell’operazione: leggi qui). Il Piano è stato successivamente ammesso ad altro tipo di finanziamento regionale sulla base di una graduatoria che teneva conto di ben altri criteri e che aveva poco a che fare con la riqualificazione delle periferie.
I DUBBI SULL’ESISTENZA DI UN INTERESSE PUBBLICO ALLA VARIANTE
Andiamo con ordine, mettendo in fila le ragioni che ci hanno portato a far rilevare pubblicamente in consiglio comunale le storture di questo falso PIRP:
- A fronte di due strutture edilizie (una di circa 1.000 metri quadrati e l’altra di 600 destinate a diventare un centro per disabili ed una scuola materna) cedute al Comune e della realizzazione di aree di verde attrezzato di circa 44.000 metri quadrati (opere pubbliche di un valore dichiarato complessivo di meno di 11 milioni di euro), le 4 aziende edilizie scelte per l’attuazione del PIRP potranno edificare circa 100mila metri cubi destinati ad abitazioni (circa 36000 metri cubi), uffici e strutture commerciali (circa 66000 metri cubi).
- Nessuno ha detto ai cittadini residenti nei quartieri coinvolti che tale colata di cemento piomberà su aree tipizzate dal vigente piano regolatore a verde e servizi di quartiere (ossia parchi, scuole, uffici, strutture sportive), di cui viene variata la destinazione d’uso per consentire l’edificazione. La zona tra il cimitero, via Selva e zona San Pasquale finirà per essere ancora più congestionata da traffico e cemento.
- Tutte le altre opere pubbliche contemplate nel Piano sono e saranno finanziate per quasi dodici milioni di euro con il finanziamento regionale e con fondi comunali (infatti erano già inserite da tempo nel piano comunale triennale delle opere pubbliche): una scuola elementare di 15 aule per il quartiere Trentacapilli, strade nel quartiere via Selva e San Pasquale, pubblica illuminazione sempre in tali zone, un sovrappasso pedonale di collegamento tra il quartiere San Pasquale e Trentacapilli per superare la strada statale 96, tratti di rete fognaria, dodici appartamenti di edilizia residenziale pubblica da assegnare a famiglie in difficoltà. Per queste opere pubbliche, insomma, non era necessario effettuare alcuna variante urbanistica, trattandosi di opere pubbliche realizzabili senza il coinvolgimento ed il contributo delle imprese private.
- Il parco urbano si estende non in maniera omogenea e contigua, in definitiva non è una vasta area destinata al verde e al tempo libero. Si compone di una sequenza di piccole e medie aree attrezzate a verde, una sorta di serpentone, ai margini dell’abitato, dalla forma discontinua e irregolare che in buona parte costeggia la trafficata circonvallazione. Appare un’opportuna e consona sistemazione a verde a beneficio delle nuove palazzine, uffici e strutture commerciali che i privati andranno a realizzare grazie alla variante urbanistica concessa, piuttosto che un vero e proprio parco urbano a beneficio della Città e soprattutto dei cittadini che, numerosi, già popolano i quartieri di via Selva, San Pasquale e Trentacapilli. All’epoca dell’adozione del Piano, avevamo proposto di realizzare un grande parco tra via Selva e il Cimitero, a ridosso delle case popolari della zona, recuperando anche il campo di calcio lì abbandonato da anni, e di attrezzare a verde e a strutture per la collettività la grande area destinata a servizi che si trova nel cuore del quartiere Trentacapilli.
I NOSTRI EMENDAMENTI A CORREZIONE DI ALCUNE STORTURE
Con l’astensione, non ci siamo comunque sottratti al dovere di tentare di migliorare un piano così pasticciato. A correzione di altre storture del Piano che abbiamo fatto rilevare ed a garanzia degli interessi della Città a vedere realizzate le opere pubbliche previste, il nostro consigliere Enzo Colonna e tutti i consiglieri di opposizione hanno presentato quattro emendamenti (due accolti dalla maggioranza e due bocciati):
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Il PIRP, nel quartiere Trentacapilli, prevede la realizzazione di una scuola elementare di 15 aule. Tale scuola confina e si affaccia direttamente sulla stazione di servizio recentemente ed assurdamente autorizzata e in costruzione: alla faccia della tutela della salute delle nuove generazioni! Solo grazie ad un emendamento presentato dal nostro consigliere Enzo Colonna assieme a tutti i consiglieri di opposizione si riuscirà almeno ad evitare il peggio, cioè la realizzazione della scuola a ridosso della stazione di carburanti. Il consiglio comunale, all’unanimità, ha accolto l’emendamento alla proposta di deliberazione sul PIRP con il quale si è dato il seguente indirizzo: «Si proceda in fase di progettazione esecutiva a localizzare la scuola elementare, diversamente da quanto progettato, in un’area collocata nell’ambito del perimetro del PIRP a congrua distanza dalla stazione di carburanti in corso di realizzazione in via Pietro Colletta al fine di garantire massima sicurezza e salubrità per bambini e personale scolastico».
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Oltre a tale risultato, con un altro nostro emendamento condiviso da tutta la minoranza ed accolto dalla maggioranza, abbiamo anche inserito una clausola con cui si è vincolata l’amministrazione comunale a prevedere in fase di progettazione esecutiva e successiva attuazione del PIRP «la realizzazione di pannelli e/o barriere che contengano e assorbano rumori, polveri e agenti inquinanti lungo tutto il tratto della S.S. 96 in corrispondenza delle aree di intervento del PIRP e l’uso di asfalti che catturino al suolo gli agenti inquinanti e riducano il rumore per le strade a realizzarsi».
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Nel PIRP è stato inserito, in maniera del tutto irrituale e inopportuna, un accordo tra un proprietario e il Comune per uno scambio di aree comprese nel PIRP: il privato cede le sue tipizzate a servizi in cambio di altre con la stessa tipizzazione di proprietà comunale dove tale privato potrà realizzare un suo intervento edilizio destinato probabilmente a struttura commerciale. Perché tale corsia preferenziale? Perché non lasciare che sia la negoziazione tra le imprese realizzatrici e il privato a dirimere la questione come accadrà per altre decine di piccoli proprietari di aree che si trovano nel perimetro del PIRP? Tutte le forze di opposizione hanno posto la questione in aula con un emendamento che la maggioranza però ha bocciato.
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Ad oggi, non si ha notizia di quante siano le aree già acquisite da parte delle aziende private (che, nei documenti presentati, dichiarano genericamente di avere la “disponibilità” di circa il 60% dell’intera superficie del PIRP, ma non c’è nulla che comprovi l’affermazione). Senza la disponibilità di tutte le aree, la realizzazione delle opere pubbliche è messa a rischio ed i tempi di realizzazione diventano del tutto aleatori. Per questo motivo e a garanzia del rispetto degli impegni a realizzare tutte le opere secondo il cronoprogramma offerto dalle imprese (tempo massimo: 5 anni), avevamo presentato, con tutte le altre forze di opposizione presenti in consiglio, un emendamento che introduceva una clausola di garanzia per il Comune prevedendo che, ove non fossero stati rispettati impegni e tempi di realizzazione fissati nelle intese tra Imprese, Comune e Regione, sarebbe decaduta e sarebbe quindi divenuta inefficace la variante urbanistica per le aree di proprietà privata non trasformate. In altri termini, sarebbe stata cancellata la variante urbanistica, se le imprese non avessero rispettato i patti. L’emendamento delle opposizioni è stato però bocciato dalla maggioranza.
Per queste (ed altre) ragioni non abbiamo condiviso il voto favorevole al provvedimento e con l’astensione abbiamo espresso la nostra amarezza per un’opportunità non adeguatamente sfruttata. Per queste (ed altre) ragioni, siamo persuasi che – attraverso l’improprio ricorso a tale strumento di riqualificazione urbanistica e l’ammiccante richiamo alla possibilità di ottenere un finanziamento regionale – si sia colta l’occasione per variare il piano regolatore, usufruendo di procedimenti semplificati e di procedure per nulla concorrenziali ed economicamente inefficienti per il Comune.
Abbiamo espresso le nostre ragioni e i nostri timori che ci fanno dubitare della bontà ed efficacia del Piano e soprattutto della effettiva sussistenza di un pubblico interesse ad una variante urbanistica così consistente.
Più che un Piano per riqualificare la periferia, si è in presenza di una nuova edificazione privata, un ampliamento del centro abitato, anche ben fatto forse.
Con l’astensione, abbiamo marcato la nostra distanza da questo progetto immobiliare, da questa idea che riqualificare sia insediare altro cemento con un modesto ritorno per la collettività, ma ci siamo anche impegnati a seguire tutte le successive fasi del PIRP affinché siano rispettati fino in fondo gli impegni presi dall’amministrazione e dalle imprese attuatrici. Ad esempio, siamo sin da ora impegnati ad elaborare una puntuale convenzione che sarà adottata dal consiglio comunale a settembre e che dovrà essere successivamente sottoscritta dal Comune e dalle imprese attuatrici. Un atto con il quale vengono sanciti contrattualmente i reciproci impegni, meccanismi di controllo e verifica dell’attuazione del piano, i tempi di realizzazione. Un atto a cui dovrà essere prestata la massima attenzione.
Altamura, 30 luglio 2010
MOVIMENTO CITTADINO ARIA FRESCA
Sede: Vico Mercadante (di fronte Chiesa S. Nicola). Sito internet: www.enzocolonna.com