SUOLI D’ORO: LA CAMPAGNA TRASFORMATA IN CEMENTO

*

 

Le ragioni della nostra opposizione all’ennesima svendita di pezzi di territorio ai soliti fortunatissimi

 

LA CAMPAGNA TRASFORMATA IN CEMENTO: IL REGALO DELL’AMMINISTRAZIONE STACCA ALLA BANCA POPOLARE

Passano gli anni ma la visione miope di chi ci amministra non muta. Il 20 ottobre scorso, la maggioranza di centro destra guidata dal sindaco Stacca ha dato via libera all’ennesima operazione immobiliare che trasforma la campagna murgiana in cemento e asfalto. Si tratta di una mega variante urbanistica richiesta dalla Banca Popolare di Puglia e Basilicata che andrà ad occupare ben cinque ettari di terreno (ossia una superficie equivalente a 5 stadi di calcio) lungo la statale 96 per Gravina, nei pressi del nuovo ospedale.

Come al solito, si tratta di una variante urbanistica ad hoc, su richiesta, che incide su aree che hanno tutt’altra tipizzazione secondo il piano regolatore. Infatti quei cinque ettari ricadono in zona agricola e, addirittura, in parte in zona di interesse archeologico. Ma a chi amministra di ciò non importa nulla: a lorsignori interessa il cemento e l’asfalto, non le norme del piano regolatore. E così, con grande dispiego di impegno ed energie, ecco che l’amministrazione, a pochissimi mesi dalla scadenza del mandato, si è precipitata ad accontentare interessi ben precisi e individuabili, fregandosene di quelli collettivi: la Banca Popolare presenta un progetto per la realizzazione di un centro polifunzionale di servizi bancari (con la trasformazione di terreni agricoli per una superficie di 51mila metri quadrati e la realizzazione, per ora, di immobili per una volumetria complessiva pari a 70mila metri cubi e per una superficie di pavimento di 20mila metri quadrati), il centro-destra approva in consiglio comunale e l’opposizione stranamente si astiene o si assenta al momento del voto, ad eccezione del nostro consigliere comunale Enzo Colonna e di Massimo Iurino, che votano contro, da soli [clicca qui per leggere il testo integrale della deliberazione del consiglio, la n. 36 del 20 ottobre 2009].

Eppure motivi fondati di perplessità sull’intera operazione c’erano e ci sono. In breve, ecco i punti spinosi che hanno spinto Enzo Colonna a votare no, motivando pubblicamente la propria scelta:

–  Il presupposto di legge (art. 5 del DPR 447/98) per applicare la procedura di variante urbanistica semplificata seguita per la Banca Popolare (conferenza di servizi presso lo sportello unico per le attività produttive e ratifica della variante in un solo passaggio consiliare) è che il territorio comunale risulti carente o non disponga di aree destinate ad attività produttive. Invece il comune di Altamura presenta ampie (per decine di ettari) zone tipizzate in Piano Regolatore come idonee ad accogliere questo tipo di insediamenti, sia in via Gravina che nella zona di Jesce.

–  Ove si ritenga il piano regolatore generale superato e non più adeguato ai tempi ed alle nuove necessità dei cittadini altamurani si può e si deve procedere ad una variante generale ed organica del piano regolatore, tutelando gli interessi di tutti e non solo quelli di quei pochi fortunatissimi proprietari dei terreni sui quali, in questi anni, si è proceduto con varianti specifiche, individuali, ad personam, come è appunto avvenuto ora per i terreni sui quali sarà costruito il centro voluto dalla Banca Popolare.

–  Sarebbe doveroso da parte del Sindaco, perché rientra pure tra i suoi doveri di ufficio, verificare e comunicare alla Città quanti e quali affari immobiliari (compravendita di terreni agricoli) e da parte di quali soggetti hanno avuto luogo dal luglio 2006, quando l’amministrazione ha dichiarato l’interesse pubblico del progetto della banca. Oltre tre anni, durante i quali è facilmente ipotizzabile che si sono potute consumare manovre speculative a ridosso e nelle vicinanze delle aree direttamente interessate da questa operazione urbanistica. L’insediamento di un polo bancario, inevitabilmente, genererà l’aspettativa di poter realizzare chissà quali altre trasformazioni urbanistiche sui terreni, ora agricoli, che sono in quella zona.

  In cambio di tale maxi-variante, in cambio del “regalo” ad un ente privato come la Banca Popolare di Puglia e Basilicata di poter edificare 70mila metri cubi, il Comune di Altamura ottiene una elemosina: un eventuale parco archeologico nell’area comunque di proprietà dell’istituto bancario o, in alternativa, la realizzazione di lavori di sistemazione dell’atrio-giardino dell’ex “Asilo Regina Margherita” per un importo comunque non superiore a 110mila euro, stage di formazione per giovani laureati per un importo a carico della banca non superiore comunque a 30mila euro ed infine 20 giorni di uso da parte del Comune dell’auditorium privato che sarà costruito all’interno di questo centro. Eppure il consiglio comunale nel 2006 aveva dato mandato al sindaco ad operare affinché si prevedesse, come forma di ritorno pubblico di questa operazione urbanistica, la realizzazione di un grande parco urbano al servizio della Città. Nulla di tutto questo.

In sintesi, la nostra ferma opposizione a quanto la maggioranza ha approvato con il silenzio complice di tanti, è motivata dall’aver utilizzato una procedura eccezionale di variante del Piano Regolatore come modalità ordinaria di insediamento di nuove attività produttive, scavalcando leggi, regolamenti e buon senso (visto che ci ritroveremo con l’ennesima campagna sommersa da un enorme volume di cemento, ben 70mila metri cubi).

In cambio di tale cementificazione, la cittadinanza deve accontentarsi delle briciole, spacciate per interesse pubblico.

Ancora una volta, i bisogni pressanti di servizi e infrastrutture dei quartieri periferici (come il sottopassaggio di via Pietro Colletta per il quale non c’è traccia ancora di un progetto), il recupero e la valorizzazione del centro storico, l’esigenza della prima casa espressa da molte famiglie e da giovani coppie rimangono nel dimenticatoio. Per loro, per noi comuni mortali, non ci saranno mai varianti.

 

 

MOVIMENTO CITTADINO ARIA FRESCA