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Di seguito il testo pubblicato dal periodico Otto, ottobre-novembre 2004.
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IL FOTOROMANZO DELLA CAVA DEI DINOSAURI.
I CAPANNI CRESCONO,
LE ORME PROPRIO NO.
Alcuni scatti in sequenza cronologica dimostrano crescite e deperimenti.
Siamo all’interno del recinto della Cava dei Dinosauri, ad un paio di metri dalle straordinarie piste di orme fossili, sulla strada provinciale che collega Altamura a Santeramo.
Vi proponiamo una galleria fotografica che, accanto ad una dedicata ai preistorici bestioni, ben potrebbe essere ospitata nel futuro centro visite turistiche. La potremmo titolare "Storia dell’evoluzione della specie… edilizia".
Illustra come, nel giro di pochi mesi ed in un ambiente particolarmente favorevole come quello altamurano (nessuno vede, nessuno controlla, tutti autorizzano tutto), un manufatto rozzo e di modeste dimensioni si possa trasformare in una lucente, spaziosa, ricca struttura destinata, nelle intenzioni di proprietari ed assessori provinciali e comunali alla cultura, ad accogliere con guide, depliant, "pane e olio", i turisti in arrivo.
Tecnicamente e giuridicamente, l’intervento è stato proposto come ristrutturazione edilizia. Questa, dice la legge, si può anche realizzare attraverso la demolizione e la ricostruzione del manufatto esistente, purché siano conservate la "stessa sagoma" e la "stessa volumetria". A corredo dell’istanza – presentata dalla società Ecospi, proprietaria della cava e riconducibile all’onnipresente patron della discarica – si allegavano fotografi e dell’immobile da ristrutturare. A differenza di quelle che ora pubblichiamo (e che abbiamo ricevuto da un anonimo lettore di OTTO), per dimensioni qualità e chiarezza, sembravano essere state effettuate da una distanza di chilometri, con una luce crepuscolare ed utilizzando probabilmente una macchina fotografica ritrovata in un pacco di patatine.
Naturalmente la concessione edilizia è stata rilasciata: è la n. 90 del 10 giugno 2003. Con il via libera anche del Sovrintendente per i Beni Archeologici della Puglia, Giuseppe Andreassi.
Stessa sagoma e volumetria? Lasciamo ai lettori ogni valutazione.
Lasciamo invece che siano il Sindaco e l’assessore all’urbanistica a verificare che sia tutto in regola e chiarire come sia possibile – in un’area vincolata dal Ministero per i Beni Culturali, ricadente in una Zona di Protezione Speciale (ZPS) proposta come Sito di Importanza Comunitaria (pSIC), in un luogo qualifi cato anche dalla magistratura bellezza naturale – procedere a simili interventi edilizi. Nel mentre – lo ricordiamo – dall’altro lato della strada per Santeramo e al di fuori del recinto della Valle dei Dinosauri, alcuni capannoni ad uso artigianale ed industriale sono da anni sotto sequestro su disposizione della magistratura penale.