IL NUOVO BANDO PER I CONTRATTI DI QUARTIERE: GLI SVILUPPI IN COMUNE

BANDO MINISTERIALE ”“ CONTRATTI DI QUARTIERE II


Resoconto della riunione di questa mattina (sabato 25 marzo 2006) in Comune.


 


Stamattina si è tenuta l’annunciata riunione per una discussione preliminare ed orientativa in merito all’opportunità  offerta dal bando ministeriale per i contratti dei quartieri.


 


In sintesi, ho registrato quanto segue:


 


1) L’amministrazione (presenti diversi assessori), per bocca di Vito Zaccaria e Lillino Colonna, appare determinata a candidare il Comune.


 


2) Tutti i presenti [capigruppo e consiglieri di maggioranza e minoranza, rappresentanti di forze politiche (a dire il vero erano presenti solo rappresentanti dei DS, Margherita ed Aria Fresca)] hanno manifestato interesse e condivisione in una simile iniziativa.


 


3) Per tutti (sia della maggioranza che della minoranza) appare, considerati i tempi stretti, opportuno limitare l’intervento alla realizzazione di opere pubbliche di urbanizzazione primaria (condotte idriche-fognarie, strade, ecc.) e secondaria (verde, asili o scuole, strutture sportive, arredo urbano, ecc.) su aree possibilmente di titolarità  già  pubblica (in sostanza, la cautela o riserva che avevo espresso sub Premessa n. 3 dell’intervento diffuso ieri e che è riportato in questa pagina, v. in basso).


 


4) Si è condiviso, metodologicamente, di individuare ambiti territoriali urbani al cui interno individuare un pacchetto di interventi.


 


5) In particolare, ai più (Lillino Colonna, Massimo Iurino, Enzo Colonna, Gino Loiudice, Pietro Genco e, con qualche riserva – forse non a torto – sulla piena rispondenza al bando ministeriale, Vito Zaccaria) è apparsa prioritaria la definizione di un programma di interventi nel centro storico. La natura degli interventi, in tale zona, corrisponderebbe a quanto già  ho avuto modo di illustrare (v. ipotesi n. 5) nell’intervento di ieri [ragazzi e signori, gli amministratori seguono le discussioni e gli interventi online: mi ha fatto sorridere, ma mi ha fatto anche molto piacere, che l’assessore Zaccaria (nella sua esposizione iniziale) illustrasse una serie di ipotesi di intervento che sembravano, in buona parte, seguire la scansione ed il contenuto della nota diffusa ieri].


 


6) Effettivamente, come faceva rilevare Zaccaria, una serie di interventi di recupero, sic et simpliciter, di parti del centro storico non risponderebbe alle condizioni o premesse di cui al bando. Ma richiamando le utilissime indicazioni fornite da Beppe Sardone (riportate, virgolettate, nella nota di ieri) ed avendo appreso stamane, questa è una novità  che spero venga confermata, che l’amministrazione nella redazione del bilancio previsionale prossimo ha intenzione di inserire in bilancio un milione di euro per contributi ai proprietari di immobili del centro storico che intendano procedere a lavori di ristrutturazione, recupero o restauro (purché vengano rispettate le prescrizione tecniche fissate in un piano di riqualificazione adottato 6-7 anni fa, approvato anche dalla Sovrintendenza e mai attuato), ho fatto osservare che “le condizioni di disagio sociale ed abitativo” di un quartiere, alla cui rimozione dovrebbero tendere – secondo il bando – gli interventi da finanziare, non solo sono tutte presenti, conosciute ed accertate (una folta presenza nel centro storico di immigrati ed anziani che vivono in abitazioni a dir poco fatiscenti e ”“ come faceva osservare Iurino ”“ claustri e vicoli in condizioni disastrose), ma potrebbero trovare una prima risposta finalizzando il contributo comunale (magari rimpinguato con i fondi statali di cui a questo bando) agli interventi di recupero da parte di proprietari che rispondano a determinati requisiti (anziani, giovani coppie, artigiani o commercianti che vogliano riaprire o avviare bottega, ecc.) o che si impegnino, convenzionalmente, a destinare gli immobili ad usi che possano favorire l’occupazione (locazione agevolata a giovani artigiani o commerciati) o l’integrazione sociale o l’accesso, a prezzi calmierati, alla prima abitatazione (locazione ad anziani, giovani coppie, immigrati). Un programma di interventi nel centro storico potrebbe muoversi – considerando che il contributo statale comunque non potrebbe superare gli 8 milioni di euro – seguendo gli assi stradali principali (tronchi idrici e fognari, per cui vi è già  un progetto candidati a fondi regionali dell’autorità  di bacino, rifacimento e basolatura) e concentrandosi – ieri sera ne abbiamo anche parlato in sede – su alcuni punti focali del centro storico [vale a dire, ad esempio, le zone a ridosso di alcuni immobili pubblici, il cui recupero verrebbe candidato al finanziamento, come i complessi comunali Principessa Margherita e Santa Croce e le zone a ridosso di alcune piazze (San Giovanni, Martiri, i Foggiali, ecc.)].


 


7) Il Comune ben può presentare più domande. Anche il programma per il centro storico, considerata la mole degli interventi, potrebbe – si è detto – essere suddiviso in più domande. Inoltre, quasi tutti, hanno convenuto sulla necessità  di articolare almeno altri due programmi di intervento per le zone di Via Selva (per il quale, sostanzialmente, si è fatto riferimento agli interventi descritti sub n. 4 della nota di ieri) e di Lama di Cervo (v. ipotesi n. 1 sempre della nota di ieri).


 


Per il resto, la proposta di istituire un gruppo misto (consiglieri, amministratori e tecnici comunali) è stata bocciata praticamente da tutti; l’idea di due incontri pubblici (uno preliminare ed uno conclusivo) è stata ridimensionata alla previsione di un’assemblea di presentazione del progetto o dei progetti da candidare.


 


In ultimo, spero che venga accolta una proposta che ho fatto ad assessori e dirigenti comunali intervenuti (ingegnere Tattoli, settore lavori pubblici, ed architetto Buonamassa, urbanistica). Ho suggerito di pubblicare, senza troppe formalità  (perché impegni particolari per il Comune non ve ne sono), magari già  lunedì ed assegnando ovviamente pochissimi giorni per la presentazione delle domande, un avviso con cui il Comune dichiara di volere accogliere nel gruppo tecnico interno che verrà  istituito, per un’esperienza formativa limitata al periodo di elaborazione dei programmi da candidare, un gruppo di laureandi o neolaureati (ingegneri, architetti, tecnici insomma) altamurani. Uno stage formativo utile per gli interessati, ma anche per il Comune, ed ovviamente “non retribuito”. Speriamo bene!! Vi aggiornerò al riguardo.


 


Chiudo con una sensazione: il clima mi è parso molto positivo, merito che va equamente diviso tra gli esponenti della maggioranza e della minoranza.


 


E’ tutto. Grazie per l’attenzione.


 


Altamura, 25 marzo 2005


 


enzo colonna


enzo@altamura2001.com


 


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Questo è il testo di una nota diffusa da Enzo Colonna, venerdì 24 marzo 2006, in vista della riunione il cui resoconto abbiamo riportato sopra.


 


 


CONTRATTO DI QUARTIERE: ALCUNE INDICAZIONI ED IPOTESI DI LAVORO


 


 


Premessa n. 1.


I tempi sono strettissimi (abbiamo ancora un mese a disposizione). Analisi politiche o identitarie, riflessioni sociologiche o studi scientifici sulla “nuova urbanistica”?, in questa fase, non sono possibili seppur sempre necessari ed auspicabili (chi sia interessato a sapere come la penso, sul piano politico, può rileggersi quanto scrissi qualche tempo fa e, sul piano scientifico, può farmi richiesta, di persona, di un saggio di imminente pubblicazione, con il titolo “Perequazione urbanistica e nuova cultura del pianificare”?, tra gli atti di un convegno tenutosi a Bari qualche tempo fa ed organizzato da Università  e Politecnico). Le ferite ed incomprensioni (diciamo così, per non rialimentare nessuna polemica) connesse al precedente tentativo (gennaio-aprile 2004) sono ancora attuali (così, da alcune reazioni). Grandi programmi e soprattutto nuove forme di governance della materia (partecipazione, focus, gruppi di studio, analisi dei bisogni, definizione degli obiettivi”¦) sono allo stato impraticabili”¦ Eppoi, un argomento che trancia ogni discussione o sofisma, la realtà  dei nostri quartieri, ma complessivamente del territorio urbano è evidente a tutti, devastazione e desolazione”¦ quindi primum vivere, deinde philosofari!


 


Allora?


 


Premessa n. 2.


Ritengo che non resti altra strada che individuare una zona di intervento o magari due (teoricamente il comune potrebbe presentare più domande), delimitarla con planimetrie alla mano, verificare la presenza e disponibilità  di immobili di proprietà  pubblica da ristrutturare e recuperare, verificare la presenza e la titolarità  (pubblica o privata) di aree inedificate destinate a strutture e servizi per la collettività  (asili, parcheggi, scuole, centri culturali e sociali, verde e parchi”¦ insomma le famose aree a standards) e compilare una lista degli interventi da progettare.


 


Allora?


 


Premessa n. 3.


Riserverei (un mistero per alcuni, per me una semplice conferma) il ricorso allo strumento compensativo previsto dal bando [“attraverso la concessione di diritti edificatori su tutto il territorio comunale ovvero mediante concessione di progettazione, realizzazione e gestione delle stesse opere per periodi temporali legati alla remunerazione dei capitali investiti”?, art. 3, comma 7, dell’Avviso; formula non dissimile era presente nella proposta deliberativa e nella bozza di avviso che preparai due anni fa, ma molti non la capirono”¦e forse non capiranno mai!] unicamente nell’ipotesi in cui sia necessario il coinvolgimento di privati [che ”“ molti spesso se lo dimenticano o fanno finta di dimenticarsene ”“ non sono solo gli imprenditori del settore edilizio, ma anche i proprietari delle aree da utilizzare per usi pubblici, che vanno inevitabilmente indennizzati] per l’acquisizione di aree. Anziché l’indennizzo con denaro pubblico ”“ che dissanguerebbe le casse comunali (pensate che per il parco urbano di circa 7 ettari, se non ricordo male, tra via Cassano e via Santeramo, in una stima operata dalla precedente amministrazione, si rendevano necessari solo per gli espropri circa, se non ricordo male, 6,5 milioni di euro!!) ”“ un corrispettivo, per la cessione volontaria o espropriazione delle aree di titolarità  privata, costituito da diritti edificatori. Oppure, riserverei quello strumento compensativo alla realizzazione di specifici interventi di urbanizzazione (ad esempio, un parcheggio, una sala teatrale/cinematografica, una struttura sportiva, ecc., che ben si prestano alla formula del progetto di finanza, vale a dire la “concessione di progettazione, realizzazione e gestione dell’opera pubblica per un periodo temporale definito in rapporto alla remunerazione del capitale privato investito”?).


 


Allora?


 


Butto giù, molto rapidamente, cinque ipotesi di intervento:


 


1) ZONA LAMA DI CERVO ”“ TRENTACAPILLI: interventi sulla viabilità  di accesso a tali zone abitate da migliaia di cittadini (sinora penosa, si pensi al sottopassaggio di via Pietro Colletta o alla strada dalla statale per Matera); un struttura pubblica complessa e polifunzionale, con posizione centrale rispetto alle lottizzazioni di queste contrade, destinato ad uffici pubblici (comunali, postali, aule per asilo e scuole), a strutture sociali (centro anziani, centro per attività  nel settore giovanile); un intervento destinato ad un mercato di quartiere; un intervento per la sistemazione a verde ed al ritrovo collettivo di un’area ricompresa in queste lottizzazioni.


 


2) ZONA DA VIA GRAVINA A VIA STAZIONE: sistemazione e recupero delle strutture sportive esistenti (vecchia piscina comunale e cupola) e realizzazione di un’ampia area a verde a ridosso di tali strutture sportive così da realizzare una sorta di polo sportivo-ricreativo sfruttando la disponibilità , in adiacenza, di ampie zone agricole; sistemazione e definizione dell’assetto urbanistico delle aree destinate a servizi che coinvolgono oltre 200 famiglie altamurane sinora sistematicamente illuse e raggirate (con la forma di compensazione a cui prima accennavo, il Comune potrebbe acquisire tali aree attribuendo loro diritti edificatori, che sempre il Comune andrebbe ad allocare in specifiche zone, e potrebbe, con i fondi statali, realizzare strutture pubbliche di servizio per il quartiere).


 


3) ZONA LUNGO L’ASSE VIA MURA MEGALITICHE (da via IV Novembre a Via Santeramo): anche qui, a ridosso delle vecchie Mura, dello Stadio Comunale e del primo tratto per il Buoncammino, si potrebbe immaginare (risolvendo situazioni complesse come il Suolo Rossi) una grande area destinata allo sport o alla ricreazione [grandi spazi verdi (attorno allo stadio ed in quei sette ettari tra via Cassano e Via Santeramo), piste ciclabili e pedonali (attorno allo stadio, lungo via Buoncammino, via La Carrera), recupero di beni storici come le “piscine”? e le Grotte di San Tommaso in via La Carrera, ristrutturazione e destinazione ad attività  culturali e creative della bella struttura dell’ex Mattatorio comunale].


 


4) ZONA VIA SELVA: un grande verde che abbracci il cimitero altamurano; due assi viari che, nella parte antistante ed alle spalle del cimitero (come previsto dal PRG) si inoltrano nella zona artigianale verso la Graviscella; il recupero e sistemazione del campo sportivo abbandonato in Via Selva; una struttura polifunzionale di uffici e luoghi pubblici tra via Selva e Via Gravina.


 


5) CENTRO STORICO: al riguardo, oltre ad immaginare il recupero di alcuni immobili di proprietà  comunale (il Margherita di Savoia e Santa Croce) e la sistemazione, almeno negli assi principali, di impianti idrici e fognari e della sede stradale, mi persuade l’idea (che mi ha esposto un amico) di un piano di recupero (limitandosi magari ad alcune zone prioritarie di intervento) che coinvolga anche i proprietari privati. Ma su questo, mi limito a riportare quanto questa persona intelligente mi ha scritto: «Pensavo ad un progetto che potesse riguardare sperimentalmente una zona del Centro Storico… Si potrebbe promuovere il recupero condotto direttamente dai privati mediante la partecipazione economica del Comune con i fondi del Contratto di Quartiere a patto che parte dell’immobile venga vincolato ad usi che possano favorire l’occupazione (locazione agevolata a giovani artigiani o commerciati) o l’integrazione sociale o le politiche abitative (locazione ad anziani, giovani coppie, immigrati o intervento diretto di questi ultimi). Ovviamente gli interventi di recupero dovrebbero essere realizzati sotto il rigoroso controllo della pubblica amministrazione e con l’impiego di tecnologie e tecniche innovative nell’ambito del recupero».


 


Non menziono la zona di via Carpentino, in quanto su questa grava ancora l’annosa questione del piano integrato.


 


Domani, credo (ma aspetto di confrontarmi con qualcuno sino a stasera: ricordo a tutti che sarò nella sede del Movimento Aria Fresca dalle 20.30), darò queste indicazioni e soprattutto, metodologicamente, chiederò che si crei un piccolo gruppo di lavoro misto (consiglieri, maggioranza e minoranza, ed amministratori) che sia di stimolo, guida e supporto all’attività  di redazione del progetto. Un gruppo che, pur con i tempi ridottissimi a disposizione, riesca a creare almeno due momenti di ascolto e coinvolgimento della cittadinanza (uno preliminare ed uno conclusivo).


 


Altamura, 24 marzo 2006


 


enzo colonna


enzo@altamura2001.com