GRANO CONTAMINATO: ALCUNI INTERROGATIVI
I clamorosi sviluppi giudiziari dell’inchiesta (clicca qui), condotta dalla Procura della Repubblica di Trani e dalla Guardia di Finanza, sul grano contaminato da ocratossina sequestrato a settembre nel porto di Bari, inducono a riproporre alcune riflessioni:
Domanda: cosa ci fanno mangiare? Con quali materie prime? Prodotte dove? Importate da dove? Controllate da chi?
2) Da tempo ”“ poiché non ci è possibile (se mai lo sia sul piano della certezza scientifica) individuare o semplicemente ipotizzare cause o fattori determinanti simili patologie ”“ andiamo ripetendo che è indispensabile una strategia globale di interventi, ispirata ai principi di attenzione, prevenzione e precauzione: dal controllo e limitazione del traffico cittadino al controllo dell’aria e delle acque sotterranee e reflue, dalla rimozione dei rifiuti illegalmente abbandonati alla bonifica dei siti inquinati, dal controllo degli alimenti alla gestione oculata del territorio urbano ed extraurbano, da una attenta e virtuosa gestione (tutta da avviare) del ciclo dei rifiuti al controllo del fenomeno dell’elettrosmog. Un approccio che abbandoni cautele, mezze misure e mezze parole, indugi ed ipocrite preoccupazioni per i risvolti economici di iniziative anche forti. Un approccio che, come conferma quest’ultima vicenda, deve mettere in discussione la fatiscenza di un sistema di controlli che, tra compiacenze e mistificazioni, ormai non offre alcuna garanzia ai cittadini, ai consumatori ed agli stessi mercati ed operatori economici di riferimento.
Domanda: chi controlla materie prime e prodotti, cicli e strutture di commercializzazione e di produzione? Chi controlla i certificatori ed i controllori?
3) Il fenomeno è sempre più massiccio e diffuso: ingenti quantità di prodotti cerealicoli (ma non solo), di incerta qualità ed a prezzi stracciati, vengono importati da Paesi extracomunitari. Tali importazioni falsano il mercato italiano ed europeo e mortificano le produzioni locali di riconosciuta qualità . Il fenomeno ”“ si dice ”“ è perfettamente in regola, coerente con le norme ed i trattati che regolano il commercio internazionale. Bene, sarà pure così, ma varrebbe la pena spendere una qualche verifica, a livello nazionale e comunitario, per chiarire un fenomeno che ha i tratti di un dumping di ritorno. Noi europei, non possiamo sostenere le nostre produzioni (con incentivi, sussidi, protezioni o barriere), ma, allo stesso tempo, nulla ci è consentito fare per impedire che produzioni, di incerta qualità ed a prezzi stracciati, siano immesse nel nostro mercato, con il duplice esito negativo che menzionavo.
Domanda: se tutto è così in regola, perché i trasformatori locali e nazionali (industrie molitorie, semolifici, pastai, produttori di mangimi, ecc.) non acquistano grano e cerali vari direttamente dai produttori o esportatori esteri? Perché si preferisce far filtrare tali materie prime attraverso le maglie di un grosso importatore nazionale o comunitario, per poi acquistare così ”“ accompagnata da tutte le inevitabili ed impeccabili autorizzazioni e certificazioni (sanitarie, doganali, ecc.) ”“ merce “nazionalizzata”?? Perché acquistare materie prime di incerta provenienza, quando merce e produzioni locali sono qui disponibili e spesso restano invendute nelle mani dei nostri agricoltori?
C’è da augurarsi, almeno, che la gravità di questo ennesimo accidente che si è abbattuto sul nostro territorio induca a farne l’occasione per chiarire alcuni di tali interrogativi.
enzo colonna
consigliere comunale di Altamura
Movimento Cittadino Aria Fresca