FANGHI SULLA MURGIA: INQUINATE ANCHE LE ACQUE

 


[Fonte: Antennasud. Servizio del 18 novembre 2005 realizzato da Mauro Denigris. In audio-video, da qui.]


Non solo il terreno, ma anche l’acqua. Lo scempio ambientale sulla Murgia è più grave di quanto si potesse immaginare. La conferma arriva dai dati contenuti nel piano di caratterizzazione realizzato sulle due aree in contrada Franchini, a Gravina, dove nell’agosto del 2003 le telecamere di Antenna Sud sorpresero alcuni operai a spandere fanghi mescolati a rifiuti.
Secondo i risultati dei prelievi effettuati sotto la regia di Sviluppo Italia, che siamo in grado di anticiparvi, è stata rilevata la presenza di nitriti oltre il limite di 500 milligrammi per litro nelle acque di una vasca di raccolta vicina al sito inquinato. Si tratta di sostanze molto tossiche che possono essere cancerogene. Le acque di un pozzo per irrigazione nella vicina località  Capitolo, in territorio di Andria, risultano inquinate da percloetilene, un composto usato per miscele esplosive e nella preparazione di ossidanti. Valori nella norma invece per altri sei tra pozzi e cisterne analizzati. Sono 41.500 invece i metri quadri di terreno risultati inquinati da idrocarburi leggeri e pesanti, da cadmio, piombo, rame e zinco. In particolare è la percentuale di idrocarburi, di gran lunga superiore ai limiti previsti dal decreto del Ministero dell’Ambiente numero 471 del ’99, a preoccupare. In attesa di conoscere i risultati della caratterizzazione del sito di Altamura, affidata ai proprietari dell’area, l’assessorato all’Ecologia della Regione sta già  pensando alla bonifica. Anche per evitare che la situazione, complici le caratteristiche carsiche del territorio, possa peggiorare.


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[Fonte: www.notizie-online.it del 21 novembre 2005]


Alta Murgia, 2 mln e mezzo per bonifica sito inquinato Gravina  (di Pasquale Dibenedetto)


Due milioni e mezzo di euro, rinvenienti da fondi Cipe per le aree svantaggiate, sono stati messi a disposizione dalla Regione Puglia per la bonifica del sito inquinato in localita’ ‘Finocchio’ a Gravina, nelle campagne dell’Alta Murgia.


 Lo ha annunciato oggi l’assessore regionale all’Ambiente Michele Losappio, nel corso di una conferenza stampa tenuta nel capoluogo, insieme al consigliere dei Democratici di Sinistra Michele Ventricelli e al dirigente dell’assessorato Luca Limongelli. Nel sito, che rientra nell’area del Parco Nazionale, nel 2003 furono scoperti fanghi di depurazione che contenevano anche altri tipi di rifiuti. Le aree interessate, circa 70 ettari in localita’ Finocchio e altri 330 ettari in localita’ ‘Cervoni’ ad Altamura, furono sequestrate. Sulla vicenda fu aperta un’inchiesta della magistratura. Dai primi esami emerse la presenza nei terreni di metalli pesanti pericolosi.


Oggi l’assessore Losappio ha spiegato che e’ terminata la fase di caratterizzazione del sito di Gravina, di proprieta’ di privati, effettuato, in danno dei soggetti obbligati, dal Commissario delegato all’emergenza Ambientale, e cioe’ il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, tramite il supporto tecnico operativo di Sviluppo Italia. Dei 70 ettari che furono sequestrati, circa 41 sono risultati effettivamente inquinati. Per la caratterizzazione sono stati spesi 320 mila euro. Per la bonifica, che potrebbe iniziare tra meno di un anno, sono a disposizione i 2 milioni e mezzo di euro. Lunedi’ 28 novembre e’ stata convocata una conferenza di servizio che esaminera’ la relazione tecinca finale della caratterizzazione di Gravina, stabilendo tempi, modalita’ e costi e aggiornera’ la situazione sul piano della caratterizzazione dell’area di Altamura, molto piu’ estesa, di cui si sono assunti l’onere i proprietari dell’area in base a un progetto della stessa Regione. L’assessore ha precisato che su questa ultima caratterizzazione effettuata dai proprietari vigila l’Arpa (Agenzia Regionale Protezione ambientale). Luned’ si parlera’ anche del soggetto che dovra’ effettuare la bonifica: gli stessi privati o l’ente pubblico.  



Per quanto riguarda i dati emersi dalla caratterizzazione del sito di Gravina, Limongelli ha sottolineato che fortunatamente il suolo e il sottosuolo non sono inquinati da sostanze chimiche estremamente pericolose come il policlorobifenile (Pcb). Nelle conclusioni della relazione si sottolinea, inoltre, l’assenza di inquinamento da diossine e furani (Pcdd e Pcdf), composti organici aromatici, solventi clorurati, idrocarburi oliciclici aromatici (Ipa), fitofarmaci e l’assenza di rifiuti interrati. Risulta invece, a una profondita’ tra 0,50 a 1 metro, contaminazione diffusa da idrocarburi pesanti. L’inquinamento da metalli pesanti e’ definita ”non estesa ma episodica e riguarda essenzialmente la parte superficiale campionata. Le acque sotterranee campionate da pozzi di emungimento, esistenti e al di fuori del sito, non risultano inquinate. Soltanto le acque campionate dal pozzo per uso irriguo in localita’ Capitolo (Andria), risultano essere inquinate da percloetilene. Le acque piovane campionate dalle vasche di raccolta – continua la relazione – non risultano inquinate, mentre si e’ rilevata la presenza di nitriti oltre il valore minimo delle acque campionate dalla vasca di raccolta prossima al sito, in localita’ ‘Finocchio”’.
Tuttavia, secondo l’assessore Losappio ”emerge un’alta possibilita’ di rischio ambientale per l’eventualita’ che i materiali inquinanti entrino in falda. Bisogna comunque evitare che ci sia una generalizzazione del pericolo, che e’ limitato ad alcune zone e che si arrivi a stringere un cappio intorno alle possibilita’ di sviluppo e valorizzazione del territorio, dove sono molteplici le produzioni tipiche ed alto e’ il valore ambientale che ricade nel parco dell’Alta Murgia”.


Losappio ha anche sottolineato ”il ruolo rivestito dai media nella vicenda, perche’ sono state alcune testate a denunciare per prime il pericolo, ben prima dell’intervento delle istituzioni. Che oggi, dopo un periodo di inattivita’, sono intervenute e interverranno anche con uno stanziamento regionale”.