Dolosamente si è voluto parlare d’altro: di vita e di morte, di verità e menzogna, di bene e male, di embrioni, di selezioni genetiche, di manipolazioni e clonazioni”¦ di principi e non di problemi, di tutto fuorché del tema oggetto dei quesiti referendari. Che era la sofferenza umana, tutta cristiana. Si richiedeva un sussulto di umanità e di politica; ci sono stati concessi cinica indifferenza e calcolata ignavia.
Ha avuto buon gioco il fronte astensionista. Forte non ”“ come si va ripetendo stancamente ”“ della complessità dei temi, della disaffezione dalla politica o della stanchezza da referendum, ma di un dato allarmante (di tutta evidenza nel nostro Sud e nei nostri paesi), segno dei tempi (mediocri) che attraversiamo. La Gente è disabituata alla politica, ormai la identifica pericolosamente solo con quel teatrino che viene montato periodicamente per l’elezione di un consigliere comunale o regionale, di un sindaco o di un presidente di regione.
Disabita i luoghi della politica, perché se ne è disabituata. Non più confronto di idee e valori, di passioni ed entusiasmo, di sensibilità e di risposte a problemi reali, umani, a volte drammatici, ma mero meccanismo di conservazione di un apparato che si autolegittima e si ripropone in una logica di pura alternanza e non di alternativa. Tutto ciò che è fuori da tale meccanismo non viene più compreso dai cittadini, un inutile fardello nei confronti del quale si sentono inadeguati e di cui liberarsi, tanto più facilmente e velocemente se c’è il plauso di un benedicente.
Non c’erano presidenti di regione, sindaci, plotoni di consiglieri regionali o comunali da eleggere. I partiti ed i loro cosiddetti rappresentanti istituzionali (tranne qualche rara e lodevolissima eccezione) hanno preferito starsene tranquillamente nelle poltrone conquistate, piuttosto che cimentarsi, a viso aperto, da fronti opposti, con quel minimo di senso e rispetto della politica che il loro ruolo imporrebbe, a capire i problemi in discussione, a farli capire alla Gente ed a mettersi in discussione. La campagna referendaria, allora, un risultato lo ha ottenuto. Paradossalmente positivo. Ha messo a nudo lo “spirito del tempo”?, rivelato lo spettro poco rassicurante che si aggira per l’Italia: una crescente ed arrogante insofferenza del Potere, in ogni sua forma ed articolazione, alla conoscenza, partecipazione e coinvolgimento dei cittadini.
I non rassegnati si preparino, allora, ad un’opera di pedagogia politica. A recuperare la politica al suo senso, a ripopolare i suoi luoghi, a ricostruire i templi laici della democrazia. Per fare questo, forse è necessario che i non-astenuti si uniscano.
ENZO COLONNA (enzo@altamura2001.com)
consigliere comunale di Altamura