CHI E’ RESPONSABILE DI QUESTA SITUAZIONE AMMINISTRATIVA, SI DIMETTA!

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PERCHà‰ NON HO FIRMATO LE DIMISSIONI COLLETTIVE

Ringrazio i colleghi (di minoranza ed alcuni dell’ex maggioranza) che mi hanno interpellato e sollecitato, martedì 2 novembre, a condividere l’atto collettivo di dimissioni che avrebbe determinato lo scioglimento del consiglio comunale.
Condivido il fine di tale iniziativa: porre termine ad una situazione amministrativa paralizzata, invelenita ed agonizzante e quindi tornare nella primavera prossima al giudizio degli elettori, ad un voto che si spera possa indicare un nuovo percorso di cambiamento e segnare una nuova prospettiva.
Non ho condiviso, per ora, il mezzo.
Sono convinto che questa esperienza amministrativa sia finita, non abbia più slancio vitale ed ideale, non abbia più prospettiva. E questo ormai da tempo, almeno da quando si è intrapresa la strada della ricerca affannosa e pericolosa del consenso di singoli consiglieri, dimenticando progettualità , programmi ed aspettative della città .
Sono altresì convinto, però, che spetti non a me, ad un singolo consigliere, seppure messo nelle condizioni di trarre simili conclusioni (in quanto messo fuori dal partito nella cui lista ero stato eletto da indipendente ed il più delle volte rimasto inascoltato dall’amministrazione comunale e dalla maggioranza), ma ad altri, a chi ha assunto la responsabilità  del governo mettere fine a questo mandato amministrativo.
Credo che spetti a chi ha determinato o avallato decisioni assurde, a chi ha dato il via libera a certi appalti, a chi non ha avviato ancora altri appalti procedendo con affidamenti diretti e contrari alla legge, costosi e dannosi per l’interesse collettivo. A chi ha tentato di far passare in consiglio comunale provvedimenti urbanistici illegittimi. A chi ha chiuso gli occhi dinanzi a certi scempi edilizi. A chi ha boicottato alcuni grandi progetti di riqualificazione dei quartieri. A chi ha proceduto con assunzioni o conferimenti di incarichi di dubbia trasparenza. A chi ha ritenuto che bastasse il consenso di sedici consiglieri per governare. A chi ha determinato decine di rimpasti e crisi amministrative. A chi ha suggerito o causato il turn over di una decina di dirigenti comunali. Credo che spetti al sindaco, alle segreterie dei partiti, ai consiglieri di maggioranza invitati formalmente dal sindaco a rassegnare le dimissioni, prendere atto e certificare, responsabilmente, che questa esperienza amministrativa ha fallito i suoi obiettivi, che erano la speranza ed il mandato degli elettori nel 2001.
Attendo che il sindaco voglia, almeno questa volta, responsabilmente e con coerenza, mantener ferma la volontà  di rassegnare le dimissioni.
Altamura, 3 novembre 2004

ENZO COLONNA
consigliere comunale indipendente

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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 4 novembre 2004

La mozione è stata firmata solo da quindici consiglieri: ne manca ancora uno

SFIDUCIA «BOCCIATA» PER UN VOTO

È stato l’indipendente Colonna a «salvare» il Consiglio comunale Niente scioglimento, ma è già  al lavoro il commissario «ad acta»

ALTAMURA. – La sfiducia all’amministrazione non è andata in porto. Quindici consiglieri comunali hanno firmato un foglio di dimissioni collettive ma non sono efficaci per lo scioglimento automatico del consiglio e per il ritorno alle urne. Manca infatti una firma per raggiungere quota 16, pari alla “metà  più uno” dei consiglieri. A “salvare” per ora il governo cittadino è stato proprio uno dei consiglieri finora più critici, l’indipendente Enzo Colonna.
Nonostante tutto l’amministrazione è ancora in carica. E ciò avviene mentre sta scorrendo il conto alla rovescia dei 20 giorni delle terze dimissioni del sindaco (presentate il 26 ottobre) e mentre è al lavoro un commissario “ad acta” per verificare se sussista l’equilibrio di bilancio.
Inoltre tutti i componenti dell’attuale schieramento di opposizione (Casa delle Libertà  ed ex alleati di maggioranza) hanno sottoscritto le dimissioni davanti ad un notaio. Ma sono 15 e non 16 e pertanto non verranno protocollate.
All’appello manca la firma di Colonna, indipendente, eletto nella lista dei Ds ma non riconosciuto dal gruppo consiliare della Quercia. Si tratta dell’esponente di centrosinistra finora piu’ severo nei riguardi della coalizione su molte questioni: appalto per la nettezza urbana, qualità  della vita, aree a servizi, lottizzazione commerciale. Colonna si trova così in una scomoda veste. Non è il sedicesimo consigliere a firmare le dimissioni. Ma nel contempo non è nemmeno il sedicesimo che permette al consiglio di deliberare perché nelle ultime occasioni ha abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale.
Colonna spiega così: «Condivido il fine delle dimissioni collettive: porre termine ad una situazione amministrativa paralizzata, invelenita ed agonizzante. Ma non ho condiviso il mezzo. Credo che spetti al sindaco, alle segreterie dei partiti, ai consiglieri di maggioranza invitati formalmente dal sindaco a rassegnare le dimissioni, prendere atto e certificare che questa esperienza amministrativa ha fallito i suoi obiettivi. Attendo che il sindaco voglia responsabilmente e con coerenza mantener ferma la volontà  di rassegnare le dimissioni». Una volontà  che finora il sindaco, almeno ufficialmente, ha confermato.
Intanto in questi giorni Rachele Popolizio è a Genova dove partecipa al convegno nazionale dell’Anci (associazione nazionale Comuni italiani) nel duplice ruolo di esponente dei sindaci del meridione e di presidente del comitato nazionale pari opportunità  dell’Aged, l’agenzia nazionale dei segretari comunali e provinciali. L’Aged è convocata in assemblea proprio al convegno dell’Anci a Genova. Un motivo di soddisfazione per la prima cittadina.

Onofrio Bruno