Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 5 agosto 2004
Fa discutere la lottizzazione in contrada Jazzo del forno. Il «no» della Confcommercio.
BOCCIATO L’IPERMERCATO
Il provvedimento non supera l ’esame del Consiglio.
Altamura – “L’ipermercato non s’ha da fare”. Giudizi negativi su una struttura commerciale di grande distribuzione che è prevista in via Santeramo: il provvedimento in consiglio comunale non è passato perché in maggioranza c’è una voce fuori dal coro. Il progetto viene bocciato senza mezzi termini dalla Confcommercio.
Era all’ordine del giorno l’approvazione di una lottizzazione in contrada Jazzo del Forno, nei pressi del mattatoio comunale. Anche se nel deliberato di adozione del 26 maggio 2003 non se ne faceva espressa menzione, si tratta in pratica di una struttura di oltre 78.000 metri cubi, per una superficie coperta di circa 13.000 mq. Secondo la nuova legge regionale del luglio 2003 la struttura verrebbe classificata come “G2” (categoria superiore a 4500 mq). Il progetto è stato presentato dalla Setra, società di cui è rappresentante legale un noto imprenditore locale, Carlo Columella. La struttura comprende aree per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari e per il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari.
Sul provvedimento è mancato il numero legale e viene così rinviato. Decisiva l’uscita dall’aula del consigliere indipendente diessino Enzo Colonna che sul provvedimento ha espresso pesanti contrarietà (CLICCA QUI). E’ quindi venuto meno il quorum perché nel frattempo i 17 della maggioranza erano diventati 16 per l’uscita del socialista Franco Petronella, per incompatibilità sul provvedimento.
Oltre alle perplessità sulle nette differenze tra il deliberato di adozione di un anno fa e quello approdato in consiglio l’altra sera, Enzo Colonna ha sollevato un problema ancora più evidente.
“Non possiamo ignorare o far finta che non esista la legge regionale n. 11 del 1° agosto 2003 che ha introdotto la Nuova disciplina del commercio – ha detto. Non possiamo ignorare o far finta che non esista il relativo regolamento regionale attuativo, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia del 30 giugno 2004. Non ho alcuna posizione pregiudizialmente contraria all’insediamento di grandi strutture di vendita o avversa agli imprenditori interessati. Ma il Comune non può essere o ridursi alla terra dei ciechi, dei sordi e dei muti”. La legge, tra l’altro, prescrive che la concessione edilizia deve andare di pari passo con l’autorizzazione commerciale. Mentre in questo caso era in discussione solo il profilo edilizio. Non solo. Altamura non ha una programmazione delle aree commerciali per la media e grande distribuzione, altro requisito di legge.
Anche più duro il presidente della Confcommercio, Saverio Mascolo. “La maggioranza deve dare delle spiegazioni sul fatto che questo provvedimento è stato portato in consiglio – dice -. Non deve essere riproposto finché Altamura non si sarà dotata di una programmazione. E su questo punto dobbiamo chiederci se ci sia bisogno di un ipermercato visto che già ce n’è uno a 7 chilometri da Altamura, a Matera. Ritengo che non sia un atto opportuno perché provocherebbe una moria di piccole attività . A monte, oltretutto, l’iter desta gravi perplessità ”.
Onofrio Bruno
Di seguito il comunicato stampa diffuso, il 5 agosto 2004, da Nicola Caggiano, segretario della Confesercenti di Altamura.
DELUSI ED ARRABBIATI I COMMERCIANTI DI ALTAMURA RIBADISCONO IL “NO” ALL’IPERMERCATO
Il 10 Settembre 2001 Altamura e la sua Amministrazione comunale erano già alle prese con la richiesta di costruzione di un ipermercato in Via Santeramo.
Unica e sola la Confesercenti di Altamura elevava il suo appello al Consiglio Comunale affinché non si distruggesse, con questa mega struttura commerciale, la rete distributiva al dettaglio della nostra città .
La nostra contrarietà all’ipermercato fu ribadita nel 2002 in pubblici incontri con gli Assessori Striccoli e Creanza a cui suggerimmo di proporre alla SETRA di convertire il progetto realizzando, nella Zona Annonaria, strutture destinate in particolare a depositi di prodotti agroalimentari ed ortofrutticoli, di esposizione ed eventuale commercio all’ingrosso di prodotti abbisognevoli di spazi espositivi ampi (autoveicoli, materiale edile ecc.), di piccoli e medi impianti produttivi, di trasformazione e stoccaggio di prodotti agroalimentari che al sistema imprenditoriale ed economico cittadino e non solo, mancano tuttora. Insomma impianti in linea con il dettato delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG di Altamura.
Prima della riproposizione del provvedimento all’attenzione del C.C. a Maggio 2003, la nostra Associazione sottoponeva preventivamente i questiti di compatibilità urbanistica-ambientale e commerciale all’Assessore all’Urbanistica Pignatelli e al Dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale Tritto i quali sostenevano che nella zona Annonaria nessuna struttura commerciale al dettaglio poteva insediarsi ma che, allo scopo di tutelare l’Amministrazione, sarebbe stato opportuno farne menzione scritta nella specifica Delibera Consiliare; cosa che non avvenne.
Tornata per l’adozione all’O.d.g. del C.C. del 2 Agosto 2004, la richiesta non ha perso i connotati del progetto originario come evidenziato negli elaborati grafici allegati – la realizzazione di un ipermercato al dettaglio – seppure, nella domanda, si lasci nel vago più assoluto la destinazione finale dell’immobile.
In noi e in tutte le persone di buon senso di questa città è evidente l’intento della SETRA – legittimo dal punto di vista degli interessi dell’impresa – di realizzare quello che ha progettato sin dall’inizio e per il quale obiettivo ha auspicato una legislazione regionale più favorevole – che prima non c’era ma che poi è arrivata – e non è escluso che abbia ricercato accordi commerciali per affidarne l’uso a colossi della distribuzione al dettaglio.
La Confesercenti di Altamura, in merito alla vicenda, ribadisce innanzitutto il proprio dissenso sulle metodologie comportamentali dell’Amministrazione comunale:
1. è biasimevole l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale che, per ben tre volte, in previsione della discussione in C.C. di tale provvedimento non abbia sentito il dovere di convocare, informare e ascoltare le parti interessate, ovvero le Associazioni imprenditoriali del commercio;
2. è penoso l’aver rilevato strumentalmente in C.C. la mancata presentazione di opposizione nei termini legali al progetto SETRA, volendo strumentalmente attribuire alle Associazioni di categoria ruoli impropri, quando invece si vuole mascherare il silenzio colpevole sugli atti sottoposti al C.C.;
3. è riprovevole l’aver ignorato volutamente i riferimenti alle nostre iniziative precedenti volendoci involontariamente coinvolgere in un consenso che non daremo mai ad atti che riteniamo profondamente nocivi per l’economia e la vivibilità della nostra città .
Nel merito dell’analisi economica è innegabile – perché suffragato da statistiche ufficiali – l’impatto distruttivo dell’ipermercato che si aggiungerebbe al vicinissimo centro commerciale di Venusto; la sua realizzazione
a) vanificherebbe gli sforzi finanziari di rinnovamento e innovazione compiuti dalle piccole e medie imprese commerciali con l’utilizzo di finanziamenti ancora da restituire, cui si aggiunge la 488 in corso per commercio e turismo e l’ultima iniziativa locale che ci vede co-promotori, per finanziare la ristrutturazione dei negozi del centro storico;
b) annienterebbe il sistema della produzione artigianale non solo alimentare, che ancora trova sbocco commerciale nell’attuale rete al dettaglio
c) brucerebbe in breve tempo l’esperienza di decine e decine di iniziative intraprese da giovani imprenditori attingendo al “prestito d’onore” che sarebbero i primi a soccombere;
d) provocherebbe l’uscita dal mercato del lavoro di centinaia di addetti tra titolari, collaboratori familiari e dipendenti in cambio di qualche decina di assunzioni precarie (vedi attuale legge Biagi) nell’iper;
e) determinerebbe una irreversibile desertificazione del vivace tessuto dei negozi di vicinato a servizio dei quartieri che ancora resiste in questa città ;
f) colpirebbe le fasce più deboli e indifese della popolazione che non hanno mezzi ed opportunità per approvvigionarsi di generi di prima necessità presso le grandi strutture di vendita;
g) produrrebbe un impatto ambientale disastroso per il sistema viario della città , già strozzato dall’anello della circonvallazione a ridosso della quale l’ipermercato si innesterebbe, con pesantissime ripercussioni sulla scorrevolezza, sull’usura e sulle emissioni gassose (sulla statale 96, sulla provinciale per Santeramo e sulla viabilità urbana complanare), sul progetto dell’eventuale allargamento della 96;
h) difficilmente saranno soddisfatte le compatibilità ambientali (vicinanza Mattatoio, Depuratore) e paesaggistiche.
Nel merito della prassi burocratico-amministrativa era evidente che il provvedimento doveva essere proposto ai sensi della legislazione vigente per cui grave è l’aver dimenticato di mettere in relazione il progetto dell’ipermercato con la legge regionale n.11/2003 e con il recente Regolamento attuativo delle norme per le medie e grandi strutture di vendita.
Avevamo suggerito noi, dopo l’uscita delle L.R.11/03, al Dirigente V settore di disporre al professionista incaricato Dott. Ciocia la sospensione della stesura del Piano per le medie strutture per riprenderlo alla luce dell’emanando Regolamento attuativo. In Consiglio, invece, è arrivata prima la richiesta SETRA, del Regolamento comunale
In verità , come Confesercenti, auspicavamo che la Giunta regionale pugliese avesse tenuto in debito conto le nostre osservazioni generali (e anche quelle particolari relative al nostro territorio -vicinanza con Venusio, Parco Alta Murgia, tutela piccolo dettaglio ecc. – ) ed avevamo sperato nel ridimensionamento delle nuove aperture di altre strutture di media e grande distribuzione, oltre le numerosissime già presenti in Puglia, che ci vedono, ormai, tra i primi d’Europa.
Delusi da Fitto, almeno speravamo in una saggia attenzione politica dell’Assessorato competente e in una attenta tecnologia amministrativa del Settore comunale corrispondente che avesse comparato il progetto dell’iper con le normative oggi vigenti.
E credevamo che nessuno proponesse la pilatesca proposta di scindere in due il problema approvando oggi il progetto edilizio e riservandosi di bocciarne la destinazione commerciale ad ipermercato al momento della specifica richiesta (cosa che non sarà , allora, più possibile).
La nostra delusione, ovviamente, sconfina anche in altri ambiti come la mancata disciplina del commercio fisso, dei pubblici esercizi e dell’ambulantato itinerante, l’assenza di aree mercatali attrezzate, le politiche e le deroghe per la rivitalizzazione del centro storico e di altre aree e strade degradate della città , lo sviluppo del turismo come volano dell’economia, i temi della pedonalizzazione, della viabilità e dei parcheggi, la tutela dei consumatori ecc..
Sostenitori della libertà d’impresa restiamo comunque fermi difensori del diritto pubblico e della prassi democratica della programmazione urbanistico-commerciale che, in questa città , sin dal 1971 (anno della prima legge sul commercio) è stata sempre e continua ad essere, avversata e inapplicata.
L’incidente consiliare della mancanza del numero legale ma, soprattutto, la mancata condivisione del progetto da parte di forze politiche e consiglieri di opposizione e maggioranza hanno temporaneamente impedito che si perpetrasse una “sciagurata evenienza”, di cui i sostenitori porterebbero la responsabilità politica ed economica.
Se ci sosterrà il consenso, l’unità tra le Associazioni e nella categoria – qualora si perseverasse nell’intento – la Confesercenti continuerà ad opporci con tutte le proprie forze contro il “mostro iper”.
Altamura, 5 Agosto 2004
Il Segretario
Nicola CAGGIANO
Questo il testo della lettera inviata dal Presidente della CONFCOMMERCIO di Altamura, dott. Saverio Mascolo, a tutti gli iscritti all’associazione di categoria.
NO ALL’IPERMERCATO
senza se, né ma.
Cari Colleghi,
lo scorso 2 agosto il Consiglio Comunale di Altamura si apprestava a votare un deliberato che di fatto avrebbe consentito la costruzione di un IPERMERCATO nella ns. città .
Non abbiamo mai condotto battaglie di retroguardia, cioè rivolte ad ostacolare l’iniziativa economica privata, ma da tempo predichiamo l’osservanza di un giusto equilibrio tra le varie forme di distribuzione.
Orbene è nota la ns. intraprendenza avverso questa iniziativa che pone forti squilibri a tutto discapito del piccolo commercio al dettaglio.
Denunciamo l’atteggiamento di arroganza tenuto dall’amministrazione comunale di centro sinistra che nonostante l’atto di delibera apparisse in contrasto con la N.T.A. del P.R.G. ed in palese violazione dei principi di concertazione con le associazioni di categoria, ha sostenuto il deliberato cercando di farlo approvare forzando la ricerca del consenso.
Soltanto la nostra presenza in aula e la ragionevolezza dei consiglieri comunali di minoranza e del consigliere Enzo Colonna hanno fatto mancare il numero legale facendo decadere i lavori del Consiglio Comunale.
Riteniamo che questo primo parziale successo possa essere ripetuto con le argomentazioni in ns. possesso che oltre ad essere di carattere giuridico sono principalmente di ordine economico.
Sarà nostra cura, unitamente alla Confesercenti, intraprendere iniziative valide per ribadire il nostro fermo diniego all’Ipermercato.
In attesa proclamiamo lo stato di agitazione della categoria.
IL PRESIDENTE
Dr. Saverio MASCOLO