I cerini e Tommaso Fiore.

Dopo mesi di “chiarimenti”? e “trattative”? nulla è cambiato. Ci si è accapigliati soltanto per chi doveva ricoprire la carica di assessore. Idee, programmi, prospettive, manco a parlarne. Il Comune assomiglia sempre più ad un luogo d’affari, dove si sgomita per il raggiungimento del tornaconto personale. Chissà  e quando sarà  possibile una gestione diversa della cosa pubblica! Con quello che rimane dei vecchi partiti e con l’attuale inetta e arrogante classe politica (di entrambi gli schieramenti) sarà  molto difficile costruire qualcosa di nuovo.


A chi si è speso e continuerà  a spendersi per gli interessi di tutti i cittadini (nel Municipio e fuori) voglio ricordare quanto scrisse Tommaso Fiore il 10 maggio del 1922, data delle sue dimissioni da Sindaco della città  di Altamura. Il messaggio è di una sconvolgente attualità :


“”¦tenete per fermo ed indubitabile, o amici, che solo questa vostra rigidità  ed onestà , che si esplica nel controllo severo che tutti gli uffici componenti esercitano da un anno a questa parte, su di voi e che voi esercitate su di loro, fa sì che le vecchie volpi tornino a squittire. Voi avete moltiplicati gli occhi scrutatori su di voi, rendendo impossibile ogni malversazione. E ognuno di voi ha interesse a scoprire, non a coprire il compagno. E poi”¦ avete rotto le uova nel paniere a troppa gente, avete spezzato troppi legami inconfessabili nelle bramose canne di fornitori, intraprenditori, lavoratori a giornata, direttori, intermediari, impiegati”¦E volete il plauso di tutti? Contentatevi del plauso degli onesti”?.


Per il futuro ammoniva: “Se i volponi già  intanati nel comune tenteranno di rifarvi il covo, allora sarà  tempo, o combattenti, di ricacciarli a pedate, come negli anni scorsi”?.


Cose di altri tempi?


Giuseppe Dambrosio