Ci riferiamo a quel nucleo duro, espressione di interessi equivoci, avversi da sempre al parco, ma, da sempre, saldamente intrecciati a tutte le forme di degrado ambientale e culturale che segnano, almeno da un ventennio, il destino del nostro territorio. Servitù militari, i cosiddetti invasi artificiali, l’inpoverimento delle biodiversità ambientali e agricole, spietramento al di là di ogni misura, distruzione sistematica del sistema carsico e dei manufatti rurali, le innumerevoli cave, le discariche abusive”¦
Tutte le valanghe, si sa, sono formate da tanti piccoli o grandi fiocchi di neve. L’ultimo fiocco maldestro, in ordine di tempo, riguarda la posizione assunta dalla Regione Puglia nell’incontro preliminare – svoltosi a Roma il 12 ottobre scorso – prima della Conferenza Unificata prevista per il prossimo 23 ottobre dove si dovrebbe sancire la definitiva istituzione del parco.
L’emendamento alle norme di salvaguardia, imposto dalla Regione Puglia ai sindaci murgiani, riguarda un punto di estrema delicatezza:
la variante approvata per soddisfare gli interessi esclusivi di quel nucleo duro di interessi ai quali abbiamo già accennato, allenta di fatto le maglie già larghe delle norme di tutela approvate da tutti appena qualche mese fa, consentendo – mediante l’attività di spietramento (o come la chiamano adesso di “trasformazione di bonifica agraria”?) la costruzione di case e capannoni persino sui seminativi (sic!) del Costone, l’aggressione con asfalto e pesticidi – anche nella zona 1 che dovrebbe essere invece maggiormente tutelata la definitiva cancellazione dei pochi lembi di pascoli e di murgia superstiti,.
È sensato tutto questo, e, soprattutto, quale scopo ci si propone così di raggiungere?
Qualche beneficio per tutti oppure la difesa ad oltranza di pochi che vogliono continuare ad agire egoisticamente e senza regole, distruggendo quel che rimane del patrimonio millenario dell’Alta Murgia?
L’accettazione di quell’emendamento è un fatto di estrema gravità .
La tenacia con cui si sono battute alcune Amministrazioni non basta ad alleviare le preoccupazioni di quanti hanno a cuore il futuro della Murgia.
La mancanza di coordinamento e di coerenza (nel P.U.T.T. è scritto che bisogna impedire l’ulteriore degrado del pascolo e del paesaggio murgiano? Che fine ha fatto il rispetto delle direttive CEE circa la Superfcie di Interesse Comunitario e della Zona di Protezione Speciale?”¦), la fragilità culturale e persino civile che contraddistingue gran parte della classe politica che ci governa non ci fa ben sperare per l’immediato futuro. Perché, non lo dimentichiamo, finora si parla solo di un parco di “carta”? quando, invece, occorre costruirlo.
Marceremo l’8 novembre anche per questo, convinti come siamo che il nostro impegno per la tutela dell’Alta Murgia da queste aggressioni è l’unico modo possibile per pensare e per costruire il futuro.
16.10.2003
CAM (Comitati Alta Murgia)
Comitato Promotore Marcia Gravina-Altamura 2003