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ALTAMURA, 1° APRILE 2003
Ore decisive per il Teatro Mercadante. Si susseguono le prese di posizioni e le presunte novità . In realtà nulla ancora è successo. Lunedì scorso, 24 marzo, alle ore 17.30, era convocata la Giunta Comunale chiamata ad esaminare ed approvare la proposta di deliberazione da me ufficialmente depositata l’11 marzo 2003. Il testo della proposta è reperibile al seguente link:
La Giunta ha esaminato e discusso per due ore la proposta, ma, in virtù delle novità comunicate con una nota presentata e protocollata la mattina stessa del 24 dal Consorzio, ha deciso di soprassedere nell’adozione del provvedimento e di attendere: non si sa bene cosa, ma di attendere.
A questo riguardo, netta, puntuale e pienamente condivisibile è stata la presa di posizione del Direttivo dei DS di Altamura, espressa con una dichiarazione rilasciata dal Segretario cittadino, Massimo Iurino, e pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi, 28 marzo 2003: si deve proseguire con l’esproprio, «la via maestra è dare corso alla decisione del consiglio comunale di tre anni fa che fortemente anche noi abbiamo voluto. Non vediamo altre strade per la riapertura del Mercadante. Invitiamo quindi la giunta a provvedere in tal senso in tempi rapidissimi. Poniamo la questione come una delle condizioni per restare al tavolo della maggioranza». Ma ancora ieri pomeriggio, 31 marzo 2003, la Giunta ha deciso ancora di rinviare la decisione per dissapori e contrasti all’interno della coalizione di governo (l’Assessore dello SDI ha abbandonato i lavori della giunta).
Un fatto è certo, comunque: a partire dall’11 marzo 2003, data in cui ho presentato ufficialmente la proposta deliberativa per la Giunta, tutti sembrano essersi risvegliati da un torpore durato mesi.
La Provincia, con una nota del 18 marzo 2003, invita Soprintendenza di Bari, Comune di Altamura e Consorzio Teatro Mercadante ad un incontro, da tenersi il 31 marzo, “finalizzato a discutere i termini per il possibile restauro e per la riapertura al pubblico del Teatro Mercadante di Altamura”?, facendo sapere inoltre di aver “previsto nel proprio piano triennale degli investimenti la somma di € 516.456”?. In questo incontro, il Presidente della Provincia, Marcello Vernola, ha indicato due percorsi semplici e condivisibili nella loro chiarezza: o Comune e Provincia rilevano la proprietà dell’immobile (ma è necessaria la disponibilità a vendere del Consorzio), così da poterci investire le risorse pubbliche a loro disposizione; oppure Comune e Provincia danno vita ad una Fondazione, interamente controllata da tali enti pubblici, che prenderebbe in affitto il Teatro, per almeno 30 anni (come si è fatto per il Petruzzelli di Bari). In questa seconda ipotesi, sarebbe onere del Consorzio provvedere all’integrale recupero dello stabile.
Il Consorzio, dopo otto mesi di silenzio (nonostante i ripetuti solleciti), fa pervenire, in rapida successione, al Comune ben tre comunicazioni.
La prima, del 17 marzo, con cui informa che il Comitato di Amministrazione del Consorzio “si è riunito nella serata di giovedì scorso (13 marzo) e per il protrarsi dei lavori sino a tardi, ha dovuto aggiornarsi al giorno 20 p.v. per l’assunzione di decisioni conclusive”?.
La seconda, del 24 marzo (giorno in cui era convocata la Giunta per l’adozione della deliberazione che dava il via libera alla procedura espropriativa), con cui fa sapere che il Comitato di Amministrazione, nella seduta del 20 marzo, ha ritenuto
«meritevole di considerazione la proposta formulata dalle Ditte e/o imprese in data 26 aprile 2002 e successiva del 3 marzo 2003, rappresentate dalla Capo Gruppo “Costruzioni S.r.l.”?, di seguito denominata “Società Capo Gruppo”?nei termini così riformulata: a) incaricare al Società Capo Gruppo ad istruire e proporre, in nome e per conto del Consorzio, la pratica per l’ottenimento di finanziamenti necessari per il recupero e la riapertura del Teatro, in ogni caso senza alcun onere per il Consorzio; b) convenire che i lavori di recupero devono eseguirsi sulla base della progettazione elaborata dai tecnici di fiducia del Consorzio già incaricati, eventualmente riveduta e rielaborata a richiesta delle Autorità preposte. Tali opere dovranno essere realizzate dalla Società Capo Gruppo».
Comunica pure che il Comitato di Amministrazione
«ritiene possibile, inoltre, ad avvenuto recupero del Teatro, la costituzione di una Società a cui affidarne la gestione, tra il Consorzio, la Società Capo Gruppo ed il Comune di Altamura, ognuno presente nell’ambito della propria autonomia istituzionale e/o giuridica, con pari dignità e rappresentatività . La Società di gestione dovrà essere articolata nella sua regolamentazione, tenendo a base quanto segue: a) il Consorzio interverrà mettendo a disposizione il complesso del Teatro, con esclusione dei locali adibiti a pizzeria che rimarranno sotto il suo esclusivo dominio, recuperato e funzionate; b) la Società Capo Gruppo parteciperà anticipando, senza lucro e percepimento di interessi, le somme necessarie alla esecuzione dei lavori; c) il Comune si assocerà assegnando annualmente, per la dotazione finanziaria della società , una somma pari almeno alle spese annuali di manutenzione e gestione ordinaria; d) al Consorzio sarà corrisposto il costo dei lavori già eseguiti per la messa a norma del Teatro; e) alla Società Capo Gruppo dovrà restituirsi, senza la corresponsione di alcun onere aggiuntivo a titolo alcuno, solo la quota ammessa a finanziamento in conto capitale secondo le erogazioni che si otterranno dallo Stato, convenendo che la somma non ammessa al finanziamento rimarrà a suo carico esclusivo; f) il Consorzio rimane esonerato dalla contribuzione della pro-quota della eventuale passività di gestione; g) la società di gestione avrà una durata non superiore ad anni 10 (dieci)».
Il Consorzio, inoltre, avverte che si è deciso di
«porre nel nulla, per effetto delle intervenute decisioni di cui ai precedenti punti del dispositivo, la proposta formulata dal rappresentante del Comune in seno alla Commissione paritetica istituita per la riapertura del Teatro». Firmano il verbale del Consorzio, il Presidente geom. Paolo Simone ed il Segretario ing. Alfredo Striccoli.
La terza (in appena dieci giorni) comunicazione del Consorzio risale al 28 marzo ed è firmata dal Presidente Paolo Simone: dopo aver letto le dichiarazioni riportate dalla Gazzetta (penso che ci si riferisca alla posizione dei DS), si chiede al Sindaco di essere urgentemente ascoltati dalla Giunta.
Per quanto mi riguarda, mi limito a fare due sole considerazioni:
1) condivido in pieno la presa di posizione del Direttivo dei DS di Altamura;
2) tocca ora al Sindaco prendere una decisione: o, nella prossima giunta (giovedì 3 aprile?!), mette comunque ai voti la deliberazione proposta (sulla quale sia i DS che la Margherita si sono espressi a favore); oppure, poiché si tratta di un mero atto di indirizzo politico con il quale si faceva una ricognizione dello stato della procedura espropriativa, decide che non è necessaria la deliberazione di giunta e, con un suo atto interno, dispone che il Dirigente prepari la documentazione richiesta dalla Soprintendenza nel novembre 2000, dando così seguito ad un indirizzo unanimemente adottato dal Consiglio comunale nel marzo 2000.
Quale che sia il percorso, dare via libera all’esproprio è un atto obbligato per il Sindaco e la Giunta, tenuti a dar seguito ad un indirizzo espresso all’unanimità dal consiglio comunale nel marzo 2000 ed a preservare e soddisfare l’interesse che la collettività altamurana ha su quel bene. Fallito il tentativo, durato mesi, di intesa con il Consorzio non mi pare che si presentino altre strade al Comune, a meno che la Giunta non ritenga di avventurarsi nuovamente in un’estenuante ed ulteriore trattativa, come quella ora sollecitata dai rappresentanti del Consorzio con la nota pervenuta all’ultimo minuto, il 24 marzo.
Come si può ritenere seria e credibile la disponibilità dei rappresentanti del Consorzio ad una nuova trattativa quando la precedente, pur condotta con rigore e trasparenza, è fallita per precise e documentabili indisponibilità di coloro che, ora, ne chiedono una nuova?
C’è qualcuno, Sindaco o Assessori, disponibile ad assumersi il rischio di esperire un nuovo tentativo di intesa, per vederla fallire tra un anno e mezzo, come è avvenuto per la precedente?
Non è preferibile, invece, mettere un punto fermo, dare via libera alla procedura espropriativa e semmai essere disponibili a bloccarla solo ed unicamente in presenza di un accordo chiaro, legittimo, rispettoso degli interessi collettivi e soprattutto sottoscritto dal Consorzio?
Ritengo che le risposte a questi interrogativi siano scontate; mi auguro che lo siano anche per l’Amministrazione comunale. Che la procedura espropriativa, una volta avviata, potrebbe in qualunque momento arrestarsi in presenza di una reale, chiara, puntuale e sottoscritta intesa che assicuri la conservazione e la fruizione pubblica del Teatro, non sono io a dirlo, ma è la legge: l’esproprio è finalizzato, secondo l’art. 91 del Testo Unico sui beni culturali, alla “conservazione” ed al “godimento pubblico del bene”?. Ove questo sia, per altra via garantito, verrebbero meno le ragioni ed i presupposti di legge per l’esproprio.
CONCLUDO CON UNA DOVEROSA PRECISAZIONE.
Da consigliere delegato, assieme ad un altro consigliere della maggioranza, Donato Clemente, ed all’assessore dell’epoca, Gianfranco Loiudice, ho seguito tutta la fase delle trattative avviate e sviluppate dal Comune nell’ultimo anno e mezzo. Apprendo ora, per vie traverse (la già menzionata comunicazione del Consorzio del 24 marzo 2003) e dopo mesi di solleciti e di vana attesa di una qualsivoglia risposta, che il Comitato di Amministrazione ha deliberato, il 20 marzo scorso, di “porre nel nulla ”¦ la proposta formulata dal rappresentante del Comune in seno alla Commissione paritetica istituita per la riapertura del Teatro”?.
Grazie per la risposta.
Voglio solo precisare, contrariamente a quanto qualcuno in modo malizioso va dicendo, che quella sottoposta all’attenzione del Consorzio, sin dal 19 luglio 2002, non è la mia proposta; è stata da me elaborata ed articolata, ma la formulazione è l’esito di una trattativa condotta in quella sede con i rappresentanti del Consorzio stesso, quindi è opera tanto mia (o meglio dell’amministrazione che, in quella sede, rappresentavo), quanto degli stessi rappresentanti del Consorzio.
Prendo ora atto che il Comitato di Amministrazione ha così voluto, con il suo ultimo deliberato, smentire il suo precedente deliberato risalente agli inizi di dicembre 2001 ed il successivo lavoro dei suoi rappresentanti.
Venuto meno l’obbligo alla riservatezza che ci eravamo imposti nella fase delle trattative, posso ora documentare quanto appena scritto. Lo faccio unicamente per dar conto del mio operato, svolto sempre in maniera trasparente e per atti ufficiali, ed al fine anche di avvertire che l’esperienza dell’ultima trattativa dovrebbe imporre cautela, nell’arrischiarsi in un nuovo ed ulteriore tentativo di intesa, e suggerire alla Giunta una presa di posizione chiara e ferma, come l’esproprio.
La trattativa intercorsa ”“ ricordo ”“ ha preso avvio, dopo una serie di contatti informali (tra cui uno tenutosi alla Provincia nel settembre 2001), con la nota del Sindaco Rachele Popolizio risalente al 21 novembre 2001 ed indirizzata al Presidente del Consorzio ed a tutti i Consorziati. Il Sindaco così scriveva:
«Questa Amministrazione è impegnata ad individuare una soluzione definitiva e legittima all’ormai decennale problema del recupero alla pubblica fruizione del Teatro Mercadante, patrimonio culturale di rilevante ed indubbio interesse storico ed artistico.
Pur essendo in itinere un procedimento ablatorio avviato ex art. 91 T.U. 29 ottobre 1999 n. 490, a seguito di decisione unanime del Consiglio Comunale, non si ritiene trascurabile la possibilità di addivenire ad una definizione bonaria della questione.
Soluzione auspicata dallo stesso prof. avv. Franco Gagliardi Lagala, che, incaricato dal Comune di Altamura di prestare assistenza legale alla procedura espropriativa dell’immobile de quo, con lettera del 6/04/2000 indirizzata all’avv. Raffaele Caso, allora Presidente del Consorzio, evidenziava come una sinergia tra il Consorzio ed il Comune che si traduca in atti formali produrrebbe sicuramente vantaggi per la collettività , e recupererebbe appieno l’autentico spirito che informò la nascita del Consorzio.
È di tutta evidenza come la procedura espropriativa, certamente comportebbe gravosi oneri per la collettività stessa cui sottrarrebbe risorse e non determinerebbe, di converso ,alcun beneficio patrimoniale diretto per il singolo consorziato. Comunque, ove non si addivenisse in tempi ragionevoli a tale tale auspicata definizione bonaria, suo malgrado, l’Amministrazione Comunale che rappresento, esprime la ferma intenzione di definire la procedura ablatoria avviata.
Alla luce di tali premesse si sottopone alla Sua attenzione una ipotesi di soluzione, articolata con indiscussa competenza, sulla base di una pregevole analisi storico-giuridica della “vita”? del Teatro Mercadante, dall’avv. Vincenzo Colonna, Consigliere Comunale e componente della Commissione Consiliare Cultura.
Si ritiene che detta ipotesi di soluzione, che si presenta formalmente come proposta dell’Amministrazione Comunale, sia meritevole di esame e valutazione da parte del Consorzio da Lei rappresentato, che potrà determinarsi in merito, e rappresentare la propria posizione nell’incontro a tenersi mercoledì 5 Dicembre c.a. alle ore 17,00 presso la sala Consiliare del Palazzo di Città .».
L’ipotesi di soluzione e l’analisi storico-giuridica da me proposte ed a cui si riferiva il Sindaco erano riportate in una Relazione del 29 ottobre 2001 e da tale data disponibile ai seguenti link:
TEATRO MERCADANTE. IPOTESI DI SOLUZIONE
L’OPEROSA COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO
Alla riunione del 5 dicembre 2001 presero parte il Sindaco, l’onorevole Piglionica, i Capigruppo, i membri della Commissione Consiliare “Cultura”?, il Presidente della Consulta, avv. Loreto De Stefano, i funzionari comunali Anelli e Zubbo, il Presidente del Consorzio Paolo Simone, i consiglieri di amministrazione del Consorzio Ascanio Turco e Giacinto Moramarco.
Dopo una breve introduzione, il Sindaco invitava i presenti a voler esprimere una valutazione sulla proposta inviata il 21 novembre 2001. «Il Presidente del Consorzio Teatro Mercadante ”“ si legge nel verbale dell’incontro ”“ ringrazia dell’invito il Sindaco, condividendo l’auspicio del Capo dell’Amministrazione di individuare una soluzione. Circa la proposta allegata all’invito di oggi riferisce che il Consiglio di Amministrazione del Consorzio, dopo essersi riunito, ha approvato un ordine del giorno, che consegna e si allega al verbale, del 3 dicembre 2001 (Allegato B)».
La discussione proseguì ed emerse la volontà del Consorzio, a differenza di quanto contemplato nella proposta inviata dall’amministrazione, di conservare la proprietà della sala posta al primo piano dell’immobile, oltre che dei locali dove è ubicata la pizzeria (nella proposta originaria dell’amministrazione, il consorzio avrebbe conservato la proprietà dei locali del bar a piano terra e della pizzeria).
Si decise di dar vita ad una commissione paritetica che avrebbe affrontato questo problema ed i punti messi in evidenza nel documento presentato dal Consorzio (l’Allegato B del verbale). In questo documento erano segnalate le condizioni contrattuali che, a detta del Consorzio, avrebbero dovuto essere recepite nell’intesa e che imponevano una modifica e/o integrazione della proposta inviata dal Comune.
Di seguito le SEI RICHIESTE contenute nel documento presentato dal Consorzio:
«1) Cessione condizionata della proprietà della sala spettacoli del Teatro;
2) Gestione del Teatro con una “fondazione”? della quale farà parte anche il Consorzio;
3) Il Consorzio reintegrerà la proprietà della sala spettacoli del teatro, qualora non si eseguono i lavori di restauro ed anche se la “fondazione di gestione”? dovesse incorrere in fallimento;
4) Pagamento delle somme sin ora sostenute dal Consorzio per lavori eseguiti per la conservazione del Teatro, pari a circa Lire 200.000.000;
5) Riconoscimento del lavoro sin ora svolto dai tecnici professionisti (l’ingegnere Alfredo Striccoli e l’architetto Restucci) per conto del Consorzio per il recupero del teatro e riconferma degli incarichi ai medesimi per il prosieguo dei lavori di restauro a farsi;
6) L’attività del Teatro deve essere finalizzata a spettacoli di cultura, arte varia e/o altra attività similare, nonché a spettacoli cinematografici di “cult”? ovvero da cineforum».
La Commissione paritetica fu costituita (Paolo Simone, Ascanio Turco e Giacinto Moramarco per il Consorzio; io, Donato Clemente e Gianfranco Loiudice per l’Amministrazione comunale); si è riunita in più occasioni, esaminando le condizioni, prima enumerate, poste dal Consorzio e definendo altri dettagli dell’intesa (quote di rappresentanza nel consiglio di amministrazione della fondazione di gestione; clausole dello statuto della fondazione; ecc.); ha lavorato speditamente ed in un clima disteso nei mesi gennaio-luglio 2002.
Ebbene, pubblico ora e per la prima volta, la bozza di intesa finale da me redatta e trasmessa il 19 luglio 2002, con l’invito a sottoscriverla, a tutti i membri di quella Commissione, in particolare ai rappresentanti del Consorzio (Paolo Simone, Giacinto Moramarco, Ascanio Turco):
TEATRO MERCADANTE: ECCO L’INTESA NON FIRMATA!
INVITO TUTTI:
– a verificare e giudicare con quanta serietà , correttezza e puntualità sia stato condotto, da parte del Comune, questo tentativo di intesa;
– a verificare come tutte le condizioni avanzate dal Consorzio (i sei punti prima richiamati, oltre che la condizione della proprietà della sala al primo piano) siano state recepite nella bozza finale di intesa (non si è potuta recepire l’indicazione di cui al numero 5 del documento del Consorzio, in quanto la materia degli affidamenti di incarichi ai professionisti da parte della Pubblica Amministrazione ha una precisa regolamentazione di legge che prevede bandi pubblici per la selezione dei professionisti);
– a verificare e giudicare quanto ingiustificata ed inspiegabile sia stata la condotta dei rappresentanti del Consorzio che prima, per otto mesi, non hanno dato alcun riscontro alle sollecitazioni del Comune e poi, all’ultimo minuto, hanno comunicato di essere in trattativa (da un anno) con altri soggetti privati (nulla di male, ma bastava dirlo!), di “porre nel nulla”? il lavoro precedentemente svolto e di ritenere ora “possibile”? il coinvolgimento del Comune con una nuova trattativa da avviare su basi e condizioni completamente differenti da quelle di qualche mese fa.
È TUTTO. ATTENDO ORA LE DECISIONI DEL SINDACO E DELLA SUA GIUNTA.
Enzo Colonna
Consigliere Comunale Delegato
enzo@altamura2001.com