Il progetto , voluto dall’Assessorato ai Lavori Pubblici, scollegato dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione, si pone come obiettivo quello di aprire al pubblico un verde recintato , come se l’appartenenza ad un a scuola non ne garantisse il carattere pubblico.
Forse perché i bambini in quanto minori hanno minori diritti di cittadinanza?
In fase di progettazione, non sono stati consultati le parti interessate , non sono stati neanche informati gli organi collegiali della scuola.
Noi pensiamo che molte sono le motivazioni per non approvare questa iniziativa , alcune delle quali coincidono con quelle espresse dal comitato dei genitori che si è costituito in questi giorni e che ha anche messo in evidenza le vere esigenze della scuola.
Le normative sull’edilizia scolastica di nuova costruzione e delle aree a servizi in generale , anche secondo le direttive del nostro PR.G. , impongono un rapporto minimo di copertura del 30% . Questo vuol dire che il rimanente 70% dell’area a disposizione rimane di pertinenza della scuola per vari usi: didattici, ludici, di sicurezza ecc”¦
Non si capisce perché , a scuole di antica costruzione lo spazio all’aperto esistente, a volte anche inferiore a quello necessario , debba essere invece sottratto.
L’edificio 4 Novembre , concepito con il suo spazio verde, appartiene alla storia di questa città , e questa connotazione storica ne impone la tutela e valorizzazione nella sua interezza.
UN’ALTRA CITTA’ E’ POSSIBILE
E’ evidente a tutti che risistemare la “facciata” di una scuola non significa dare verde pubblico alla città .
Altamura è una delle poche città in Italia in cui il numero degli abitanti è in continua crescita, insieme è cresciuta anche l’edilizia residenziale, non altrettanto può dirsi delle aree verdi, anche se dal 1968, il D.M. 1444, ha previsto che ad ogni cittadino devono essere assicurati almeno 9 mq. di spazio verde , e neanche degli spazi ad uso collettivo.
Nonostante le grandi idee della campagna elettorale, l’attuale amministrazione non ha ancora elaborato alcun intervento per rendere fruibili le aree destinate a verde pubblico, seppur presenti nel P.R.G. (Piano Regolatore Generale), né le amministrazioni che si sono avvicendate hanno preso nella dovuta considerazione le accresciute esigenze dei cittadini .
L’immobilismo dell’ente comunale non fa altro che spingere i proprietari delle aree ricadenti in zone destinate a verde, o comunque ad utilizzo pubblico, a non credere nell’effettività della destinazione impressa dal P.R.G., inducendoli ad interventi abusivi, anche nella prospettiva di futuri condoni edilizi.
E’, quindi, necessario elaborare un progetto, condiviso da tutti i cittadini, per la realizzazione di un vero parco urbano rispondendo ai bisogni dei cittadini e adempiendo agli obblighi imposti dalla legge e dal P.R.G. , non servono più operazioni di facciata.
Nel contempo è urgente un piano dei servizi al fine di scongiurare usi privatistici di aree a vocazione pubblica.
UN’ALTRA CITTA’ E’ POSSIBILE UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE
Coordinamento per lo sviluppo e la qualità della vita