La Regione Puglia ha una nuova ricetta per la natura e l’economia: il piombo
L’assessore regionale all’Agricoltura, ha puntato su una politica venatoria talmente spregiudicata da essere criticata persino da una consistente parte dei cacciatori.
Le dieci regole di piombo della Regione Puglia
1) A caccia nel mese di febbraio: un provvedimento all’insegna dell’illegalità
La Regione Puglia ha prorogato la stagione di caccia di un mese. Nel febbraio 2003, oltre trentamila doppiette potranno sparare in Puglia, a questi si aggiungeranno migliaia di cacciatori provenienti da altre regioni.
Per questa legge l’Italia è stata messa in mora dall’Unione Europea e persino il Governo italiano di centro destra ha impugnato la norma contro la Regione Puglia, poiché infrange la legge nazionale sulla caccia.
La Corte Costituzionale nel dicembre 2002 ha dichiarato illegittimo un analogo provvedimento deliberato della Regione Sardegna. Per la Puglia la sentenza della Corte, visto il recente precedente, è scontata, ma è prevista dopo il mese di febbraio, a cose fatte.
Intanto, il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi a fine mese e qualora questa legge dovesse essere dichiarata illegittima si profila un grave problema di ordine pubblico, come fare ad avvisare le decine di migliaia di cacciatori, che saranno soggetti al sequestro delle armi e delle munizioni.
2) Allarme Zone Umide: una bomba ecologica
L’associazione scientifica Wetland International ha segnalato che sui fondi nelle zone umide pugliesi, esiste una concentrazione di pallini di piombo che è quasi doppia rispetto ad altre zone d’Italia. La legge regionale sulla caccia prevede il miglioramento di questi habitat e la riduzione dei fattori di inquinamento. La Regione Puglia li migliora a fucilate. . Impressionante il business del turismo venatorio che è dietro alle aziende faunistiche dove si spara alla fauna acquatica, la Regione Puglia non ha un regolamento per l’istituzione di queste aziende 17 su 18 sono istituite ai sensi di normative antecedenti alla legge quadro sulla caccia 157/92.
3) Caccia in deroga: passeri, storni, taccole e cormorani nel mirino di Nicola Marmo
La giunta regionale ha inviato all’ufficio legislativo un DDL per la caccia in deroga. Si prevede la caccia a specie tutelate dalle leggi europee, nazionali e regionali, il motivo? Causano danni alle attività agricole. In realtà tutto dovrebbe essere effettuato a seguito di studi e l’abbattimento delle specie è previsto qualora ” non vi siano altre soluzioni soddisfacenti”. Nulla a che vedere con l’esercizio della deroga per una caccia generalizzata.
4) Alta Murgia: da Federico II a Ninivaggi I: la Regione Puglia istituisce un’azienda Agri Turistico Venatoria in piena Zona di Protezione Speciale
Le Zone di Protezione Speciale sono aree designate per la conservazione degli uccelli selvatici. Il posto ideale per istituire un’azienda Agri Turistico Venatoria dove si va a caccia per tutto l’anno. E’ quanto è accaduto nella ZPS dell’Alta Murgia, dove il titolare della “Sabini srl” ha ottenuto la concessione dal Servizio Caccia e Pesca Regionale.
Al momento la magistratura indaga sul taglio di una cinquantina di querce, sulla effettiva proprietà dei terreni, sull’istituzione dell’azienda venatoria, sulle attività di un salottificio. L’area in questione era presente in tutte le ipotesi di perimetrazioni dell’istituendo Parco Nazionale dell’Alta Murgia , ma all’ultimo momento è stata scorporata.
Vogliamo sapere: quando, perché, dove, come e chi si è attivato per questa indebita “operazione antiparco”.
5) Prepertura della caccia
La legge nazionale dispone che la stagione di caccia inizi dalla terza domenica di settembre, prevedendo che le regioni possano procedere a modifiche “per determinate specie in relazione alle diverse situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali.”
Inutile dire che l’unica modifica proposta dalla Giunta regionale è la preapertura. Ogni anno la caccia si apre 20 giorni prima del previsto.
6) Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica: un parere scomodo
La leggi nazionali e regionali sulla caccia prevedono che i più importanti provvedimenti adottati dalle Regioni vengano sottoposti al parere dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, autorevole organo tecnico-scientifico che poco ha a che vedere con le associazioni ambientaliste.
Il Servizio Caccia e Pesca della Regione Puglia ignora puntualmente questi pareri. Un atteggiamento degno della peggiore burocrazia, che vede contrapposti da una parte tecnici e studiosi di livello mondiale e dall’altra l’ufficio regionale trasformatosi in una succursale delle associazioni venatorie più retrive, isolate.
7) Giornate di caccia a scelta del cacciatore
Nonostante il parere contrario del Comitato Tecnico Venatorio Regionale presieduto dall’Assessore Marmo e dove sono rappresentate le associazioni venatorie, agricole e ambientaliste, la Regione Puglia ha deliberato in favore delle giornate di caccia lasciate alla libera scelta del cacciatore. Un modo per consentire a migliaia di bracconieri di andare a caccia per cinque giorni alla settimana, infrangendo il limite dei tre giorni previsti dalla legge.
8) Regolamento per la detenzione della fauna: la maglia nera alla Regione Puglia
Con l’approvazione di un unico regolamento per la detenzione della fauna a scopo alimentare, ornamentale, amatoriale, per la falconeria e per il crudele utilizzo di richiami vivi per la caccia, la Regione Puglia si conquista la maglia nera in tutto il paese. In un regolamento/pasticcio scritto con crudeltà e una ignorante disinvoltura, si mischiano aspetti sanitari, alimentari, commercio di specie protette e varie ipotesi di maltrattamento di animali.
9) Gli esami di abilitazione all’esercizio venatorio: una farsa pugliese
Per andare a caccia bisogna sostenere un esame di abilitazione. Gli esami venatori in Puglia, vedono all’opera commissioni composte da 17 commissari di esame il cui gettone di presenza è equiparato a quello dei consiglieri provinciali, una recente trovata/sperpero dell’Assessorato Regionale alla Caccia. In queste commissioni, oltre ai cacciatori sono presenti anche le associazioni protezioniste e agricole, ma nella realtà , cacciatori sotto mentite spoglie, rappresentano protezionisti e agricoltori.
10) Ekoclub
Tra le associazioni presenti nelle commissioni venatorie, non manca mai un rappresentante dell’Ekoclub, l’associazione naturalistica vicina alla Federazione Italiana della Caccia. Lo scopo è di togliere il posto alle vere associazioni naturalistiche, possono mancare il WWF, la LIPU, Italia Nostra e Lega Ambiente, ma l’Ekoclub non manca mai.
GRUPPO CONSILIARE DEI VERDI – REGIONE PUGLIA