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Questo è il testo del comunicato di “Italia Giusta secondo Costituzione”.
DIFFIDA AL SINDACO DI BARI AD INTERVENIRE
SULLA FIBRONIT
PER SCONGIURARE UNA CATASTROFE
Le associazioni Italia Giusta secondo la Costituzione, Lipu, Ruotalibera, Wwf, Adirt hanno fatto notificare dall’ufficiale giudiziario al Sindaco di Bari una diffida perché intervenga, usando i propri poteri sostitutivi, per la eliminazione in emergenza delle situazioni di pericolo all’interno della Fibronit, la “bomba ambientale”? che – situata com’è al centro di Bari, con le sue centinaia di tonnellate di amianto – minaccia di provocare, da un momento all’altro, una vera e propria catastrofe ecologica e il rischio della vita di decine di persone. Una catastrofe che, come in molti altri casi in Italia, sarebbe una catastrofe ampiamente annunciata e determinata solo dall’inerzia.
L’iniziativa delle associazioni parte dalla considerazione che “tutti gli accertamenti tecnici finora eseguiti denunciano l’insostenibile situazione di gravissimo pericolo per l’ambiente e per la salute pubblica. Nessuno ormai contesta l’assunto”?. In particolare si rileva che, anche da una più recente consulenza tecnica fatta compiere dal pubblico ministero che indaga sulla vicenda: a) è accertata l’assoluta precarietà di alcuni manufatti all’interno della Fibronit il cui possibile ed anzi probabile crollo provocherebbe la diffusione nell’ambiente di polveri di amianto; b) e’ stato accertato che la falda acquifera è ormai contaminata dall’amianto a dispetto di un’imprudente, inutile e dannosa copertura del terreno con brecciolina (“stabilizzato”?)”?.
Nella diffida si afferma che il Sindaco di Bari deve “intervenire direttamente, in sostituzione e in danno della Fibronit, quanto meno ad:
a) assicurare la inertizzazione dei manufatti pericolanti;
b) impedire l’ulteriore contaminazione della falda acquifera nell’area Fibronit.
Le associazioni aggiungono che, “in mancanza di concreti provvedimenti in termini tecnici già indicati nella consulenza compiuta dal Pm, entro 30 giorni”? dalla notifica della diffida “saranno interessate le competenti autorità giudiziarie”?.
Nel documento fatto notificare al Sindaco si sottolinea che “la drammatica questione Fibronit si trascina – in modo visibile – almeno dal 1994. Nel 1993, dopo la denuncia-segnalazione di alcuni cittadini, la questione fu posta all’attenzione del governo. Il ministro Guzzanti, rispondendo ad un’interrogazione del deputato Nicola Magrone, riconobbe che da apposite indagini del ministero della sanità il quartiere Japigia di Bari era risultato “ad alto rischio ambientale”? a causa di residui di materiale in cemento-amianto nella fabbrica Fibronit dove erano ancora depositate 170 tonnellate di manufatti in cemento-amianto”?.
Da quell’epoca – rilevano le associazioni – “un impressionante carteggio Comune di Bari/Fibronit ha sostanzialmente avvolto in una formale disputa giuridico-amministrativa il problema sostanziale: il quartiere Japigia di Bari (e non solo quello) ha subàto e ancora subisce la devastante presenza di amianto nell’area della ormai ex Fibronit”?. “La situazione – proprio a causa del trascorrere del tempo – diventa sempre piຠaggressiva e capace di provocare una catastrofe”?.
In questa situazione, soprattutto per la messa in sicurezza di emergenza, “tutto è stato detto – sisottolinea nella diffida – ma nulla è stato fatto”?. “Anche l’ultima ordinanza del Sindaco di Bari (26.10.02) – si rileva – oscilla tra sollecitazioni e minacce alla Fibronit”?.
Perciò, proprio sulla messa in sicurezza di emergenza le associazioni Italia Giusta secondo la Costituzione, Lipu, Ruotalibera, Wwf, Adirt “rivendicano il dovere (oltre che il diritto) di pretendere che si adottino misure in concreto e non piຠsolo sulla carta; e che si adottino attivando i poteri sostitutivi del Comune finora sistematicamente minacciati ma mai esercitati”?.
a cura di
“ITALIA GIUSTA secondo la Costituzione”, convenzione promossa dalla rivista Sudcritica e dalla fondazione onlus “Popoli & Costituzioni”, http://digilander.libero.it/italiagiusta,
e-mail: italiagiusta@libero.it