NO all’ampliamento della discarica di Altamura

NO ALL’AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA

L’allarme sollevato dalla “lettera aperta” del consigliere regionale Pietro Pepe sul tema “ampliamento della discarica di Altamura” è giustificato, il tono della lettera adeguato, il contenuto in gran parte condivisibile.

Un punto deve essere chiaro a tutti: OCCORRE AGIRE, PRESTO E BENE.

Un consiglio comunale convocato su tale argomento per il 25 novembre è già  stato annullato; il prossimo è fissato per il 2 dicembre. Speriamo bene. Il decreto di autorizzazione di Fitto alla realizzazione del quinto lotto della discarica (altri 150.000 metri cubi che si aggiungono ai 777.000 dei precedenti lotti) risale al 30 ottobre 2002 (il n. 338) ed è stato notificato al Comune di Altamura i primi giorni di novembre.

OCCORRE AGIRE PRESTO E BENE.

Per farlo i nove Comuni del Bacino (il BA/4) hanno una sola strada: DECIDERE.

DECIDERE di mettere la parola fine al ricorso generalizzato ed indiscriminato del sistema di smaltimento dei rifiuti in discarica.

DECIDERE di potenziare la raccolta differenziata.

DECIDERE altre forme di trattamento e smaltimento dei rifiuti (compostaggio, termovalorizzazione, incenerimento, ecc.) come prevedono normative comunitarie e nazionali (v. Decreto Ronchi del 1997).

DECIDERE soprattutto la realizzazione di impianti di titolarità  pubblica.

DECIDERE di liberare Altamura da una servitù (la discarica di via Carpentino) ormai ventennale.

DECIDERE di bonificare finalmente quel sito, ponendo la parola fine ad una discarica che, con la logica dell’emergenza, è servita allo smaltimento di rifiuti provenienti da mezza Italia.

DECIDERE ed ammettere (tutti) che il territorio di Altamura ha già  dato e pagato un alto prezzo, facendosi carico di una discarica che, nel tempo ed a più riprese, dagli originari 400.000 mc ha raggiunto la dimensione di 777.000 metri cubi e di un impianto di compostaggio (quello che sta sorgendo sulla strada per Bari su autorizzazione della Provincia) realizzato sì in territorio di Grumo, ma alle porte di quello di Altamura.

DECIDERE di dire basta ad una logica emergenziale (ormai cronica) in virtù della quale si è abusato di una scelta moderna ed avanzata compiuta da Altamura nella metà  degli anni ’80 (forse la prima in Puglia), vale a dire dotarsi e realizzare per i propri rifiuti una discarica controllata e modernamente concepita che vari commissari ed autorità  (Regione, Provincia, ecc.) per l’emergenza rifiuti hanno poi utilizzato per sopperire al deficit di discariche controllate della nostra e di altre regioni.

DECIDERE che, come prevede ed impone la legge, è arrivato il momento di smaltire la quota finale di rifiuti (quelli non trattabili in altro modo) in una DISCARICA PUBBLICA che consenta al Comune almeno di ricavare utili di natura economica da questa attività , altrimenti passiva e fallimentare sotto tutti i punti di vista.

DECIDERE, insomma, prima che siano gli eventi a travolgerci o siano altri soggetti a decidere per noi.

I tempi peraltro non giustificano l’immediata disponibilità  e necessità  dell’ampliamento della discarica esistente. Nel sopralluogo effettuato da tecnici e vigili del Comune su disposizione dell’amministrazione comunale appena un anno fa’ (9 e 12 novembre 2001) risultavano esauriti i primi tre lotti (per complessivi 522.000 mc) e risultava una capacità  residua del quarto lotto (rispetto ai 255.000 mc autorizzati dalla Provincia nel 1999) di circa 150.000 metri cubi. Ciò significa che – anche considerando la stima alquanto eccessiva operata da Fitto in un suo recente decreto (n. 296 del 30 settembre 2002) in ordine alla produzione di rifiuti del nostro bacino, cioè 198 tonnellate giornaliere (rispetto alle circa 160 tonnellate stimate nel 1999) che richiedono circa 160 mc di spazio – la capacità  residua accertata nel novembre 2001 era sufficiente a smaltire rifiuti per 2 anni e 7 mesi. Quindi – a meno che quei sopralluoghi e quelle stime non siano del tutto sballati – l’attuale discarica può servire ancora l’intero bacino per almeno un anno e mezzo.

DECIDERE, insomma, presto e bene, ma senza lasciarsi contaminare dalla logica emergenziale che, in Italia, ha sempre prodotto guai maggiori di quelli che intendeva risolvere.

Solo in tal modo e non semplicemente impugnando il decreto di Fitto dinanzi al TAR (l’ennesimo e rituale ricorso, forse inutile ed inammissibile) che è possibile bloccare gli effetti di una decisione-beffa imposta dall’alto.

enzo colonna
consigliere comunale di Altamura
enzo@altamura2001.com