L’avevamo detto e ripetuto in più occasioni: per quanto mi
riguarda, ad esempio, in occasione del consiglio comunale del 27 lu
L’avevamo detto e ripetuto in più occasioni: per
quanto mi riguarda, ad esempio, nella relazione svolta in occasione del Consiglio
comunale del 27 luglio 2001 in cui, all’unanimità , si deliberò
l’adesione all’istituendo Parco Nazionale dell’Alta Murgia e
si approvò un Ordine del Giorno da me predisposto e proposto con il quale
il Consiglio confermò che “l’obiettivo di questo Comune è
di procedere, di concerto con le associazioni di categoria e ambientaliste,
nonché con gli altri comuni dell’Alta Murgia, alla costruzione del
Parco Nazionale dell’Alta Murgia, che rappresenta un’occasione unica ed
irripetibile per attivare, grazie alle risorse messe a disposizione dalla comunità
nazionale e europea, un vero e proprio cantiere pilota di “produzione ambientale,
storico-culturale, agroalimentare, turistica”” e manifestò
“il dissenso e la contrarietà della comunità altamurana rispetto
alla prospettiva di allocare il Deposito Nazionale di materiali radioattivi
nel territorio della Murgia, in quanto ciò si porrebbe, per le ragioni
suesposte, in netto contrasto con la vocazione ed il disegno di sviluppo e crescita
che le comunità della Murgia hanno scelto ed intendono perseguire per
sé e per le generazioni future”.
[Entrambi i documenti sono reperibili in questo sito (Sezione
“Murgia e Territorio”. Il primo al seguente link: http://www.enzocolonna.com/html/article.php?sid=94.
Il secondo al seguente link: http://www.enzocolonna.com/html/article.php?sid=95). Sul tema del Deposito Nazionale di materiali radioattivi, v. http://www.enzocolonna.com/html/article.php?sid=93].
Ora ci viene confermato dai rappresentanti del Governo Berlusconi
che, ieri mattina (25 giugno 2002), hanno risposto all’interrogazione dell’onorevole
Piglionica (il testo dell’interrogazione è disponibile in queste
pagine: http://www.enzocolonna.com/html/article.php?sid=172).
Quella del Parco Nazionale dell’Alta Murgia non è
più una scelta ideologica (se mai lo sia stata!), né il richiamo
nostalgico e bucolico al “tempo che fu”. È ora una necessità ,
una precisa scelta strategica di gestione, da parte delle comunità locali,
del proprio territorio e del proprio futuro di crescita e di progresso: una
prospettiva che si pone come alternativa seria e realistica all’altra,
in tutti questi anni perseguita o consentita, di riduzione del territorio a
zona di risulta, marginale, brutta, insignificante ed anonima, buona sola ad
accogliere discariche (autorizzate e no), buchi a cielo aperto che chiamano
cave (in ossequio ad una tecnica estrattiva ormai obsoleta), capannoni e cementificazioni
in ordine sparso ed in deroga alle più elementari regole del piano regolatore
(li hanno chiamati e li chiamano ancora, affettuosamente, accordi di
programma, in attesa che il sindaco e l’amministrazione comunale si decidano
finalmente, dopo mesi, a dare seguito all’orientamento espresso dal consiglio
comunale nel febbraio scorso: sì a vere zone industriali, no ai capannoni
sparsi), poligoni e servitù militari (è di questi ultimi giorni
la notizia di un episodio di intossicazione di alcuni cittadini altamurani causata
dai lacrimogeni utilizzati in un’esercitazione militare nei pressi del
Buoncammino)”¦ e (perché no?) anche il Mega-Deposito Nazionale di
rifiuti radioattivi.
La risposta fornita dal Governo alla tempestiva ed opportuna
iniziativa parlamentare dell’onorevole Piglionica è in questo senso
chiara e perentoria, e sollecita, implicitamente, gli enti locali (la Regione,
in primo luogo, a cui spetta sottoscrivere l’intesa con il Ministro per
l’Ambiente; ma anche il Comune di Altamura a cui spetta esprimere il proprio
parere sulla perimetrazione) a definire in fretta e chiudere l’iter istitutivo
del Parco avviato molti anni fa.
“Sembra evidente – conclude il Sottosegretario per l’Ambiente
e la Tutela del Territorio, Roberto Tortoli, nella sua risposta – che l’insediamento
di un deposito di materiale radioattivo all’interno di un Parco Nazionale, seppure
in fase di istituzione, è in netto contrasto con la legislazione nazionale
sulle aree protette”.
Appunto”¦ le opzioni sono chiare e tra loro alternative:
il Parco, con la possibilità di far diventare questo territorio un “cantiere
di produzione ambientale, storico-culturale, agroalimentare, turistica”;
oppure, lasciamo pure che le cose vadano come sempre sono andate, che questo
continui a essere territorio degradato ed umiliato, violentato e sfregiato,
spogliato e derubato delle sue ricchezze, dei suoi beni, della sua bellezza
e del suo futuro.
Spetta ora al Consiglio comunale pronunciarsi sull’ipotesi
di perimetrazione elaborata dalla Regione per un’estensione complessiva
di circa 90.000 ettari (di cui 25.000 ricompresi nel territorio del Comune di
Altamura). Il mio augurio è che possa essere discussa nel prossimo consiglio
comunale (e sia risparmiata ai cittadini altamurani ed a noi consiglieri la
pena delle 6 ore inconcludenti ed inutili di cosiddetti ”˜preliminari’
inflitta nell’ultimo consiglio, 0, 0); che il prossimo consiglio si possa tenere
molto presto, i primi giorni di luglio; che si valuti la proposta della Regione
senza che alcuno (dell’amministrazione, della maggioranza o della minoranza
consiliare) si faccia tentare dall’idea di ridurre la discussione all’esclusione
di pezzi o pezzettini di territorio in ossequio ad interessi molto individuali
e particolari; ed infine che il parere sulla perimetrazione da parte del Comune
di Altamura possa essere espresso all’unanimità , proprio come avvenne
nel luglio scorso.
Alla ricerca di un accordo (non di programma, prego!) tra la
felicità e il metodo, tra l’intelligenza e la volontà , credo
che questa sia una di quelle rare circostanze in cui ad ognuno di noi (consiglieri
comunali chiamati, ora, a prendere una decisione) è offerta l’occasione
per poter dire un domani, con una punta di orgoglio e di consapevolezza: “Mi
sentivo responsabile della bellezza del mondo” (da “Memorie di Adriano”
di Marguerite Yourcenar).
ENZO COLONNA
consigliere comunale DS
enzo@altamura2001.com
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___________
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Di seguito riporto uno stralcio del resoconto stenografico
dei lavori dell’VIII Commissione Permanente della Camera dei Deputati (Ambiente,
territorio e lavori pubblici).
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Martedì 25 giugno 2002. Presidenza del presidente Pietro
ARMANI. Interviene il sottosegretario di Stato per l’ambiente e la tutela
del territorio Roberto Tortoli. La seduta comincia alle 10.10.
…
“Interrogazione n. 5-00707 Franci: Rischio localizzazione
di depositi di scorie nucleari in Toscana”.
Il sottosegretario Roberto TORTOLI risponde all’interrogazione
in titolo, sottoscritta anche dal deputato Piglionica, nei termini riportati
in allegato (vedi allegato 3).
ALLEGATO 3
TESTO DELLA RISPOSTA
In merito a quanto richiesto dagli onorevoli interroganti,
si fa presente che l’ENEA ha effettuato uno studio sulle possibili soluzioni
e sulle modalità di deposito e di smaltimento dei Rifiuti Radioattivi
per quanto concerne la situazione dell’Italia. In tale studio non viene specificata
né viene individuata alcuna area da destinare a deposito di tali rifiuti.
L’ENEA, nella scelta del sito nazionale per il deposito dei
materiali radioattivi, ha un ruolo meramente consultivo, che consiste nel fornire
elementi tecnici necessari alle Istituzioni, cui spetta la decisione finale
sulla localizzazione del sito, nel presupposto che vi si addivenga con il consenso
del pubblico.
Su indicazioni della Commissione Grandi Rischi del Dipartimento
della Protezione Civile, l’ENEA ha sviluppato una metodologia per la ricerca
e la qualificazione delle aree idonee alla localizzazione di un deposito nazionale
per i rifiuti radioattivi.
Nel triennio 1998-2000 l’ENEA ha completato una prima fase
di lavoro realizzando un sistema informativo territoriale a scala nazionale
per raccogliere dati utili allo sviluppo della suddetta metodologia. La sua
applicazione consente una prima selezione che, seguendo criteri di esclusione,
permette di restringere il campo di indagine ad un certo numero di aree. Tali
criteri sono stati definiti dal Gruppo di lavoro “Destinazione Rifiuti
Radioattivi” della Sezione Nucleare della Commissione Grandi Rischi presso
il Dipartimento della Protezione Civile, nella riunione del 22 febbraio 1999;
la conclusione di questa fase non consente ancora l’identificazione di siti
idonei all’applicazione dei suddetti criteri di esclusione, ma ha portato all’individuazione
di 8107 aree, di cui 204 con estensione maggiore di 300 ettari.
Una verifica sul campo della presenza o meno di insediamenti
e infrastrutture, nonché dei requisiti geomorfologici sulle 204 aree,
è stata avviata nel corso del 2001. Tale indagine rientra concettualmente
nella prima fase, cioè non introduce ulteriori criteri di esclusione,
ma perviene ad una ulteriore riduzione, verificando localmente e con un maggiore
dettaglio, le caratteristiche di ciascuna area. Si prevede che il completamento
di tale attività permetterà di ridurre a qualche decina il numero
delle aree proponibili.
Al momento, il solo documento valido sulla individuazione del
sito è la suddetta raccolta dei dati che ha portato a quella che si può
definire “carta delle aree non escluse”, che rappresenta una fase
della ricerca ancora in corso. Nessun’area lasciata libera dai criteri d’esclusione
di cui sopra – fra cui rientrano quelle individuate nel territorio della Maremma
toscana, menzionate dall’interrogante – deve considerarsi implicitamente idonea.
Più in generale non esiste alcun documento che abbia valore di proposta
di localizzazione.
Si fa inoltre presente che all’ANPA (Agenzia Nazionale per
l’Ambiente), alla quale sono affidati per legge i compiti di controllo per gli
aspetti di sicurezza nucleare e di radioprotezione, non è giunta, né
è stata preannunciata alcuna richiesta di istruttoria in merito alla
realizzazione di un deposito centralizzato ove collocare i rifiuti radioattivi.
Va, peraltro, ricordato che la realizzazione di siffatto deposito
costituisce una premessa indispensabile per poter chiudere definitivamente l’eredità
delle attività nucleari svolte in Italia fino alla seconda metà
degli anni ’80. Questo assunto è stato del resto preso a riferimento
nell’elaborazione della “strategia per la gestione degli esiti del nucleare”
messa a punto dal Ministero delle attività produttive. A tale proposito
nel 1999 è stata istituita dalla Conferenza Stato-Regioni una Commissione
a cui era affidato il compito di presentare, alla Conferenza stessa, una proposta
di procedura che, secondo un percorso trasparente, partecipato e condiviso tra
tutti i soggetti interessati, potesse individuare una località ove realizzare
il deposito.
Risulta che la Commissione, composta da sette membri, tre dei
quali designati rispettivamente dal Ministro dell’ambiente, dal Ministro delle
attività produttive e dal Ministro della salute e quattro dalla Conferenza
dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, abbia redatto un documento
conclusivo dei propri lavori, ma, a tutt’oggi non sono pervenute all’ANPA notizie
di ulteriori passi in avanti sull’argomento.
Pertanto, come si evince da quanto
riferito si è ancora in una fase in cui non sono state individuate le
procedure propedeutiche alla selezione vera e propria del sito. Si deve ritenere
che ogni notizia in merito a decisioni o anche, a semplici orientamenti circa
la localizzazione del deposito centralizzato, sia, allo stato, priva di fondamento.
Nei riguardi di questa problematica di rilevanza nazionale,
tengo a sottolineare che, per quanto di competenza del Ministero dell’ambiente
e della tutela del territorio, è mio intendimento attuare tutti i provvedimenti
e adottare tutte le necessarie misure per garantire la sicurezza e tutelare
la salute della popolazione attuale e delle future generazioni ed inoltre assicurare
la salvaguardia e la conservazione dell’ambiente e del territorio. ”¦
Donato PIGLIONICA (DS-Ulivo), replicando, prende atto della
risposta del rappresentante del Governo e si riserva di intervenire più
diffusamente sulla materia dopo la risposta alla sua interrogazione n. 5-00797.
“Interrogazione n. 5-00797 Piglionica: Tutela area
Alta Murgia e localizzazione deposito unico materiali radioattivi”.
Il sottosegretario Roberto TORTOLI risponde all’interrogazione
in titolo nei termini riportati in allegato (vedi
allegato 4).
ALLEGATO 4
TESTO DELLA RISPOSTA
In merito a quanto richiesto dagli onorevoli interroganti,
circa i depositi di scorie radioattive nel territorio nazionale ed in particolare
nell’Alta Murgia, nel richiamare quanto già riferito nella risposta resa
all’onorevole Franci la n. 5-00707, faccio in particolare presente che al fine
di tutelare e valorizzare la predetta area la Direzione della Conservazione
della Natura del Ministero, sta procedendo all’istituzione del Parco Nazionale
il cui iter non è stato ancora completato, infatti, si è
in attesa di ricevere una proposta definitiva di perimetrazione e di disciplina
di tutela da parte della regione Puglia.
Attualmente è all’esame della regione una bozza di norme
di tutela, predisposta dalla provincia di Bari e concordata con i sindaci dei
comuni interessati, sulla base di un’ipotesi redatta dalla Direzione della Conservazione
della Natura. In tale bozza, l’articolo 3 lettera f), detta esplicitamente
il divieto di apertura e di esercizio di discariche.
Si rammenta inoltre che ai sensi della legge quadro sulle aree
protette e successive modifiche e integrazioni non è possibile realizzare
alcun intervento che possa compromettere la salvaguardia dei valori ambientali
naturalistici, caratteristici di quel territorio individuato quale area protetta.
Tanto premesso sembra evidente che l’insediamento di un deposito
di materiale radioattivo all’interno di un parco Nazionale, seppure in fase
di istituzione, è in netto contrasto con la legislazione nazionale sulle
aree protette.
Donato PIGLIONICA (DS-Ulivo), replicando, ringrazia delle risposte
fornite dal sottosegretario Tortoli, sottolineando come le stesse si pongano
in sintonia con lo spirito della sua interrogazione e di quella del deputato
Franci, da lui sottoscritta. Sottolinea pertanto la necessità che la
regione Puglia e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
concludano rapidamente l’iter volto alla definizione delle norme di tutela
e alla perimetrazione del parco dell’Alta Murgia. Ricordato, peraltro,
come quel territorio sia già gravato da numerose servitù militari,
ritiene che la risposta resa possa tranquillizzare la popolazione dei comuni
interessati.