Quindi, SI al parco – opportunità e non ostacolo.
Custodendo le tradizioni culturali e le abilità locali ancora utili (che si sono affinate in secoli di utilizzo del nostro territorio) il parco dell’Alta Murgia, potrà essere l’ancora di salvezza dell’agricoltura di qualità che le mono-colture e i grandi mercati stanno distruggendo.
(Un conto, ad esempio, è comprare del caciocavallo in un ipermercato, altra cosa è comprarlo, col marchio del parco, in una masseria della Murgia)
Mantenere vive e dare un futuro a queste abilità significa conservare il patrimonio e le diversità naturali e culturali della nostra terra, sulle quali gravano serie ipoteche negative come: discariche abusive, depositi di scorie nucleari, spietramenti, ecc.
Un parco omogeneo, non un parco – groviera frutto di elaborazioni prive di criteri logici e ambientali, dettate solamente da interessi privati.
La riqualificazione del territorio della Murgia e dell’economia legata ad esso, non è un sogno grazie alle ricadute economiche e turistiche che si avranno con l’istituzione del Parco Dell’Alta Murgia.
Il fattore parco ha sempre donato valore aggiunto alle attività economiche e agli immobili legati ad un’area protetta.
Se pensiamo poi che ben un terzo dei comuni italiani può beneficiare di questo fattore perché collocato dentro un’area protetta, salta agli occhi il potenziale economico che ne deriva per la nostra città .
Ma il tempo è denaro!!! e qui ne stiamo perdendo molto!!!
La settimana dei parchi è un’occasione per ribadire l’efficacia dei parchi nazionali come modello di tutela e sviluppo.
Ed è un momento per sollecitare ancora una volta le amministrazioni dei Comuni interessati dall’istituendo Parco a “darsi una mossa”.
Essere dentro un’Area protetta significa premere con decisione sull’acceleratore dell’economia.
Le norme di salvaguardia sono già state approvate da tutti i comuni interessati;
Manca la proposta di perimetrazione del Comune di Altamura, su cui pare assai difficile raggiungere un accordo con le associazioni di categoria e sulla quale si sono adoperate le menti creative di tutti i possibili interessati.
I Legambientini pensano che sia “cosa buona e giusta” risolvere al più presto la fase della concertazione e giungere finalmente ad una posizione definitiva.