Altamura, riavviate le procedure di esproprio del Teatro Mercadante.

Per l’esproprio del Teatro Mercadante,
o almeno di quel che ne resta dopo dieci anni di abbandono, si fa
finalmente sul serio. Nessun margine di trattativa col Consorzio,
attuale titolare della proprietà del Teatro, che riunisce
una trentina di privati insieme allo stesso Comune, e rotta decisa
verso l’esproprio. L’incontro di ieri mattina, sollecitato da Franco
Gagliardi La Gala, il consulente legale del Comune per il procedimento
di acquisizione del teatro, e convocato dal sindaco di Altamura
Vito Plotino, è servito a fare il punto della situazione
e a riattivare l’iter amministrativo dell’esproprio dopo qualche
mese di impasse.

Dal vertice emergono passi avanti
sul fronte tecnico-amministrativo, ma soprattutto una volontà
politica irretrattabile. "In quindici giorni il Comune concluderà
tutti gli atti di sua competenza e li invierà alla Soprintendenza",
annuncia l’assessore al contenzioso Nico D’Ambrosio. Si tratta di
relazioni tecniche, documentazioni fotografiche, accertamenti catastali
e perizie, richiesti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali della
Puglia. La quale, in una lettera dello scorso novembre, anticipava
il parere favorevole all’esproprio, perché "tale iniziativa
risponderebbe al preminente interesse generale alla concreta valorizzazione
del Teatro".

Competente a espropriare il teatro
è il Ministero dei Beni Culturali, al quale spetterà
dunque l’ultima parola su una vicenda che si trascina ormai da un
decennio. Precisamente da quando il Consorzio, che raccoglie alcuni
degli eredi dei trecento altamurani che contribuirono alla costruzione
del teatro nel 1895, decide di occuparsi direttamente della gestione.
Da allora il teatro non viene più riaperto, dapprima per
interventi di adeguamento tecnico alle nuove normative di sicurezza.
Poche centinaia di milioni, ma che il Consorzio non è disposto
a investire. Intanto il tempo passa e il teatro va il rovina, mentre
il Comune insegue faticosamente le richieste del Consorzio. Le ipotesi
studiate, dalla parziale cessione di quote al Comune all’affitto
per quindici anni, si rivelano tutte giuridicamente o politicamente
impraticabili.

Ma è negli ultimi due anni
che il refrain del Consorzio (finanziamenti pubblici, proprietà
privata) diventa insostenibile anche i più "trattativisti".
Soprattutto per la spinta del Comitato “Il teatro di tutti”, che
raccoglie seimila firme per la riapertura del teatro. Il Consiglio
comunale, quasi un anno fa, delibera all’unanimità nello
stesso senso, poi la palla passa all’Amministrazione. E il Consorzio?
Nessun commento, solo la velata minaccia di "clamorose novità
per i prossimi giorni". Chissà, forse la sospirata cessione
volontaria. "Balle" – taglia corto l’assessore Nico D’Ambrosio
– "solo manovre dilatorie. Se lo avessero voluto davvero, lo
avrebbero fatto molto prima".

Giuseppe Salvaggiulo