Industrie al posto dei dinosauri.

martedì , 23
gennaio 2001

Industrie al posto dei
dinosauri

Divani in pelle accanto alle orme dei dinosauri.
Chi ha deciso che il polo industriale del salotto dovesse insediare
ad Altamura i suoi capannoni, proprio nell’area limitrofa
alla "Valle dei dinosauri"? Lo ha deciso il Comune di
Altamura, lo hanno denunciato i due imprenditori Filippo Mininni
e Maria Grazia Patrone, lo sta analizzando il sostituto procuratore
del tribunale di Bari, Elisabetta Pugliese, che ha aperto un’inchiesta.

I reati ipotizzati per ora riguarderebbero alcuni abusi d’ufficio,
commessi nel rilascio, da parte del Comune di Altamura, del "via
libera" per la costruzione di 73 capannoni industriali, all’interno
dell’area del parco naturale dell’alta Murgia. Di questi,
otto ne stanno sorgendo in una zona destinata dal piano regolatore
generale a verde agricolo, contigua a quella dove, nel ‘99,
vennero rinvenute 30 mila impronte di dinosauri vissuti 65 milioni
di anni fa.
I capannoni, denunciano invece gli imprenditori Mininni e Patrone,
proprietari di 100 ettari in contrada Jesce, "sarebbero dovuti
essere realizzati in aree industrialiartigianali, circa 259 ettari
in contrada Jesce, come indicato dal piano regolatore". Il
successivo accordo di programma ne avrebbe invece stravolto destinazione
e lottizzazione.
Per non parlare poi, denunciano i due, della "violazione
della speciale protezione di Murgia alta, zona tutelata, posto
che le approvazioni dei programmi comportano insediamenti causa
di indiscutibile inquinamento ambientale". Il sostituto procuratore
Pugliese, che ha incaricato i carabinieri del reparto operativo
di Bari di acquisire atti e documenti negli uffici del Comune
di Altamura, dovrà anche approfondire l’ipotesi che
siano stati violati i vincoli di natura ambientale sulla zona.

Nell’esposto, presentato al procuratore della repubblica,
Emilio Marzano, il 22 dicembre scorso, i due fanno specifico riferimento
alle irregolarità che alcuni amministratori avrebbero compiuto,
e le motivano con un intento ben preciso. Fanno riferimento alla
"consapevolezza", da parte degli stessi amministratori,
"del carattere speculativo delle operazioni sottese alle
richieste di accordi di programma, che si sostanziano in vendite
di suoli acquistati come terreni agricoli".
Ma le responsabilità, secondo Mininni, sarebbero addebitabili
anche agli amministratori regionali: "Da notareaffermache
gli accordi di programma ricadono quasi tutti anche all’interno
delle zone vincolate dal piano urbanistico territoriale tematico,
recentemente adottato dalla giunta regionale. Nelle delibere di
giunta, relative all’approvazione degli accordi di programma
è detto stranamente che non esistono vincoli né
attuali né ipotizzati di natura ambientale sulle aree oggetto
di accordo di programma".
Del caso si è occupata anche la società Walt Disney,
che è scesa in campo per tutelare l’importante ritrovamento.
Ma non solo. Una settimana fa il senatore Ferdinando Pappalardo
ha presentato in aula un’interrogazione, inviata il 19 settembre
2000 al ministro per i beni e le attività culturali, Giovanna
Melandri, per comunicarle che, secondo notizie di stampa, "il
Comune di Altamura avrebbe autorizzato, in deroga al Piano regolatore
generale, attraverso la stipula di accordi di programma e con
il complice assenso della Regione Puglia, la costruzione di impianti
industriali nelle immediate adiacenze della cava “De Lucia”, con
l’effetto di pregiudicare irreversibilmente l’integrità
stessa di questo importantissimo giacimento paleontologico, prima
e più ancora che le possibilità di una sua valorizzazione
a fini culturali e turistici".
Il senatore chiede quindi al ministro "quali iniziative intenda
sollecitamente assumere per impedire lo scempio del sito paleontologico
incentrato sulla cava “De Lucia” e per predisporre, di concerto
con gli enti locali e con le istituzioni culturali e accademiche,
un programma di studi e di ricerche, nonché, d’intesa
con gli stessi soggetti privati interessati, un progetto di valorizzazione
del giacimento e dei preziosi reperti in esso rinvenuti".