Se facessimo un movimento politico per la città ? Che sia alla luce del sole…

E se facessimo un movimento politico
cittadino? Ce la fanno in tanti questa domanda. E ce la siamo posta
anche noi, più volte. Tuttavia Pi@zza non può
essere un movimento politico, né tantomeno un partito o una
lista civica. Vabbé che sono anni che ci identificano come
una sorta di "braccio armato" della sinistra altamurana,
ma quelli che lo pensano si sbagliano di grosso. Il nostro giornale
è stato sì uno strumento di informazione di sinistra,
ma tra questo e l’essere un vero partito ce ne passa. Resta
il fatto che esiste una esigenza forte di tanti che non si sentono
rappresentati dai movimenti politici tradizionali. E il bello è
che questa sindrome della "non appartenenza" attraversa
la destra, la sinistra e pure centro. Vuoi perché certe battaglie
non si fanno più, vuoi anche perché è evidente
come oggi si siano messi in prima fila, un po’ in tutti i partiti
locali, personaggi di medio o basso profilo: gente onesta, per carità,
ma mediocre. O altra scaltra ma poco onesta. E allora proviamo a
ragionare. Cosa spinge tanta gente a pensare che serva un nuovo
ceto dirigente? Prima di tutto l’andazzo consociativo che si
respira da qualche anno. Forse la parola consociativismo può
suonare forte, eccessiva, ma la tiepidezza che viene mostrata nell’azione
politica di opposizione legittima il sospetto. Lo rende palpabile.
Noi che facciamo informazione lo avvertiamo ogni qualvolta che i
cittadini ci esternano le loro indignazioni su fatti e misfatti
che, quasi ogni giorno, si consumano in città. "Ma cosa
fanno quelli dell’opposizione?". È questo il ritornello
frequente. Spesso è inopportuno ma spessissimo è fondato.
Insomma ci sembra che sulle grosse questioni non ci sia, da parte
di chi deve esercitare il diritto-dovere di controllo sull’attività
amministrativa, un’azione forte, razionale, propositiva e alternativa.
L’attività dei nostri consiglieri comunali si è
ridotta, da qualche tempo, nella produzione di sterili interpellanze
a cui non si fa seguire nessuna forma di coinvolgimento reale dei
cittadini. Oppure si assiste alla solita generica tabellonistica.
La politica del tabellone in piazza, per corso Federico, in cuisi
stigmatizzano presunte azioni forti alle quali non si fa seguire
nulla. Fino ad arrivare alla consumata minaccia del "ricorreremo
alla magistratura". Minaccia solo annunciata che resta lettera
morta. Le denunce, se necessarie, non si annunciano, si fanno! C’è
poi l’attività mirata ad ottenere "visibilità".
E allora si ricorre alla Radio. Quella di Alessio Dipalo è
la più gettonata. Ma anche in questo caso si tratta solo
di visibilità personale e non di un movimento, di un progetto,
che siano collettivi. Per gli attuali dirigenti basta andare alla
radio, e farsi intervistare da Alessio, per sentirsi con la coscienza
a posto. Magari finisce, come mi capita di notare, che siano loro
ad intervistare Alessio, il quale è più polemico dei
suoi intervistati, un battagliero in servizio permanente. Certi
amici me lo dicono spesso: "sai basta andare due o tre volte
in radio, fare qualche volantino e mezzo tabellone e stai a posto,
ti garantisci visibilità". È evidente allora
che qui, ad Altamura, si improvvisa. Si fanno recite a soggetto.
Si fanno battaglie fasulle. Mancano progettualità di ampio
respiro. Manca un programma di governo che guardi a costruire la
città del futuro. È pressoché assente persino
quel minimo di argine allo scempio. Non so voi, ma a me capita ancora
di vedere cose assurde. Ci siamo accorti di come si stia devastando
il territorio? Avete notato come pullulano intorno alla città
capannoni, costruzioni, opifici, abusivi. Ognuno fa quello che gli
pare. Ora, per aggirare le leggi edilizie, vanno di moda le conigliere.
Tutti si sono messi ad allevare conigli per ottenere la licenza
edilizia. Ma li avete mai visti ‘sti conigli? Su via Bari ce
ne dovrebbero essere milioni, almeno stando alle conigliere costruite.
L’unico coniglio che conosco è invece quello che vive
nella mia veranda: un coniglietto bianco che mia moglie ha regalato
alla bambina il giorno del suo compleanno. Per non parlare di quanto
accade nel centro storico dove – lo fanno anche persone ben in vista
tra quelli che comandano – si procede con lo scempio spacciato per
"ristrutturazione". Vivi e lascia vivere. Questa è
la regola. E se l’Amministrazione vuole smantellare piazza
Zanardelli? Vivi e lascia vivere. E se il mattatoio rimane una cattedrale
nel deserto, un monumento allo spreco? Vivi e lascia vivere. E se
il Comune sottoscrive con l’impresa addetta a riscuotere le
tasse una transazione capestro? Vivi e lascia vivere. Ma ho solo
citato solo poche cose che fanno il quadro della situazione. Sulle
quali non mi pare che l’opposizione si sia distinta per contrastarle.
Questo è il liberismo? È questa la new politic? Beh,
se le cose stanno così, dobbiamo dare ragione a Montanelli
che recentemente ha dichiarato: "Era meglio quando c’era
il muro di Berlino. Sapevamo chi eravamo noi e chi erano loro. Ora
non si capisce più niente". Ma il muro non c’è
più e, forse, è meglio così. Senza contare
che, se lo dovessero ricostruire, lo farebbero abusivo, tanto per
non perdere l’abitudine. Non pretendiamo cambiare la storia
né entrare in questioni internazionali o nazionali. Ma almeno,
nel nostro piccolo, ad Altamura è possibile pretendere uno
sviluppo decente, moderno ma anche rispettoso delle regole?

E se facessimo un movimento politico
cittadino? Forse la questione non è poi tanto campata in
aria. Crediamo che si possa osare. Coinvolgendo una generazione
di persone capaci, oneste e con una biografia alle spalle senza
equivoci. C’è questa gente. Ne siamo sicuri. Si tratta
di convincerla a "scendere in campo", ad assumersi la
responsabilità di salvare questo paese perso. È un
dovere civico provarci. Che si torni al dialogo, alla democrazia
delle idee. Che non significa necessariamente creare un partito
(ce ne sono già abbastanza) o una lista civica. Ma di creare
qualcosa di simile a quello che, alla fine degli anni sessanta,
è stato il Circolo "Graziano Fiore": una vera fucina
di pensieri felici. Una scuola per tanti quadri dirigenti di spessore.
Oggi non ci sono cartine di tornasole legate alle ideologie. Oggi
è più complicato ma non impossibile. Basterebbe guardare
alla qualità della vita come obiettivo principale e sarebbe
già tanto. Altrimenti lasceremo ai nostri figli un paese
devastato, senza piazze, senza teatri, senza servizi decorosi, senza
dignità. Sulla base di queste considerazioni, credo che alla
questione posta in apertura vada data una risposta positiva. Un
movimento culturale serve, eccome. E ciò non deve voler dire
che necessariamente si proponga come lista civica. In fondo, se
a destra è nato il Forum, significa che certe questioni di
trasparenza e di qualità del ceto politico sono avvertite
anche su quel fronte. Allora si può pensare di crearlo questo
dannato movimento, al di là delle singole appartenenze. Rimanendo
tutti con le proprie chiese e parrocchie, trasversale e organico
al tempo stesso. Questa tuttavia è solo una opinione personale
che esige un dibattito più articolato che chiarisca tante
altre sfumature. Quelle che, al momento, non colgo con serena chiarezza.
Si può provare, certo. Ma parliamone subito. Alla luce del
sole. Magari sulle pagine di questo giornale.